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Professione: entro il 2028 fino a 86mila occupati nelle costruzioni, richiesti 13-15mila tra architetti e ingegneri

Entro il 2028, l'occupazione in Italia potrebbe crescere da 238mila a 722mila unità, con una forte domanda nel settore delle costruzioni, spinta dagli investimenti infrastrutturali ed edilizi del PNRR (50% dei fondi), e una carenza prevista di giovani ingegneri, specialmente nel settore STEM. I dati inseriti nel rapporto di fabbisogni professionali di UNIONCAMERE.

Previsione occupazionale di crescita 2024-2028

L'economia italiana e il suo sistema occupazionale stanno attraversando un momento cruciale, influenzato da tre grandi tendenze che hanno plasmato profondamente il panorama economico e sociale sin dall'inizio del nuovo millennio. Queste tendenze, note come "megatrend", comprendono la transizione digitale, la transizione ambientale e la transizione demografica, ciascuna delle quali ha conseguenze significative sulla struttura occupazionale e sulla società nel suo complesso.

La rivoluzione digitale ha provocato una trasformazione sia nel modo in cui il lavoro viene svolto che nelle competenze richieste. Si osservano impatti sostitutivi, in cui le nuove tecnologie sostituiscono il lavoro umano, trasformando le competenze richieste e creando nuove opportunità di lavoro. Allo stesso tempo, l'attenzione verso la sostenibilità ambientale ha portato all'adozione di politiche e tecnologie "verdi", generando opportunità lavorative nel settore delle energie rinnovabili e ristrutturando settori ad elevato consumo energetico. Infine, i cambiamenti demografici, come l'invecchiamento della popolazione, influenzano la domanda di lavoro e i modelli di consumo, aprendo nuove prospettive nel settore della "silver economy".

Questi megatrend sono stati complicati da tre shock avversi negli ultimi anni: la pandemia globale, i conflitti internazionali e l'escalation dell'inflazione. Questi eventi hanno aggravato le già esistenti sfide economiche e sociali, rallentando la ripresa economica e aumentando l'incertezza sui mercati finanziari.

L'Italia, come altri paesi europei, ha risposto a queste sfide con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un piano di investimenti mirato a contrastare gli effetti negativi della pandemia e promuovere la transizione verde e la digitalizzazione. Tuttavia, la bassa crescita economica e la scarsa produttività rappresentano sfide significative che richiedono un'allocazione efficiente delle risorse e un utilizzo ottimale delle tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale.

In questo contesto, il mercato del lavoro italiano sta subendo cambiamenti significativi, con una crescente domanda di competenze trasversali e digitali. Il futuro del lavoro sarà caratterizzato da una maggiore complessità e richiederà competenze diversificate e in continua evoluzione.

Il quadro della crescita della produttività in Italia mostra sfide particolari, con tassi di crescita tra i più bassi in Europa, soprattutto nei settori delle costruzioni e dei servizi. Affrontare queste sfide richiederà un impegno coordinato da parte delle istituzioni pubbliche e del settore privato per stimolare l'innovazione e migliorare l'efficienza economica.

 

Dinamica della crescita delle produttività in Italia e confronto con i principali Paesi Europei.
Dinamica della crescita delle produttività in Italia e confronto con i principali Paesi Europei. (UNIONCAMERE)

 

La previsione di crescita dello stock occupazionale per effetto dell’espansione economica tra il 2024 e il 2028 è compresa tra 238mila e 722mila occupati a seconda dello scenario considerato.

Nel dettaglio, l’expansion demand dei dipendenti dei settori privati sarà compresa tra 303mila e 634mila unità e quella dei dipendenti pubblici si attesterà intorno alle 60mila unità. Lo stock dei lavoratori autonomi è stimato aumentare di circa 28mila unità nello scenario positivo, mentre in quello negativo si prevede una contrazione di oltre 125mila unità.

Per industria e servizi sono attesi andamenti differenziati a seconda del contesto macroeconomico ipotizzato. Nello scenario positivo, nei settori industriali è previsto un aumento dello stock di 131mila occupati (ad un tasso di crescita medio annuo dello 0,4%), a fronte di una crescita di 674mila lavoratori per i servizi (+0,8% medio annuo). Invece, nello scenario negativo l’expansion si manterrebbe positiva nella maggior parte dei servizi – ovviamente con valori meno ampi rispetto allo scenario più favorevole – e ammonterebbe a 340mila unità nel complesso, mentre nell’industria si potrebbe assistere ad una riduzione dell’occupazione, con picchi negativi in diversi settori, soprattutto quelli caratteristici del made in Italy.

Gli elementi illustrati nel capitolo introduttivo trovano riscontro nelle dinamiche dei singoli settori. Il cospicuo investimento programmato nella “missione 6” del PNRR dedicata alla “salute” potrebbe avere, se pienamente realizzato, un impatto positivo sulla domanda di occupazione nella filiera, per la quale è stimata una crescita dello stock occupazionale tra 112mila e 125mila unità, ad un tasso medio annuo dell’1-1,1% (quasi doppio rispetto alla media dello 0,2-0,6%).

Gli andamenti combinati del trend tecnologico e della spinta alla digitalizzazione  del PNRR hanno dato un impulso a tutti i settori ad alta intensità tecnologica, primo fra tutti quello dei servizi informatici (0,7-1,3% annuo).

Ci si attende che queste dinamiche siano da traino anche per i servizi avanzati, che solitamente sono più veloci nel catturare i vantaggi dei cambiamenti tecnologici, sia in termini organizzativi che di innovazione di prodotto. Anche per questo motivo i servizi avanzati mostrano un trend di crescita molto marcato (0,6-1,1% annuo). In termini di filiera, questo andamento si traduce in una previsione positiva per “finanza e consulenza”, attesa crescere ad un tasso compreso tra lo 0,5% e l’1% annuo, corrispondente ad un incremento dello stock tra 71mila e 140mila unità nel quinquennio.

 

Costruzioni: fino 86mila occupati, tasso medio 0,6-0,9% con i fondi PNRR

Il settore delle costruzioni, cresciuto a ritmi elevati negli ultimi anni, è atteso crescere ulteriormente nei prossimi (tra 59mila e 86mila occupati nel quinquennio, pari ad un tasso medio annuo dello 0,6-0,9%), in ragione della spinta del PNRR che investe in infrastrutture ed edilizia circa il 50% dei fondi.

 

Fabbisogni occupazionali previsti nel periodo 2024-2028 per componente. macrosettore
Fabbisogni occupazionali previsti nel periodo 2024-2028 per componente. macrosettore (UNIONCAMERE)

 

Dal momento che in passato le costruzioni sono state tra i settori in cui la crescita della produttività è stata più contenuta, risulta dunque cruciale lo stimolo all’aumento della produttività del settore, nell’ottica di un progressivo esaurimento degli effetti positivi del PNRR.

Tra i servizi si evidenzia la crescita attesa della filiera “commercio e turismo”, tra 45mila e 177mila occupati nel quinquennio, ad un tasso annuo dello 0,2-0,6%, in linea con la media dell’economia. La previsione è frutto di due dinamiche differenti: da una parte il rallentamento della domanda interna incide in maniera negativa nel commercio, dall’altra il settore del turismo continua la ripresa dello scorso anno beneficiando anche di notevoli investimenti dalla “missione 1” del PNRR.

Analogamente, si segnala il contributo decisivo del PNRR nella crescita della filiera della “formazione e cultura” (40-79mila occupati, 0,3-0,6%), frutto delle risorse stanziate dalla “missione 4” dedicata all’istruzione e alla ricerca che determinano un impatto positivo sull’occupazione del settore, in particolar modo per la componente pubblica, che assorbe più del 30% della crescita occupazionale prevista nella Pubblica Amministrazione.

Le filiere caratterizzanti il made in Italy, pur mostrando una dinamica positiva nello scenario più favorevole, sono quelle che evidenziano la crescita più contenuta. In questi settori ha un effetto particolarmente rilevante la situazione congiunturale contraddistinta da un rallentamento della domanda sia interna che internazionale.

 

Filiera di legno e arredo: rallentamento delle esportazioni e della domanda interna, 10mila unità di occupati

Le filiere della “moda” e del “legno e arredo” risentono più di altre della contrazione della domanda interna e del rallentamento delle esportazioni, sostenute comunque dalla domanda per il lusso caratterizzata da una chiara a-ciclicità. Infatti si stima un’expansion positiva solo nello scenario più ottimistico, mentre lo scenario negativo prevede un calo di 26mila occupati per “moda” e di circa 10mila unità per “legno e arredo”.

 

Fabbisogni occupazionali delle filiere nel periodo 2024-2028 per componente-scenario positivo
Fabbisogni occupazionali delle filiere nel periodo 2024-2028 per componente-scenario positivo (UNIONCAMERE)

 

Anche per quanto riguarda “meccatronica e robotica”, solo nello scenario positivo si prevede un incremento dello stock occupazionale (anche se non elevato, +6mila unità), mentre in un conteso meno favorevole contraddistinto da maggiori criticità la filiera vedrebbe un calo di circa 26mila occupati.

 

Formazione: fabbisogno di 13-15 unità di architetti e ingegneri civili

Considerando l’insieme del fabbisogno di formazione terziaria, che varierà tra 250mila e 271mila unità in media all’anno, la domanda prevista di lavoratori in possesso di una formazione terziaria in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) dovrebbe attestarsi tra 72mila e 82mila unità in media all’anno.

Tra i percorsi STEM spiccano, in termini di fabbisogno atteso, quelli a indirizzo ingegneristico, in particolare collegati all’ingegneria industriale ed elettronica (36-41mila unità in media all’anno); seguono, l’indirizzo di ingegneria civile e architettura (13-15mila unità) e quello strettamente scientifico, ovvero matematica, fisica, informatica (12-14mila unità).

 

Fabbisogno e offerta di formazione secondaria di secondo grado per indirizzo di studio previsti per il periodo 2024-2028
Fabbisogno e offerta di formazione secondaria di secondo grado per indirizzo di studio previsti per il periodo 2024-2028 (UNIONCAMERE)

 

Per quanto riguarda gli altri percorsi (non-STEM), emergono le discipline economico-statistiche, con un fabbisogno compreso tra 44mila e 50mila unità all’anno, seguite da quelle a indirizzo insegnamento e formazione (42-45mila unità) e da quelle a indirizzo medico-sanitario (circa 38mila unità). Quest’ultimo indirizzo comprende le lauree a ciclo unico in discipline mediche e odontoiatriche e le lauree triennali in discipline infermieristiche e sanitarie.

I giovani in possesso di una formazione terziaria (laurea, ITS Academy o AFAM) che si stima faranno ingresso sul mercato del lavoro italiano nel periodo 2024-2028 saranno in media 245mila all’anno, per un totale nell’intero quinquennio di circa 1,2 milioni. Questi costituiscono la cosiddetta “offerta”, che viene confrontata con il fabbisogno espresso dal sistema economico nello stesso periodo di previsione. La distribuzione dell’offerta di giovani con questo livello di istruzione segue a grandi linee quella della domanda, con elevate incidenze degli ambiti STEM, economico-statistico, medico sanitario, insegnamento e formazione.

Nonostante ciò, dal confronto tra domanda e offerta di lavoratori con un’istruzione di livello terziario (al netto di quelli in cerca di lavoro già presenti sul mercato) emerge nel complesso un mismatch, ovvero un’offerta insufficiente a coprire le necessità del sistema economico, che potrà variare tra 5mila e 26mila unità all’anno, ma con differenze tra i diversi ambiti di studio. Mentre alcuni saranno caratterizzati da una carenza di offerta, altri vedranno un surplus di giovani che si affacceranno sul mercato del lavoro.

Una carenza di offerta particolarmente significativa riguarderà l’insieme dei percorsi STEM, per i quali potranno mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per quelli caratterizzati dal maggiore fabbisogno, nello specifico l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), l’economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

È invece previsto un eccesso di offerta soprattutto per gli indirizzi dell’area umanistica, in particolare quello politico-sociale, psicologico e linguistico.

 

Per quanto riguarda i livelli di istruzione, si prevede che circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.

In particolare nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel mercato del lavoro. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Nel quinquennio 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, Unioncamere stima che circa il 41% del fabbisogno totale dovrebbe interessare dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3 e 1,5 milioni di unità). Dal confronto con l’attuale distribuzione dello stock occupazionale, dovrebbero aumentare anche le professioni impiegatizie – per effetto della richiesta da parte della PA – mentre diminuirebbero operai specializzati (dal 15% dello stock all’11% del flusso di fabbisogni occupazionali) e conduttori di impianti (dall’8 % dello stock al 6% del flusso occupazionali).

Per quanto riguarda i livelli di istruzione, si prevede che circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.

In particolare nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel mercato del lavoro. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), economico-statistico (5- 11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Anche per la formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, con un’offerta in grado di coprire solo il 70% dei fabbisogni, trasversalmente a quasi tutti gli indirizzi formativi.


APPROFONDISCI I DATI NEL TESTO INTEGRALE IN PDF


Fonte:  Rapporto: "PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028) SCENARI PER L’ORIENTAMENTO E LA PROGRAMMAZIONE DELLA FORMAZIONE", UNIONCAMERE

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