Prevenzione rischio terremoti: gli strumenti di microzonazione sismica, FAC e il ruolo dell'analisi geotecnica
Agli inizi di luglio si è tenuto il convegno dedicato alla "Microzonazione sismica e FAC: stato dell'arte e prospettive future" a cui hanno preso parte 200 geologi. Durante l'evento è emersa l'importanza di sostenere il Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, usando lo strumento della microzonazione e attuando interventi di miglioramento sismico.
Convegno geologi: stato dell'arte, analisi e programmi per il futuro in tema sismica
Durante i primi giorni di luglio si è tenuto presso il Polo Didattico del DST dell’Università degli Studi del Sannio, si è tenuto il convegno sulla “Microzonazione sismica e FAC: stato dell’arte e prospettive future”, dove hanno partecipato circa 200 professionisti geologi.
L’evento è stato organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), dalla Fondazione Centro Studi del CNG e dall’Ordine dei Geologi della Campania, in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio e durante il convegno sono stai messi sul tavolo diversi temi importanti in tema di sismica e geotecnica.
Infatti, dai dibattiti tra i massimi esperti a livello nazionale, sono emerse diverse questioni sulle complessità scientifiche legate all’attività di microzonazione sismica (MS) e di individuazione delle Faglie Attive e Capaci (FAC) del territorio italiano e sul ruolo professionale dei geologi nelle attività di studi e analisi.
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Elevato rischio sismico in Italia: "puntare sulla prevenzione"
I geologi presenti hanno dichiarato: "L’Italia, come sappiamo è un paese ad elevato rischio sismico perché presenta contemporaneamente una pericolosità alta dovuta all’elevata intensità e frequenza con cui si verificano i terremoti, una densità abitativa altissima, un patrimonio edilizio molto vulnerabile ed un patrimonio storico-artistico unico al mondo. Occorre pertanto sempre più puntare sulla prevenzione al fine sia di evitare le vittime che di riparare i danni dopo l’evento che solo negli ultimi 50 anni sono costati circa 150 miliardi di euro".
Nel corso del convegno è emerso come gli studi di Microzonazione sismica rappresentano senza dubbio un importante strumento di prevenzione del rischio in quanto attraverso l’analisi dei caratteri geologici, geomorfologici, geotecnici e geofisici del territorio permettono di definire le zone più a rischio e dunque sono fondamentali per attuare una corretta pianificazione e gestione del territorio stesso, in modo da evitare di costruire nelle zone più pericolose e di garantire maggiore sicurezza alle costruzioni.
Fondamentale è sostenere il Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, al fine di consentire il completamento degli studi di Microzonazione sismica sull’intero territorio nazionale e di attuare una più efficace azione di riduzione della vulnerabilità dell’edilizia più vetusta e del patrimonio storico-architettonico-monumentale, con interventi strutturali di adeguamento o miglioramento sismico.
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