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Prevenzione rischio sismico, RPT: "La tragedia turca ci ricorda l'urgenza degli interventi"

La Rete Professioni Tecniche ha incontrato ieri il Ministro per la Protezione Civile dando vita ad un intenso confronto sui dossier più urgenti.

Nel 2012 RPT presentò il primo Piano nazionale per la prevenzione rischio sismico, ma da allora poco è cambiato

Sulla scorta delle ultime allerte ed emergenze, tra cui il sisma in Turchia e Siria, la Rete Professioni Tecniche ha incontrato ieri il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, dando vita ad un lungo e proficuo confronto sulle questioni più urgenti e sulle misure a tutela della sicurezza dei cittadini.

La RPT, attraverso il suo Coordinatore Armando Zambrano, ha sottolineato come alcune questioni che i professionisti tecnici portano avanti da anni risultino ancora irrisolte. Su tutte quella della messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano. Le professioni tecniche già in occasione del Professional Day del 2012 presentarono il primo Piano Nazionale per la prevenzione dal rischio sismico, ma a distanza di oltre un decennio non sono stati fatti passi in avanti determinanti.

Zambrano ha sottolineato come esistano strumenti molto utili, quali ad esempio la classificazione sismica o i bonus edilizi, ma questi non risultano inseriti in un piano organico di interventi, piuttosto vanno a comporre un puzzle non sempre lineare e coerente. D’altra parte, le immagini di distruzione e morte che in questi giorni provengono da Turchia e Siria richiamano, per l’ennesima volta, l’estrema urgenza degli interventi.

La RPT ha manifestato al Ministro Musumeci la necessità di giungere ad una forma indiretta di obbligatorietà rispetto agli interventi di miglioramento antisismico degli edifici che passa, innanzitutto, attraverso l’introduzione del fascicolo del fabbricato che, tra le altre informazioni, darebbe contezza dello stato di sicurezza della singola abitazione, utilizzando lo strumento della classificazione sismica. Più in generale, è necessario mettere a sistema tutte le informazioni di cui si dispone attraverso i diversi contenitori. In questo senso, è stato citato il caso del terremoto de L’Aquila, in seguito al quale è stata creata una banca dati con tutte le informazioni sul rischio sismico, l’efficienza energetica, le spese sostenute per i singoli edifici.

Detto questo, per mettere finalmente a terra il Piano di prevenzione, la RPT ritiene necessario prevedere un lasso di tempo medio-lungo per l’applicazione degli incentivi, in modo che ciascun proprietario possa programmare con tranquillità gli interventi.

Dopo un periodo di dieci anni, secondo la RPT, sarà opportuno prevedere l’assicurazione obbligatoria per gli immobili. Dopo un ulteriore periodo, a 30 anni dall’adozione del Piano, infine, si può prevedere che lo Stato non risarcisca più gli interventi, avendo avuto il proprietario dell’immobile a disposizione un periodo ragionevolmente lungo per mettere in sicurezza la propria abitazione. Tutto questo va realizzato in un clima di condivisione con i cittadini, illustrando loro i vantaggi degli interventi, non solo in termini di sicurezza ma anche di valorizzazione del proprio patrimonio edilizio.

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