Prestazioni acustiche di pareti: come calcolare il potere fonoisolante di un sistema misto laterizio/cartongesso?
In questo articolo, un cenno ai metodi di calcolo previsionale disponibili in normativa tecnica, che consentono di stimare a livello progettuale la prestazione acustica dei sistemi misti, al variare delle stratigrafie e del sistema di posa dei rivestimenti addizionali a parete.
I sistemi a secco sono strutture di partizione realizzate con elementi portanti metallici sui quali vengono fissate lastre in cartongesso rivestito; quando invece essi vengono aggiunti a strutture esistenti, frequentemente in laterizio, nella configurazione comunemente detta di rivestimento a secco, si può parlare allora di sistemi misti laterizio/cartongesso.
Migliorare le prestazioni acustiche di una parete attraverso una controparete a secco
L’aggiunta di una controparete a secco ad una struttura esistente in laterizio è una tipica operazione finalizzata a migliorare la prestazione fonoisolante della parete iniziale. Ecco perché frequentemente, in edilizia, l’intervento di bonifica di una parete porta alla realizzazione di una controparete a secco. L’adozione di sistemi misti di questo tipo è ormai una prassi consolidata anche negli interventi di nuova realizzazione nei quali, per esigenze congiunte di spessore e comfort acustico, i progettisti dimensionano le stratigrafie accoppiando uno strato massivo in mattoni ed uno o due rivestimenti a secco.
Calcolo previsionale del potere fonoisolante di una parete con rivestimento addizionale secondo normativa
La norma UNI EN ISO 12354-1 contiene delle formulazioni analitiche per il calcolo previsionale dell’incremento ΔRw dell’indice Rw di valutazione del potere fonoisolante di una parete assegnata, in ragione dell’applicazione su di essa di un rivestimento addizionale, sia esso connesso alla struttura di base (e quindi adeso) sia esso distaccato (e quindi nella configurazione di controparete).
Il valore previsionale ΔRw dipende dalla frequenza di risonanza del sistema, che può essere diversamente determinata, a seconda delle due modalità applicative del rivestimento.
- Se lo strato addizionale è fissato direttamente alla parete di base (senza ordito addizionale), la frequenza di risonanza è data dalla formula in figura 1.
Figura 1 – frequenza di risonanza per strato addizionale direttamente connesso alla struttura di base
dove:
s’ e la rigidità dinamica dello strato resiliente [MN/m3]
m’1 e la massa superficiale della struttura di base [kg/m2]
m’2 e la massa superficiale della struttura di rivestimento [kg/m2]
- Se lo strato addizionale è realizzato su un ordito non direttamente connesso con la struttura di base, e l’intercapedine è riempita con uno strato poroso di isolante con resistività all’aria superiore a 5 kPas/m2, la frequenza di risonanza è data dalla formula in figura 2.
Figura 2 – frequenza di risonanza per strato addizionale non direttamente connesso alla struttura di base
Dove:
d e lo spessore della cavità [m]
m’1 e la massa superficiale della struttura di base [kg/m2]
m’2 e la massa superficiale della struttura di rivestimento [kg/m2]
Per le strutture di base con un indice Rw compreso fra 20dB e 60dB, l’incremento ΔRw ottenibile a seguito dello strato addizionale è quindi valutabile dal valore f0 come sopra determinato (arrotondato alla frequenza centrale di banda di terzo di ottava nella quale rientra f0 stesso), secondo il prospetto in figura 3.
Figura 3 – UNI EN 12354-1: incremento dell’indice di valutazione del potere fonoisolante, per posa di un rivestimento addizionale, al variare della frequenza di risonanza
Per valori f0 minori di 200Hz, il valore ΔRw dipende anche dal valore Rw della struttura di base, secondo il grafico in figura 4.
Figura 4 – UNI EN 12354-1: incremento dell’indice di valutazione del potere fonoisolante, per posa di un rivestimento addizionale, al variare dell’indice Rw della struttura di base e della frequenza di risonanza (se minore di 200Hz)
La stessa norma UNI EN 12354-1 specifica che i valori di ΔRw calcolati con le relazioni che abbiamo visto sono caratterizzati da una accuratezza di ± 2dB. Se sono richieste valutazioni a favore di sicurezza, la norma suggerisce quindi di applicare al risultato una correzione pari a –2dB.
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