Prefabbricati in calcestruzzo, sostenibilità, BIM e automazione dei processi sono le sfide da vincere
Alberto Truzzi, Presidente di ASSOBETON, evidenzia che il settore del prefabbricato in cemento deve prioritizzare sostenibilità, digitalizzazione (BIM), automazione e sicurezza per mantenere competitività, riducendo l’impatto ambientale con soluzioni innovative e materiali riciclati. Inoltre, ASSOBETON promuove ricerca, formazione e strumenti digitali per supportare l’adozione di soluzioni avanzate e normative che favoriscano l’uso di prefabbricati sostenibili e resilienti.
L'intervista è dell'Editore e Direttore di INGENIO Andrea Dari.
La sostenibilità è il tema principale, senza far passare in secondo piano la resistenza al fuoco degli edifici
Andrea Dari:
Quali sono, secondo lei, le priorità principali che il settore dell’industria del prefabbricato in cemento deve affrontare nei prossimi anni per restare competitivo e rispondere alle sfide del mercato?
Alberto Truzzi:
Indubbiamente la sostenibilità, da gestire in termini di EPD, di LCA, di contenimento delle quantità di materiali, di materiali riciclati, di disassemblabilità, di riuso; senza trascurare i risparmi energetici, soprattutto in fase estiva, i risparmi sulle manutenzioni. Tutto ciò senza far passare in secondo piano la resistenza al fuoco degli edifici, che risulta fondamentale sia per salvaguardare la vita umana, sia per evitare il diffondersi degli incendi e l’alta resistenza al fuoco, l’incombustibilità e la possibilità di compartimentazione fanno delle strutture prefabbricate la soluzione più indicata.
C’è poi tutto il capitolo della digitalizzazione BIM per l’integrazione della progettazione, che vede il nostro settore in gran fermento. Altra sfida fondamentale è quella legata alle dinamiche del cantiere, per le quali le esigenze di sempre maggior sicurezza, connesse con una sempre minore disponibilità di maestranze di cantiere qualificate, spingono per una sempre più marcata verticalizzazione dei processi nel senso di predisporre quanto più possibile off site e limitare al massimo le lavorazioni on site. Da ultimo mi preme segnalare la sempre maggiore importanza rivestita dall’automazione dei processi, con benefici effetti sulle possibilità di errore, sul contenimento di tempi e costi e sull’affidabilità.
Andrea Dari:
La sostenibilità è oggi un driver imprescindibile nel settore delle costruzioni. In che modo l’edilizia prefabbricata in cemento può contribuire concretamente a ridurre l’impatto ambientale e quali sono le strategie che ASSOBETON sta promuovendo in tal senso?
Alberto Truzzi:
Innanzitutto c’è la componente dei km 0, nel senso che le cave di ghiaia e le cementerie sono sempre in prossimità degli stabilimenti di prefabbricazione e i siti di montaggio raramente distano più di 100/150 km da dove i manufatti vengono prodotti. Poi, in termini di LCA, a fronte di una fase di produzione per la quale l’impronta di carbonio è piuttosto significativa, ci sono, durante il ciclo di vita della costruzione, costi ed emissioni di esercizio e di manutenzione molto bassi, tanto da far raggiungere livelli complessivi di carbon footprint, durante l’interro ciclo di vita dell’edificio, molto contenuti e sicuramente meno elevati rispetto ad altri sistemi costruttivi. Poi nella fase di fine vita i nostri sistemi costruttivi consentono agevoli smontaggi, efficaci ricicli, perfino riutilizzi, su questo tema ASSOBETON, attraverso il GM inserti, sta elaborando delle Linee Guida per il disassemblaggio degli edifici.
È un valore aggiunto di grande portata, che consente di considerare l’edificio come una fase di utilizzo del territorio soggetta a variazioni e modifiche e che, lungi dall’essere considerata temporanea, visti i parametri di durabilità, resilienza al sisma, agli eventi atmosferici e agli incendi, garantisce invece di non costituire ostacolo, anche in termini di limitato utilizzo di materie prime, a una ristrutturazione funzionale, ad un aggiornamento distributivo e, perché no, anche ad un ripensamento radicale, alleggerendo sensibilmente il consumo di risorse e le emissioni, riducendo sensibilmente, in questo modo, l’impatto ambientale.
Ciò diventa cruciale quando si prende in considerazione, e lo si farà sempre di più, l’attività di ricostruzione atta sia a riqualificare i siti dismessi, sia a limitare l’utilizzo di suolo. Non dimentichiamo poi che la produzione industrializzata, in termini di controllo del processo e di utilizzo di calcestruzzi ad elevate resistenze, consente il contenimento della dimensione delle sezioni e quindi della quantità di materiali utilizzata, la produzione di cls con acque riciclate, la minimizzazione degli scarti e dei rifiuti, il contenimento delle emissioni in atmosfera.
ASSOBETON sta completando un progetto di elaborazione di un LCA tool che consentirà l’ottenimento degli EPD per le varie tipologie di prodotti prefabbricati, in questo modo documentando il livello di emissioni, ma anche consentendo ai vari produttori di rendersi conto quali siano i parametri che più incidono sulla loro entità, dandogli così il modo di fare le scelte tecniche e di processo tese a contenerle. Una delega di vicepresidenza di ASSOBETON è dedicata alla sostenibilità ed è deputata a mettere in campo tutte le iniziative che in tal campo possono giovare al settore e alla comunità.

Grazie ai prefabbricati si può riqualificare il patrimonio edilizio con interventi non particolarmente invasivi
Andrea Dari:
La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in particolare degli edifici industriali e logistici, rappresenta una sfida cruciale. Quali criteri ritiene fondamentali per una riqualificazione efficace e sostenibile, considerando le nuove soluzioni tecnologiche disponibili?
Alberto Truzzi:
Ci sono fondamentalmente 3 tematiche prevalenti: l’adeguamento o il miglioramento antisismico, la riqualificazione energetica e il ripristino delle impermeabilizzazioni (waterproofing) e dei manti di copertura, anche per l’installazione di impianti FV. Nel primo caso, da tempo le aziende di prefabbricazione si sono specializzate nel fornire ai clienti, anche per edifici che non avevano costruito loro, il servizio completo di diagnostica, progettazione dell’intervento e successiva realizzazione.
Per gli edifici prefabbricati le tecnologie disponibili consentono interventi non particolarmente invasivi anche per edifici datati, perché sia la connessione tra gli elementi, sia il rinforzo locale possono essere conseguiti a costi contenuti e con modalità operative che spesso consentono di poter intervenire senza interrompere l’utilizzo dell’edificio. Discorso a parte è l’adeguamento dell’apparato fondale, che presente difficoltà diagnostiche, con indagini non proprio semplici e di facile esecuzione quando manca la documentazione, ma soprattutto realizzative, legate alla necessità di scavi e realizzazioni di strutture di rinforzo e collegamento.
Per la riqualificazione energetica va da sé che, dato l’esiguo peso delle coibentazioni, questa sia nella maggior parte dei casi realizzabile, soprattutto nei casi di coperture interamente in cls, visto che in tal caso è sufficiente rivestire gli elementi con le opportune stratigrafie.
Diverso è il caso di strutture discontinue, per le quali il rivestimento superiore non è ipotizzabile e quindi è richiesta una vera e propria sostituzione degli elementi di raccordo, ben più impegnativa, cosa che richiede anche una corretta valutazione della compatibilità strutturale degli elementi portanti. Per le pareti esterne è facile ipotizzare un rivestimento, possibilmente esterno, che, al di là del costo, implica di prestare attenzione all’eliminazione dei ponti termici. Per i rifacimenti dei manti di copertura, dei serramenti shed e dei lucernari anche qui il rivestimento è spesso possibile se non per casi che richiedono la rimozione dei manti sottostanti; ad esempio un manto in guaine è ripristinabile semplicemente sovrapponendo un nuovo manto analogo sopra a quello ammalorato, mentre nel caso di coperture in PVC o TPO, prima di posare il nuovo prodotto bisogna rimuovere totalmente quello ammalorato.
Andrea Dari:
Sul fronte delle nuove costruzioni prefabbricate, quali sono le tendenze emergenti in termini di materiali, design e prestazioni strutturali? E come l’industria sta rispondendo alle richieste di maggiore efficienza e durabilità?
Alberto Truzzi:
Per rispondere a questa interessante domanda possiamo procedere preliminarmente a considerare il nostro mercato con una schematizzazione che si sta verificando un po’ per tutte le merceologie: il cosiddetto andamento a clessidra. In cosa consiste? Consiste nella circostanza che, mentre nel passato in una schematizzazione costo/prestazioni la frequenza dell’acquisto di un dato mercato era a forma di gaussiana, con una prevalenza di compromessi tra costo e prestazione, nei mercati di oggi si constata una forma a clessidra della curva della frequenza di casi nella rappresentazione cartesiana della frequenza al variare dei prezzi (che si portano dietro le prestazioni), con una netta prevalenza dicotomica di situazioni in cui l’economicità della soluzione assume superiore importanza a scapito delle prestazioni e, all’opposto, situazioni che vedono prevalere le esigenze di alte prestazioni anche dovendo pagare prezzi più elevati, lasciando per lo più sguarnita la parte intermedia.
Nel primo caso, quando l’esigenza costruttiva del cliente è sintetizzabile con l’ironica ma efficace espressione di “fare ombra”, con scarse richieste di efficienza, durabilità, impermeabilità, estetica, coibentazione, è evidente che non occorre puntare su soluzioni tecniche d’avanguardia, ma orientarsi sulle soluzioni che costano meno, con coperture leggere e nervature sottili e rade, coibentazioni quasi nulle, manti sottili e poco protetti, nessuna concessione al “bello” né all’interno né all’esterno.
Quando invece il cliente richiede soluzioni efficienti energeticamente, efficaci e ardite strutturalmente, durevoli e resilienti, anche per i manti soggetti a regolare manutenzione ed esteticamente di pregio sia per il design intrinseco, sia per le soluzioni architettoniche, ecco che la tecnologia delle strutture prefabbricate offre soluzioni plurime e d’avanguardia in termini sia di parametri costruttivi come maglie strutturali, comportamenti sismici sui modi di vibrare, altezze, proporzioni, sia di coibentazioni spinte, sia di manti di copertura tecnologici e molto efficienti, anche in presenza di fenomeni di grandine, serramentistiche di alto livello di luminosità, di risparmio energetico e durabilità, sia di soluzioni architettoniche di pregio, con tamponamenti con finiture di alto livello, rivestimenti pregiati, facciate continue di qualità. Ecco il punto cruciale per le scelte del Committente e del Progettista: stabilire in quale parte della clessidra collocarsi.
Per concludere la risposta alla domanda, oggi c’è l’imbarazzo della scelta per le soluzioni d’avanguardia adottabili per elementi strutturali, comportamenti antisismici (laddove si voglia, come per i Data Center o le strutture strategiche costruire in categoria IV e limitare gli spostamenti) materiali di rivestimento e copertura, superfici di facciata sia cieche sia trasparenti. A togliere l’imbarazzo della scelta in parola occorre il supporto di un’azienda di prefabbricazione seria e all’avanguardia, come tante ce ne sono tra gli Associati di ASSOBETON.
Andrea Dari:
La sicurezza degli edifici esistenti è una tematica sempre più rilevante, soprattutto in relazione agli eventi naturali. Qual è la posizione di ASSOBETON sull’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per edifici industriali e logistici in caso di calamità come alluvioni e terremoti?
Alberto Truzzi:
Francamente questo è un tema non propriamente di competenza della nostra Associazione, perché di fronte ad eventi estremi è evidente che il panorama del costruito esistente non è adeguato, soprattutto in caso di sisma. Pertanto sull’obbligatorietà dell’assicurazione non intendiamo esprimerci.
Vogliamo però rimarcare che, come ci ha insegnato il sisma cosiddetto “dell’Emilia” del maggio 2012 (in realtà ha colpito anche la Lombardia sudorientale ed in parte il Veneto sud occidentale), laddove le classificazioni sismiche ante 2003 prevedevano zone N.C., come per le zone colpite da quel sisma, gli edifici sono assolutamente vulnerabili e mentre nella cosiddetta zona del “cratere” sono stati resi obbligatori per legge dei miglioramenti sismici non inferiori al 60%, col presidio obbligatorio di collegamenti tra gli elementi prefabbricati, per tutte le altre zone in cui si poteva costruire col parametro sismico N.C. e che ora sono in zona 4 o, peggio, 3, non è stato prescritto alcun miglioramento e ciò espone gli edifici ivi eretti secondo normative ante 2003 a seri pericoli di crollo in caso di scosse anche di grado Richter 5 o 5,5.
E riteniamo che ciò abbia implicazioni anche per l’applicazione del decreto 231 sulle responsabilità riguardanti l’incolumità dei dipendenti. Sarebbe auspicabile che, con i dovuti tempi, si provvedesse, anche con contributi statali, a rendere obbligatori tali miglioramenti, che, alla fine dei conti, non sono poi di costo eccessivo rispetto all’evidente beneficio di preservare la vita umana e le attività in caso di futuro evento.
Riguardo invece le alluvioni, è chiaro che nel caso di esondazioni di fiumi e onde di alluvione da un metro e mezzo in su, quasi sempre conseguenti ad una deficitaria gestione dei fiumi e dei loro bacini, poco si possa fare per contrastare il fenomeno, ma, nel caso di piogge di forte intensità in tempi brevi e di scarso “tiraggio” dei sistemi fognari pubblici delle acque bianche, diventa di fondamentale importanza avere i pluviali discendenti solamente sul perimetro dell’edificio, con un efficace sistema di troppo pieni ed eventualmente di vasche di laminazione, per evitare l’ingresso dell’acqua all’interno degli edifici.
In fase di progettazione e scelta delle soluzioni di copertura, andrebbe fatto qualche ragionamento in più anche per preservare dai fenomeni di grandinate di grosse proporzioni, ormai abbastanza frequenti e diffuse.
Andrea Dari:
Quali ritiene siano le principali barriere normative o di mercato che ostacolano una diffusione più ampia delle soluzioni prefabbricate, e quali interventi normativi potrebbero agevolarne l’adozione?
Alberto Truzzi:
Ribalterei il senso della domanda, perché non si vuole che la comunità sia al servizio della prefabbricazione, ma il contrario, quindi riformulerei la domanda in questo modo: quali sono i vantaggi del costruire con soluzioni prefabbricate in c.a. che non sono sfruttati per l’assenza di normative che lo richiedano? La risposta è abbastanza naturale: laddove la resistenza al fuoco sia un’esigenza importante per evitare crolli, diffusione degli incendi, dove occorrano compartimentazioni efficaci, le prescrizioni antincendio dovrebbero suggerire con forza di adottare soluzioni prefabbricate in c.a.
Per il resto non vedo grandi ostacoli normativi, se non quelli legati alle pastoie amministrative che le nostre committenze devono affrontare per arrivare ad ottenere i PDC, con complicazioni di tutti i tipi, urbanistiche, architettoniche, di prevenzione incendi, di prescrizioni delle ATS, a volte di comitati ambientalisti antagonisti, di paesaggistica, di autorità di bacino, di VIA e chi più ne ha più ne metta.
Chi si insedia per avviare un’attività anziché essere favorito, perché giova alla società, creando lavoro e benessere, viene sottoposto ad una sorta di slalom, di gioco dell’oca pieno di ostacoli ed insidie, oltre che di oneri diretti ed indiretti, che un paese avanzato, come il nostro si considera, non dovrebbe presentare. Ecco allora che l’idea che ci viene è quella di orientarsi verso una sorta di silenzio assenso evoluta che consenta di costruire secondo le regole con delle verifiche in corso d’opera o successive, ma mi rendo conto che è un libro dei sogni. Per il resto le scelte dei nostri sistemi devono scaturire dalla consapevolezza della loro validità e tanto c’è da fare sul piano della comunicazione per evidenziare i tantissimi vantaggi del costruire con sistemi prefabbricati in c.a.
Andrea Dari:
In un contesto di crescente digitalizzazione e automazione del settore, quale ruolo possono giocare tecnologie come il BIM e l’intelligenza artificiale nell’ottimizzazione della progettazione e della produzione di elementi prefabbricati in cemento?
Alberto Truzzi:
Il BIM ormai è una realtà che nessuno dei nostri associati, almeno quelli appartenenti al Gruppo Merceologico “Strutture”, può permettersi di trascurare e infatti il webinar sulla progettazione BIM organizzato con ASSOBIM ha fatto il pieno di iscritti. Purtroppo l’informatica deve ancora fare qualche passaggio per poterci consentire di applicare i sistemi BIM in modo efficace ed efficiente, ma è solo una questione di tempo.
D’altronde i vantaggi di operare all’interno di questi programmi consente di passare da un concetto di disegno, seppur tridimensionale, ad una visione di realizzazione di un edificio virtuale che consenta di integrare le varie opere (strutturali, serramentistiche, impiantistiche, di finitura) prima in ambiente informatico e poi, determinate tutte le compatibilità, realizzandole in ambiente fisico. Questo porta un enorme miglioramento in termini di contenimento delle problematiche, di efficacia delle soluzioni, di diminuzione dei costi, ma richiede una definizione del progetto molto più accurata con riferimento sia alle caratteristiche tecniche di dettaglio, sia alle tempistiche della loro determinazione, che chiaramente devo essere antecedenti l’inizio dei lavori e questo non è propriamente in linea con le prassi che le committenze private sono oggi abituate ad utilizzare.
Si deve fare tutti insieme un cambio di mentalità che non sarà semplice ottenere, ma che noi consideriamo obbligato, per consolidare gli enormi miglioramenti di prestazioni e contenimento dei costi che le nuove tecnologie consentono. In tutto ciò anche l’AI darà un grosso contributo per pilotare la produzione sempre più verso una logica di zero difetti, l’esecuzione verso una sensibile diminuzione delle problematiche e delle non conformità e la gestione delle scelte verso un’auspicabile maggior consapevolezza data dalla gestione evoluta di un grande numero di dati.
Andrea Dari:
Guardando al 2025, quali sono le principali iniziative e attività che ASSOBETON intende promuovere per supportare le aziende associate e il settore nel suo complesso?
Alberto Truzzi:
Stiamo proseguendo con l’attività di formazione iniziata nel 2024, che vedrà al centro argomenti come, ad esempio, appunto il BIM; stiamo svolgendo importanti attività di ricerca in ambito durabilità, prove dal vero su pareti in blocchi, implosione in caso di incendio, ecc. e tante altre attività stiamo progettando. Siamo inoltre in dirittura d’arrivo con il progetto EPD, che ci consentirà di consegnare agli associati aderenti un LCA tool digitale certificato da ICMQ per confezionare appunto gli EPD per tutte le famiglie di prodotti dei nostri associati. Siamo molto attivi per l’attività di lobby a livello europeo attraverso la partecipazione a BIBM e proseguiamo senza sosta nell’attività di presidio delle normative tecniche e delle dinamiche del diritto del lavoro in ambito sindacale.

BIM
News e gli approfondimenti che riguardano l’evoluzione digitale del progetto e della costruzione, con particolare attenzione al BIM - Building Information Modelling

Calcestruzzo Armato
Esplora la guida completa sul calcestruzzo e sul calcestruzzo armato, due elementi fondamentali nell'edilizia. Scopri le composizioni, come l'integrazione di fibre metalliche e polimeriche, e le ultime innovazioni che migliorano le proprietà strutturali. Aggiorna le tue conoscenze sui materiali cementizi per una comprensione avanzata e applicazioni ottimali.


Costruzioni
Con questo TOPIC raccogliamo le news, gli articoli e gli approfondimenti che riguardano istituzionalmente il settore delle costruzioni.

Edilizia
Esplora il mondo dell'edilizia, il settore dedicato alla progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e infrastrutture. Scopri come la normativa italiana, come il Testo Unico dell'Edilizia (D.P.R. 380/2001) e le Normative Tecniche per le Costruzioni (NTC), regolano le pratiche edilizie per garantire sicurezza e qualità. Approfondisci il significato etimologico del termine "edilizia" e come le leggi locali e regionali influenzano la costruzione e gestione degli immobili.

Formazione
News sulle attività di formazione organizzate a livello istituzionale, o dai soggetti privati specializzati o dalle aziende e mirate ai...
Prefabbricati
I prefabbricati sono elementi costruttivi o intere strutture che vengono fabbricati in un luogo diverso rispetto al sito di installazione finale....

Sostenibilità
Con questo Topic riportiamo quanto pubblichiamo su quello che riguarda il tema della sostenibilità: gli accordi internazionali e nazionali, i protocolli di certificazione energetici ambientali, le news e gli approfondimenti scientifici, i commenti.
Condividi su: Facebook LinkedIn Twitter WhatsApp