Prassi di riferimento UNI: che cosa sono e a cosa servono
Approfondimento sul contenuto, sul valore e il perchè ci sono le PRASSI DI RIFERIMENTO UNI
Le prassi di riferimento sono strumenti al servizio della normazione e del mercato: nell’ottica del miglioramento continuo, il Sistema UNI ha deciso di dotarsi di uno strumento a supporto dell’innovazione, in grado di rispondere alle sollecitazioni del mercato, che richiede tempi sempre più ridotti ed interventi a valore aggiunto.
Le prassi di riferimento sono documenti pubblicati dall’UNI che definiscono prescrizioni tecniche e danno in tempi brevi un primo riferimento volontario su nuovi temi non ancora consolidati dalla normazione tecnica.
Elaborate sulla base di specifiche esigenze ed esperienze di parti economiche e sociali, sono documenti caratterizzati da un rapido processo di condivisione tra i soli autori, sotto il coordinamento dell’UNI.
Rispetto alle norme, le prassi di riferimento sono documenti i cui contenuti esprimono le esigenze di soggetti del mercato e la cui elaborazione è garantita da regole UNI.
Non sono norme tecniche UNI, specifiche tecniche UNI/TS o rapporti tecnici UNI/TR (dalle quali si differenziano per il livello di consenso, il processo di elaborazione e la veste grafica) ma possono diventarle se vengono condivise da tutto il mercato.
UNI mission e vision dell’Ente
UNI – Ente Italiano di Normazione è l’Organismo Nazionale di Normazione noti- ficato dallo Stato Italiano alla Commissione europea ai sensi del Regolamento UE 1025/2012, attuato con il Decreto legislativo 223/2017.
È un’associazione senza scopo di lucro che studia, elabora, approva, pubblica e diffonde documenti di applicazione volontaria e consensuale – norme tecniche, specifiche tecniche, rapporti tecnici e prassi di riferimento – per la qualificazione della produzione di beni materiali e immateriali che garantiscano prestazioni note, sicurezza, qualità, rispetto per l’ambiente da parte di prodotti, servizi, processi, organizzazioni e professioni in tutti i settori economici, produttivi e sociali.
I valori propri dell’attività UNI e dei suoi meccanismi di funzionamento sono la coerenza, la trasparenza, l’apertura, la democraticità, la consensualità, la volontarietà e – soprattutto – l’indipendenza da interessi di parte.
L’attività UNI introduce riferimenti riconosciuti e condivisi negli ambiti privi di regole cogenti, nonché semplifica il quadro regolamentare con appropriate integrazioni applicative, fornendo gli strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competitività delle imprese e alla tutela dei consumatori.
Il processo è bottom up e trasparente: l’avvio di lavori di normazione e prassi di riferimento nasce su richiesta diretta di soggetti rappresentativi del mercato; l’elaborazione del documento, prima della sua approvazione definitiva, è soggetto alla condivisione pubblica.
UNI coordina i lavori di normazione all’interno di un sistema articolato costituito da commissioni tecniche interne e presso gli Enti Federati, con il supporto di competenza ed esperienza di migliaia esperti messi a disposizione su base volontaria dai propri Soci (industrie; micro, piccole e medie imprese; professionisti; mondo accademico e della ricerca; pubbliche amministrazioni; enti locali; consumatori; rappresentanze dei lavoratori; terzo settore, ambientalisti e volontariato). UNI opera in un contesto globale e nell’ambito del mercato unico dell’Unione Europea.
È membro italiano dell’ISO - Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione e del CEN – Comi- tato Europeo di Normazione. Le norme e prassi di riferimento UNI sono strumenti di trasferimento tecnologico semplici e convenienti: rendere conforme “a norma” pro- dotti, processi, servizi, organizzazioni e professioni, costituisce un passo importante nel cammino dell’innovazione e della e crescita culturale delle imprese.
Attività di sviluppo strategico
UNI svolge il proprio ruolo di soggetto attivo nell’ascolto dell’evoluzione dei mercati attraverso le Linee Politiche 2017-2019 definite dal Consiglio Direttivo, caratterizzate dalla scelta di un sistema di governo orientato alla sostenibilità, da raggiungere attra- verso l’implementazione di un modello di responsabilità sociale multi-stakeholder in un contesto di gestione della complessità. Sono evidenti le trasformazioni della società in atto, che producono costantemente nuove soluzioni e processi innovativi, in termini di modelli economici di governo, sviluppo di servizi multi-stakeholder e tecnologie (modelli di business, nuovi materiali e digitalizzazione), trasformazioni alle quali deve corrispondere una normazione capace di rappresentare la “piattaforma facilitatrice, dove le risorse migliori del Paese, attraverso un’ampia partecipazione, condividono soluzioni a beneficio di tutti”.
In linea con gli indirizzi della Dichiarazione di Berlino, approvata dalla 40a Assemblea Generale dell’ISO nel 2017, è necessario che gli enti di normazione di riferimento sulla scena mondiale siano capaci di interpretare l’innovazione. Per UNI ciò significa indirizzare l’organizzazione individuando i “Grandi Temi” sui cui convergere le risorse e definire gli strumenti per coinvolgere una parte sempre più importante della società, nella sua declinazione economica e sociale.
L’esperienza già avviata negli ultimi anni dagli Organi Direttivi, nelle materie della sicurezza (sul lavoro, domestica, urbana, finanziaria, informatica, alimentare), della valorizzazione della produzione nazionale (il cosiddetto “Made in”), della efficienza del sistema delle costruzioni e delle opere pubbliche, rimodulati secondo alcuni indirizzi di politica normativa a livello nazionale, europeo e internazionale, ha suggerito alla Giunta Esecutiva di perseguire lo sviluppo dell’Ente verso una nuova definizione di argomenti che possano essere considerati anche quale contributo della normazione al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU 2030. A riguardo si ricorda che l’Italia aderisce all’agenda ONU per mezzo di una Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attuata con la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile ed emanata il 16 marzo 2018, alla quale UNI intende contribuire.
La gestione dei Grandi Temi, sotto la supervisione degli Organi Direttivi, consente di fornire le risorse (nuovi soggetti del mercato) e i contenuti (problemi e possibi li soluzioni) per la strutturazione di nuove attività di normazione, in un’interazione dinamica con la Commissione Centrale Tecnica.
In tal modo le nascenti iniziative di autoregolamentazione volontaria legate all’innovazione (schemi proprietari, specifiche di consorzi, regole amministrative locali, ecc.) possono essere intercettate e fatte convergere nella definizione di uno stato dell’arte consensuale, rappresentato dalle norme tecniche, che costituisce l’obiettivo principale della mission dell’Ente. Una riflessione che parte dalle linee politiche e strategiche di UNI, ma che inevitabilmente, attraverso i Grandi Temi, va a permeare tutto il contesto della normazione, passando dalle commissioni tecniche e relativi gruppi di lavoro, fino ad arrivare alle singole norme e alle prassi di riferimento. Sono, infatti, molteplici gli esempi di norme tecniche e UNI/PdR pensate per rispondere a delle esigenze specifiche del mercato, che di fatto supportano in modo concreto il conseguimento degli Obiettivi di Sostenibilità ONU.
In via generale, gli standard supportano i tre pilastri dello sviluppo sostenibile:
- economico: le norme promuovono la sostenibilità economica facilitando il commercio internazionale, migliorando le “Infrastrutture Nazionali per la Qualità” di un Paese e sostenendo le pratiche aziendali sostenibili. Coprono qualunque settore, dall’efficienza dei metodi agricoli ai sistemi di gestione anti-corruzione.
- sociale: le norme promuovono la sostenibilità sociale aiutando a migliorare la salute e il benessere dei cittadini. Riguardano tutti gli aspetti del benessere sociale, dai sistemi e prodotti sanitari all’inclusione sociale e all’accessibilità.
- ambientale: le norme promuovono la sostenibilità ambientale aiutando a gestire l’impatto ambientale di tutte le attività. Si occupano di aspetti come la realizzazione di un sistema di gestione ambientale, la misurazione e la riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo energetico, nonché incoraggiando un consumo responsabile.
Fig. 1 – Gli standard a supporto degli obiettivi ONU per l’Agenda 2030
Normazione e innovazione: le UNI/PdR
Le norme tecniche sono strumenti di trasferimento tecnologico semplici e convenienti: rendere conforme a norma un prodotto, servizio, processo spesso costituisce il primo passo nel cammino dell’innovazione delle imprese, soprattutto delle piccole e micro.
L’Unione Europea afferma che “le norme sono un motore riconosciuto per l’innovazione”, raccomandando al mondo della ricerca di trasferire i propri risultati al mercato direttamente nelle norme, attribuendo ad esse un ruolo di stimolo all’innovazione analogo a quello dei brevetti. Il G7 stesso crede che “le norme tecniche volontarie internazionali guidate dall’industria … siano fondamentali per il progresso verso un mondo connesso in modo digitale. Le norme sono strumenti per promuovere la crescita economica, l’innovazione […] nonché l’interoperabilità, la fiducia e la sicurezza nell’utilizzo dell’ICT”.
La normazione favorisce l’innovazione perché:
- diffonde la conoscenza;
- trasferisce la tecnologia;
- promuove la gestione e la cultura dell’innovazione nelle imprese;
- accorcia i tempi di introduzione nel mercato di prodotti e servizi;
- crea reti di rapporti tra imprese e ricerca;
- definisce il quadro di riferimento nel quale si sviluppano i nuovi prodotti, processi e i mercati.
Tutto ciò contribuisce a ridurre il rischio economico e finanziario delle attività di ricerca e sviluppo, promuovendo l’attività di innovazione. I settori più innovativi trovano nelle prassi di riferimento “UNI/PdR” la risposta più adatta a formalizzare specificazioni tecniche per preparare le condizioni di sviluppo per future attività di normazione.
L’idea di definire nel sistema UNI una forma di documento para-normativo nazionale, quali le Prassi di Riferimento, nasce dalle iniziative già perseguite da ISO, CEN e numerosi enti di normazione nazionale, (come i “PAS” dell’inglese BSI, i “Referentiel de bonnes pratiques” del francese AFNOR o i CWA – CEN Workshop Agre- ement), di disporre di una modalità di condivisione e formalizzazione di contenuti tecnici innovativi – spesso sulla base di documenti già consolidati in forma privata o consorziata – nella quale la limitazione del coinvolgimento delle parti interessate (e quindi del livello di consenso) sia funzionale alla rapidità dell’iter e quindi al ruolo di trasferimento della conoscenza richiesto al mondo della normazione.
Nelle Linee Politiche UNI 2011-2013 si è voluto confermare l’utilità di regolamenta- re nuove forme di pubblicazioni para-normative, frutto di collaborazioni con soggetti istituzionali, al fine di accrescere la cultura dell’innovazione e preparare i contesti di sviluppo per le attività di normazione, in particolare – ma non solo – nel settore dei servizi. Sono quindi state definite le caratteristiche (tramite un’apposita regolamentazione e una procedura) di una nuova tipologia di documento UNI, denominata “prassi di riferimento” ed approvata dagli organi direttivi dell’Ente.
Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido (circa 9 mesi dall’approvazione della richiesta) processo di condivisione ristretta ai soli autori, verificata l’assenza di norme o progetti di norma allo studio sullo stesso argomento. Gli autori sono anche i committenti del lavoro, poiché sono tenuti a firmare un contratto che - oltre a specificare il titolo, lo scopo, le risorse, i tempi – definisce anche gli aspetti economici connessi al finanziamento della realizzazione della prassi. Naturalmente il “profilo” del committente/autore deve assicurare una rappresentatività ampiamente riconosciuta dal mercato: per esempio, può essere un’entità pubblica o un consorzio di organizzazioni. Agli autori sopra citati si possono aggiungere esperti del sistema UNI, che possono portare esperienze specifiche in ambiti limitrofi già normati. Poiché le prassi non sono norme tecniche, sono elaborate in appositi “Tavoli” indipendenti dagli organi tecnici del Sistema UNI ma comunque sotto la conduzione operativa dell’UNI, che ne cura anche la pubblicazione.
Le prassi di riferimento sono strumenti al servizio della normazione e del mercato: nell’ottica del miglioramento continuo il Sistema UNI deve dotarsi di processi e strumenti capaci di rispondere alle sollecitazioni del mercato, che richiede tempi sempre più ridotti ed interventi a valore aggiunto. Questa forma di pubblicazione para-normativa (particolarmente adatta ad argomenti caratterizzati da un ridotto grado di consolidamento nella società) va nella direzione auspicata di accrescimento della cultura dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione.
Le prassi di riferimento sono soluzioni a sostegno dell’innovazione:
- nell’intercettare non solo tematiche nuove e innovative, ma anche nuovi stakehol- der che, per motivi diversi, non si sono mai rivolti al mondo della standardizzazione o non hanno mai pensato alla standardizzazione come strumento potenzialmente utile;
- nel promuovere il trasferimento di tecnologia e conoscenza: le prassi di riferimento sono, infatti, liberamente disponibili e gratuitamente scaricabili dal sito web UNI;
- nel rappresentare un primo passo per il futuro sviluppo di uno standard completo: entro 5 anni dalla pubblicazione, le UNI/PdR devono diventare standard nazionali, europei o internazionali o devono essere ritirate.
[...] l'articolo continua con la fase del Collaudo.
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Il presente articolo fa parte degli ATTI DEL CONGRESSO NAZIONALE 2019 DELL’ASSOCIAZIONE MASTER
Normativa Tecnica
Con questo TOPIC raccogliamo le news e gli approfondimenti che riguardano il tema della normativa tecnica: le nuove disposizioni, le sentenze, i pareri e commenti, l’analisi di casi concreti, il commento degli esperti.