Post-sisma: ISI preoccupata per l'assenza di piani di prevenzione e investimenti nei programmi dei partiti
Amnesia o sottovalutazione? L’Associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI) invita a considerare i costi della mancata pianificazione.
Senza prevenzione il terremoto sarà sempre più un costo alto e certo
Il sisma, al centro dell’attenzione mediatica nei giorni della triste ricorrenza dal terremoto di Amatrice e per la visita all’Aquila di Papa Francesco domenica scorsa, è invece incomprensibilmente assente dai programmi politici dei partiti impegnati in campagna elettorale.
Un silenzio preoccupante, considerando l’alto rischio sismico dell’Italia e la fragilità di molta parte del costruito, strutture e infrastrutture. L’Associazione Ingegneria Sismica Italiana - ISI ha analizzato le proposte dei maggiori schieramenti e, tranne in un caso, al sisma e ai piani di prevenzioni per ridurne gli impatti in caso di accadimenti, non si fa riferimento. Se non in termini generici o relativi ai soli bonus.
Amnesia o sottovalutazione? In una fase in cui l’attenzione alla programmazione delle spese da parti di tutti gli attori economici e istituzionali è strategica, evidenziamo che il terremoto sarà sempre più un costo (purtroppo certo) e alto se si tarderà ad investire sulla prevenzione.
Dal proprio osservatorio e ruolo, l’Associazione Ingegneria Sismica Italiana ISI (che è apartitica e non intende prendere posizioni in tal senso) chiede di considerare i futuri costi di mancata pianificazione e promuovere una sensata politica di mitigazione del rischio su tutto il territorio nazionale.
A supporto, presenta il proprio contributo attraverso il documento “2021-2026-2031 Manifesto per il futuro dell’Ingegneria Sismica Italiana. La sicurezza sismica del patrimonio edilizio e infrastrutturale nel piano nazionale di ripresa e resilienza”. Sarà nostra cura far recapitare ai principali partiti il nostro Manifesto, per contribuire all’attuazione di politiche a medio e lungo termine che abbiano visione di ampio respiro.
Queste le parole del Presidente di ISI Andrea Barocci: "Tutti i politici che in questi giorni si presentano agli italiani hanno nella loro mente una prospettiva di almeno 5 anni. E sicuramente stanno assiduamente pensando a come alleviare o risolvere i problemi che in questo singolare periodo storico il nostro tessuto sociale ed economico, ad ogni livello, sta affrontando.
Problemi che, sappiamo bene, hanno avuto due cause principali: la pandemia e la guerra. Ma mentre guerra e pandemia non erano prevedibili, il terremoto nel nostro belpaese sismico è accompagnato dalla certezza della sua periodicità. In Italia, ogni 5-10 anni, ogni una o due legislature, avviene un sisma distruttivo, per il quale è necessario che lo Stato intervenga economicamente.
Un’altra certezza che abbiamo è quella della spesa sostenuta dallo Stato fino a oggi: si parla di oltre 150 miliardi di euro, attualizzati, dal 1968 a oggi. Di questa cifra, l’85% è servito per la ricostruzione, cioè per far fronte alle inadeguatezze del nostro patrimonio edilizio e infrastrutturale. Buona parte della spesa è stata poi recuperata tramite le accise sui carburanti, e quindi su un costo maggiore per tutti i cittadini indistintamente, indipendentemente dal fatto che abbiano subito o meno il terremoto.
Siamo perfettamente consapevoli che nel tempo di una legislatura non si può aggiustare tutto o mettere tutto in sicurezza, ma si possono sicuramente avviare politiche virtuose affinchè negli anni a venire, una spesa a oggi inevitabile come quella della ricostruzione post-sisma possa essere sempre minore fino, al limite, a diventare un’opportunità di rigenerazione e spinta per l’economia. Il nostro comunicato stampa vuole essere uno stimolo al dialogo e un’occasione di confronto; l’Associazione ISI è disponibile e pronta a portare il proprio contributo, come sempre fatto in questi anni".