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Post sisma 2016: procedure troppo complesse, continuo cambio di normativa. Lo sfogo dei tecnici

Riceviamo e diffondiamo la lettera di due professionisti dell’area del Cratere del sisma 2016 rivolta Ordini Professionali, al Commissario per la Ricostruzione, ai presiedenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, e ai Sindaci del Cratere.

Nella lettera, di seguito riportata, i tecnici denunciano le mancanze e le difficoltà nello svolgere quelle attività, di carattere tecnico – amministrativo, per realizzare una buona ricostruzione.


Lettera aperta di alcuni tecnici impegnati nella ricostruzione post sisma 2016

"Noi sottoscritti tecnici professionisti, impegnati nella ricostruzione post sisma 2016 con notevole dispendio di energie e risorse con la presente intendiamo manifestare e rendere pubblico il profondo disagio che ci accompagna nello svolgere quelle attività, di carattere tecnico – amministrativo, necessarie per sviluppare un’efficace progettualità, azione fondamentale per ottenere una buona ricostruzione.

Comprendiamo che tale disagio, frutto anche delle congiunture negative che stiamo tutti vivendo, è sicuramente condiviso con gli altri soggetti, istituzionali e non, che operano nei territori colpiti dagli eventi sismici. Non possiamo comunque fare a meno di costatare come non ci si renda conto del fatto che alla base di un buon risultato vi è, senza dubbio, una piena collaborazione tra tutti gli attori coinvolti (terremotati, tecnici, imprese, enti locali, USR, Commissario di Governo ecc.).

Cosa manca per una "buona ricostruzione"

In sintesi, con grande disappunto ma con determinata fermezza, è opportuno che venga posta all’attenzione degli enti in indirizzo la mancanza delle condizioni minime per poter affrontare una così impegnativa ricostruzione in maniera dignitosa.

I punti su cui focalizzare l’attenzione sono molteplici, e tra questi è indispensabile segnalare i seguenti:

1) Procedure tecnico – amministrative molto complesse.

Mole di documenti da presentare nella procedura relativa ai finanziamenti previsti per la ricostruzione (DL 189/2016) enormemente superiore a quella necessaria per una pratica di superbonus 110, trattandosi comunque sempre di detrazioni di imposta.

2) Continui cambiamenti della normativa di riferimento.

Sin dall’inizio della ricostruzione si susseguono ordinanze che vengono poi modificate da provvedimenti successivi; anche la possibilità di integrare e/o sostituire i finanziamenti della ricostruzione con il superbonus 110, pur rappresentando una ulteriore risorsa per il cittadino, ha reso molto più complicata ed incerta l’azione progettuale (molti professionisti trovano più appetibile lavorare solo per il 110), anche per il fatto che solo negli ultimi giorni dell’anno passato è stata definita la nuova tempistica con relativa proroga. Inoltre, sempre il superbonus 110 non è applicabile per le attività produttive e per più di due unità immobiliari di uno stesso proprietario, relativamente ai lavori trainati.

Ulteriore incertezza, con relativo appesantimento del carico di lavoro per noi tecnici, deve essere attribuita alla continua modifica delle impostazioni finanziarie sia per il calcolo del costo convenzionale, che per i prezzari di riferimento (O.C. 118, 121, 123) generando, in alcuni casi, appetiti deleteri da parte delle ditte appaltatrici.

3) Difficoltà nel ricostruire i centri storici.

I centri storici rappresentano una delle problematiche più complesse e non ancora completamente risolte. Le perimetrazioni hanno bloccato per lungo tempo diverse zone e sono state in parte rimosse successivamente.

Gli aggregati appaiono difficoltosi per ciò che riguarda sia la gestione amministrativa, che quella tecnica, con particolare riferimento alle interazioni con altri interventi adiacenti.

I vincoli di carattere storico ed ambientale rendono necessari ulteriori pareri che rallentano il processo di consegna dei progetti (nel caso di un solo ente il parere va chiesto prima della consegna) e spesso comportano modifiche sostanziali."

CONTINUA...

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