Ponte sullo Stretto: un'opera in bilico tra utopia e realtà
Il Prof. Mazzolani (Professore emerito all'Università Federico II di Napoli) evidenzia le criticità tecniche, sociali e di sicurezza del progetto del ponte sullo Stretto, denunciando l'assenza di risposte istituzionali e il rischio di decisioni affrettate senza garanzie di fattibilità.
Durante il recente congresso CTA (Milano, 26-28 settembre 2024) il Professor Federico Mazzolani, Professore Emerito dell'Università Federico II di Napoli, ha condiviso la sua visione critica e approfondita riguardo alle problematiche e alle incertezze che gravano sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, tanto ambizioso quanto controverso.
Mazzolani, insieme ai colleghi Santi Rizzo dell’Università di Palermo e Mario De Miranda dell’Università di Milano, ha voluto porre l’attenzione sulla particolare condizione in cui si trova il progetto, sospeso tra la concreta necessità di un'infrastruttura strategica e una serie di ostacoli tecnici, economici e normativi. "Abbiamo dato questo titolo, Un ponte sospeso, proprio per sottolineare l'ambiguità del progetto, sia in termini di schema strutturale sia nella sua evoluzione concreta," spiega Mazzolani.
Questa infrastruttura è infatti da decenni un sogno accarezzato e al tempo stesso una sfida tecnica e politica. Nonostante i vari seminari organizzati e le numerose relazioni redatte, il progetto rimane bloccato in una situazione di incertezza, tra complesse analisi tecniche e lunghi processi decisionali.
I nodi critici del progetto: sicurezza, costi e tempi
Nel suo intervento, Mazzolani ha evidenziato alcuni degli aspetti più critici legati al progetto, soffermandosi sui problemi di sicurezza e sui dubbi riguardanti i benefici effettivi dell’opera. Tra i punti cruciali, spicca la questione della localizzazione delle strutture portanti, che dovrebbero sorgere in aree sismiche attraversate da faglie attive. Secondo le linee guida del Consiglio dei Grandi Rischi, tali aree dovrebbero essere interdette a qualunque tipo di costruzione, eppure, come sottolinea Mazzolani, "ci troviamo di fronte a un progetto in cui persino la costruzione di un pollaio sarebbe vietata, ma per il ponte si cerca di aggirare le norme."
Un'altra questione riguarda i 68 punti critici identificati nel progetto definitivo, che necessitano di chiarimenti prima di passare alla fase esecutiva. Tuttavia, secondo Mazzolani, le pressioni per accelerare l'avvio dei lavori hanno portato all'emanazione di quello che lui chiama “decreto spezzatino”, un decreto che consente di avviare attività preliminari senza il progetto esecutivo. "Questo decreto permette di iniziare demolizioni, aprire cantieri e realizzare analisi geotecniche senza risolvere i nodi principali del progetto: una situazione che considero estremamente grave."
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Mazzolani, inoltre, denuncia un dramma sociale legato all’espropriazione delle abitazioni di circa 200 famiglie, che potrebbero essere costrette a lasciare le proprie case per far spazio al ponte, pur senza alcuna certezza sul completamento dell’opera. "Queste persone sono state lasciate senza risposte chiare, pur avendo investito i risparmi di una vita nelle loro abitazioni. Si rischia di mettere in mezzo alla strada famiglie intere senza un progetto definitivo che giustifichi questa decisione."
La mancanza di risposte da parte delle istituzioni, sottolinea Mazzolani, è stata una costante durante tutto il processo: "Abbiamo presentato le nostre osservazioni, inviato relazioni e sollevato dubbi sulle questioni più urgenti, ma spesso ci siamo trovati di fronte a un muro di silenzio. Non possiamo accettare che un progetto di questa portata venga trattato con superficialità e senza garantire la trasparenza necessaria."
L’intervento di Mazzolani è stato un forte richiamo alla responsabilità e alla trasparenza. "Gli italiani non possono sopportare una situazione in cui si gioca con la sicurezza e con il destino di intere comunità," afferma il professore, che auspica maggiore chiarezza e una gestione più ponderata del progetto.
Mentre il sogno del ponte sullo Stretto rimane in sospeso, questa riflessione ci ricorda quanto sia essenziale un dibattito aperto e trasparente, fondato su criteri di sicurezza, sostenibilità e rispetto per le comunità locali. Come sottolinea Mazzolani, solo attraverso un confronto serio e costruttivo sarà possibile trasformare questo ponte dall’utopia alla realtà, e far sì che diventi un simbolo di progresso e di coesione, piuttosto che un progetto "sospeso" tra promesse e illusioni.
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