HARPACEAS SRL
Data Pubblicazione:

Ponte della Navetta: al via la sperimentazione di un bando per un’opera pubblica in chiave BIM. I contenuti e i vantaggi

Lo scorso 28 luglio è stato pubblicato sulla GURI il bando per “Lavori di realizzazione del nuovo ponte ciclopedonale della Navetta nel Comune di Parma”. La progettazione definitiva, iniziata in modo tradizionale dopo un concorso di idee, è stata condotta dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna allo stadio esecutivo tramite l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici (BIM).

Lo scorso 28 luglio è stato pubblicato sulla GURI il bando per “Lavori di realizzazione del nuovo ponte ciclopedonale della Navetta nel Comune di Parma”. La progettazione definitiva, iniziata in modo tradizionale dopo un concorso di idee, è stata condotta dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna allo stadio esecutivo tramite l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici (BIM).
Nell’ambito della predisposizione del bando di gara del progetto, sono state introdotte delle strategie migliorative per raggiungere obiettivi di risparmio e di efficientamento che le modalità di progetto/esecuzione orientate al BIM hanno reso disponibili e consolidato in moltissimi progetti in tutto il mondo. 
È stato deciso di affiancare ai documenti di gara il “capitolato Informativo” così come comunemente inteso nelle prassi internazionali nell’ambito della digitalizzazione dei progetti.
Il Capitolato Informativo (CI) si configura come un’appendice del capitolato speciale d’appalto orientato a dare organizzazione ad una serie di domande/specifiche che la Stazione Appaltante richiede in merito alle modalità di gestione informativa e informatizzata del procedimento di appalto, costruzione, controllo e collaudo, fino alla gestione dell’opera.
Il documento viene proposto in concomitanza con la pubblicazione, qualche mese fa per inchiesta pubblica e recentemente in edizione ufficiale approvata, delle nuove specifiche tecniche UNI-11337:2016 “Edilizia e opere di Ingegneria Civile: Gestione digitale dei processi informativi” e di questa norma ne ha seguito le linee di indirizzo. Nella redazione il provveditorato ha lavorato di concerto con gli esperti BIM di Harpaceas i quali, per altro, avevano già partecipato proprio al gruppo di lavoro UNI che ha predisposto le norme.
Le nuove legislazioni in materia di affidamenti in ambito costruzioni edili e infrastrutturali, come noto, sono orientate a migliorare il processo introducendo l’applicazione delle metodologie BIM. Con questi strumenti e con questi nuovi processi, di cui sono disponibili ampie documentazioni esplicative in tutti i siti specializzati oltre che essere oggetto di approfondimento formativo in quasi tutte le Università Italiane e presso associazioni di categoria, la P.A. punta ad ottenere un flusso informativo più veloce e preciso, a ridurre le problematiche in cantiere migliorando e anticipando la fase di controllo, a prevenire il più possibile i contenziosi che, come sappiamo, trovano spesso appoggio nelle carenze tecniche e progettuali.
In particolare il Capitolato Informativo è un documento redatto dalla stazione appaltante (nei paesi di cultura anglosassone è chiamato EIR: “Employee Information Requirement”) e che esplicita le richieste in termini di gestione informativa della Stazione Appaltante stessa nei confronti dell’Appaltatore. In questo caso specifico, trattandosi di un incarico per la realizzazione di una passerella ad uso pubblico, la Stazione Appaltante è un ente pubblico che si appresta contestualmente a svolgere funzioni di direzione lavori mentre l’appaltatore sarà l’impresa costruttrice privata che si aggiudicherà l’appalto.
Nonostante la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva fosse stata elaborata e resa disponibile soltanto in modalità tradizionale, e quindi espressa a mezzo di tavole 2D, relazioni e capitolati cartacei, per poter raggiungere lo scopo di indirizzo richiesto dalla P.A., il Provveditorato ha predisposto la modellazione 3D di appoggio ai documenti di gara, proprio con lo scopo di anticipare l’approccio BIM per le successive fasi di realizzazione. Il modello 3D informativo grafico dell’opera, redatto sulla base del progetto esecutivo, è allegato alla documentazione di gara in formato aperto e neutrale, ed è di conseguenza d’aiuto per qualsiasi offerente indipendentemente dalle applicazioni e dalle professionalità di cui costui si dovesse avvalere. Viene rispettato quindi uno dei vincoli suggeriti dalle nuove norme UNI 11337 e, con l’utilizzo delle sintassi aperte IFC, viene utilizzata e richiamata la norma UNI EN ISO 16739:2017. Quest’ultima norma, meglio conosciuta come IFC – Industry Foundation Classes - corrisponde alla sintassi redatta e mantenuta da buildingSMART Internazionale. Lo scopo di questa scelta, in altre parole, è quello di consentire all’Appaltatore di realizzarne il proprio modello di costruzione BIM-based basandolo su dati 3D già disponibili e di instaurare e sviluppare un flusso collaborativo efficace coinvolgendo la Direzione Lavori (Stazione Appaltante) e il costruttore (Appaltatore).
Visto il carattere innovativo e poco conosciuto che queste nuove procedure basate sulle modellazioni tecniche 3D in ambito progettuale inevitabilmente comportano, il Provveditorato ha scelto di proporre e richiedere la modellazione BIM senza costrizioni sulla scelta degli strumenti da utilizzare e mantenendo nel contempo la “prevalenza contrattuale del dato” focalizzata sugli elaborati tecnici tradizionali. E’ fatta richiesta nel capitolato di allineare le informazioni 2D con quelle 3D in tutti i casi nei quali ciò si dovesse rivelare necessario in maniera di arrivare al termine dei lavori con una modellazione adeguata, aggiornata e qualitativamente impeccabile a vantaggio della successiva fase di gestione della infrastruttura.
La stazione appaltante, a nostro giudizio, ha dimostrato con questa impostazione di voler innovare le proprie procedure, come stanno facendo gran parte delle stazioni appaltanti pubbliche e private di molti paesi, senza dimenticare che è solo attraverso innovazione e investimenti procedurali migliorativi da parte di tutte le parti coinvolte e nel rispetto delle loro prassi ed esperienze lavorative che si possono ottenere risultati economicamente e qualitativamente vantaggiosi. Il committente si impegna ad approfondire e conoscere con più consapevolezza e dettaglio le motivazioni per le sue richieste e necessità informative sull’opera da realizzare, ben preparato nei confronti delle nuove prospettive che la digitalizzazione dei processi richiede, mentre gli appaltatori garantiscono maturità progettuale con lo stato dell’arte consentito dalle nuove tecnologie.
Non trascurabile in questo contesto, proprio in relazione all’approccio adottato, appare anche l’aspetto di esperienza “formativa” che lo staff della Stazione Appaltante si avvia a concretizzare. E’ infatti adottando l’introduzione del BIM per gradi e step successivi di applicazione crescente che gli attori in causa potranno implementarlo al meglio e con il miglior profitto possibile.
Più nel concreto, l’approccio seguito nella redazione del documento da parte della Stazione Appaltante è stato quello di individuare gli utilizzi fondamentali del modello grafico informativo con caratteristiche costruttive che possano incidere significativamente sull’economia della costruzione e nel raggiungimento di una qualità progettuale adeguata. Si è cercato, sulla scorta di un modello che si richiede esser mantenuto aggiornato fino al dettaglio esecutivo e costruttivo corrispondente alla consegna finale, di ottenere:
·        Computi preliminari e a consultivo;
·        Verifica e controllo degli Stati di Avanzamento Lavori (SAL);
·        Verifiche preliminari e in corso d’opera delle incongruenze interdisciplinari;
·        Verifiche preliminari e in corso d’opera delle incoerenze interdisciplinari;
·        Dati e modelli 3D veritieri a vantaggio delle future fasi di manutenzione e gestione.
 
Oltre a questi obiettivi si è proceduto a delineare alcuni processi tradizionalmente dialettici tra la direzione lavori e l’impresa costruttrice, con lo scopo di riproporli in chiave digitale immaginando l’utilizzo di un sistema collaborativo e di archiviazione che si configurasse proprio come un “ACDat” (Ambiente di Condivisione Dati), così come indicato dalla norma UNI 11337.
Il Capitolato Informativo esprime e sintetizza questi concetti richiedendo ai partecipanti al bando di gara di rispondere impegnandosi ad esplicitare la propria strategia digitale nella loro risposta attraverso l’Offerta per la Gestione Informativa (oGI), un documento altresì previsto dalla norma tecnica.
In dettaglio è prescritto e richiesto di:
·        realizzare modelli informativi grafici delle varie discipline con caratteristiche costruttive;
·        utilizzare detti modelli per seguire lo stato di avanzamento lavori attraverso un continuo aggiornamento degli stessi;
·        fornire ed utilizzare una piattaforma informatica da utilizzarsi come unico “ACDat”;
·        consentire l’instaurarsi delle procedure di controllo dei SAL attraverso l’uso dei modelli aggregandoli sulla piattaforma di condivisione e collaborazione;
·        poter gestire il cantiere dal punto di vista della sicurezza;
·        ultimare e aggiornare i modelli corredandoli delle informazioni necessarie alla successiva manutenzione del manufatto.
 
Agli oggetti componenti i modelli consegnati è richiesto di essere dotati di un set di attributi “ad hoc” per registrare il codice d’ordine corrispondente all’elenco prezzi a base di gara, il codice del prezziario di riferimento quando presente, la data di prevista posa in opera come da cronoprogramma dei lavori, la data di posa in opera effettiva.
Per quanto attiene invece al livello di dettaglio degli oggetti della modellazione, si è scelto di suggerire, senza richiederlo in via obbligata, l’uso della scala LOD delle UNI-11337:2017, sufficiente, almeno a livello metodologico, per mettere in atto una compilazione progressiva dei dati associati alla modellazione ma senza imporre modelli troppo raffinati in relazione all’utilizzo previsto.
Viene altresì richiesto che i modelli vengano mantenuti e forniti differenziandoli in almeno tre sotto modellazioni comunque espresse in accordo alle UNI EN ISO 16739:2016:
·        Modello Strutturale/Architettonico delle spalle destra e sinistra del ponte e delle rampe di accesso
·        Modello Strutturale/Architettonico del ponte
·        Modello impiantistico
 
Particolare attenzione è stata riposta infine nei confronti dei flussi informativi delle attività di realizzazione e condivisione del modello costruttivo in quanto a fasi di consegna, approvazione e aggiornamento dello stesso durante la realizzazione. A tal proposito si sono indicate le modalità con cui organizzare l’ambiente di condivisione ACDat (suddividendolo come di consueto a livello internazionale nelle 4 aree principali: lavori in corso, condivisione, pubblicazione, archivio) e adottando all’interno di esso una procedura di validazione impostata sulla base delle indicazioni della UNI-11337:2017-5 che definisce gli stati di approvazione delle informazioni. E’ previsto che il flusso informativo possa far “transitare” i contenuti attraverso le 4 aree dell’ACDat fino a completare il processo con i corrispondenti step di emissione e autorizzazioni dei pagamenti.
Con riferimento ai ruoli delineati nel processo sono richieste:
·        l’esplicitazione delle figure che ricopriranno i ruoli tipici della gestione informativa in BIM, ovverosia gli specialisti di disciplina, i coordinatori e i gestori delle informazioni;
·        l’esplicitazione di un calendario condiviso di appuntamenti per la verifica delle lavorazioni e dell’avanzamento della realizzazione dell’opera contestuali alla verifica virtuale proposta negli aggiornamenti dei modelli;
·        l’esplicitazione delle matrici di responsabilità per le varie attività;
·        Il controllo e l’aggregazione dei modelli disciplinari previsti;
·        l’aggancio e la registrazione delle informazioni sui materiali e sulla documentazione di collaudo per il mantenimento in efficienza dell’opera nel tempo.
 
Con questo approccio la Direzione Lavori in oggetto potrà senz’altro migliorare il processo di controllo e verifica sullo stato di avanzamento dei lavori.
L’auspicio è che questo percorso sperimentale intrapreso dal Provveditorato di Lombardia ed Emilia Romagna possa costituirsi come caso di riferimento per tutte le Stazione Appaltante pubbliche (e private) per il conseguimento di innovazione metodologica, maggior comprensione delle proprie necessità, maggior qualità di realizzazione e contenimento dei costi. Tutti aspetti per altro già emersi anche nella fase iniziale di redazione preventiva dei modello posti a base gara, durante la cui attività sono state infatti risolte, anticipandole, alcune problematiche legate ad imprecisioni progettuali e vizi procedurali, prima che potessero trasformarsi in potenziali motivi di rivalsa degli appaltatori sulla committenza.