Pompe di calore, un comparto che cresce a doppia cifra. Il futuro? Sistemi smart e ancora più "green"
L'intervista a Federico Musazzi, neo segretario generale di Assoclima, che fa il punto sull'andamento del settore della climatizzazione e sull'industria delle pompe di calore, anticipandone le principali innovazioni tecnologiche.
L’industria italiana dei sistemi di climatizzazione è oggi riconosciuta come uno dei maggiori leader mondiali del settore.
Un mercato, quello della climatizzazione, che negli ultimi anni ha registrato un trend di crescita costante, purtroppo interrotto dall'emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid. Uno stop che, secondo le previsioni, influirà negativamente fino alla fine dell’anno.
Federico Musazzi, neo Segretario Generale di Assoclima, fa il punto sull'andamento del settore e sull'industria delle pompe di calore, anticipando le principali innovazioni tecnologiche che guideranno lo sviluppo di sistemi sempre più sostenibili e intelligenti.
Il mercato della climatizzazione
Ing. Musazzi, il settore della climatizzazione ha registrato nel 2019 un trend in crescita in Italia. Come sono andati i primi sei mesi del 2020? Qual è l'andamento del mercato nel nostro Paese e nel mondo?
«A partire dal 2015 il settore della climatizzazione ha sempre chiuso in positivo registrando un trend di crescita costante in tutti i settori che rappresentiamo. Il 2020 era partito altrettanto bene, l’andamento positivo si è interrotto tra aprile e giugno a causa della pandemia che ovviamente influirà negativamente fino alla fine dell’anno. Oggi i segmenti di maggior mercato sono legati agli apparecchi a espansione diretta e ai sistemi idronici a pompa di calore e, su entrambi i fronti, il dato complessivo da gennaio a oggi, è negativo: per i sistemi split e multisplit parliamo di un meno 6,5% a quantità e meno 12% a valore, mentre i sistemi idronici arrivano a un meno 20%. La situazione è migliorata tra luglio e agosto, ma non tale da compensare il periodo di lockdown che ha provocato cali enormi, fino all’80% di crollo del mercato».
Qual è la situazione a livello europeo?
«È a macchia di leopardo perché i Paesi hanno reagito adottando misure di contenimento diverse. L’Italia è un mercato importante sia dal punto di vista della produzione sia per la componentistica per il settore della climatizzazione. Di certo, la fase di lockdown ha penalizzato il nostro export verso i Paesi europei, mettendo in difficoltà altri mercati che erano a corto di componenti».
Pompe di calore: un comparto in crescita
Lo scorso luglio è stata pubblicata la terza edizione del Libro bianco sulle pompe di calore: un comparto in crescita?
«In una situazione normale, al netto della crisi causata dal lockdown, è un comparto che cresce a doppia cifra, anche del 20%. In ogni caso le aspettative sono elevate, perché il riferimento è quanto prevede il Green Deal europeo che punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In questo senso, già al 2030, è prevista una crescita delle fonti di energia alternativa e anche delle rinnovabili termiche. La parte del leone la faranno le pompe di calore, la stima è che l’85% dell’obiettivo di crescita delle rinnovabili termiche dovrà essere coperto proprio dalle pompe di calore. Il contesto e lo scenario di riferimento sono un’ottima premessa per ottenere buoni risultati in questo segmento».
Efficienti, sostenibili e intelligenti: il futuro delle pompe di calore
Quali sono le innovazioni tecnologiche che caratterizzano le attuali pompe di calore?
«Abbiamo diversi filoni di innovazione, parliamo di prodotti che tecnologicamente non hanno ancora dato il massimo delle loro potenzialità. Le prospettive di crescita riguardano l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche in termini di efficienza stagionale, inoltre si sta lavorando anche sulla tecnologia degli inverter. L’obiettivo è consentire alla pompa di calore di funzionare non in una situazione on/off, ma con una modulazione della potenza in funzione delle condizioni di temperatura per ottimizzare i consumi energetici. L’innovazione riguarda anche i gas refrigeranti, si punta a utilizzare quelli più eco compatibili, anche sulla spinta della normativa europea sugli F-Gas. In generale, si sta andando nella direzione di una maggior sostenibilità ambientale, attraverso l’evoluzione tecnologica. Ovviamente non manca l’aspetto smart con lo sviluppo di apparecchi integrati che consentano, ad esempio, il dialogo tra la pompa di calore e la caldaia oppure lo scambio di dati con la rete elettrica per ottimizzare il funzionamento del sistema in base al costo dell’energia. Si sta facendo ricerca anche sul tema dell’acustica e della rumorosità, in poche parole l’evoluzione tecnologica coinvolge diversi aspetti».
Il Superbonus al 110% incluso nel Decreto Rilancio è un'occasione per il settore o presenta criticità che rischiano di penalizzare le piccole e medie imprese? Qual è la posizione di Assoclima?
«Oggettivamente è un incentivo altissimo e mai visto, che riconosce il ruolo fondamentale che ricopre il settore dell’edilizia e, in particolare, l’impiantistica come leva per accelerare gli obiettivi del Green Deal. Occorre chiarire al più presto quesiti e dubbi sia procedurali sia tecnici, altrimenti il rischio è che ci sia una grande aspettativa e vengano rimandati tanti interventi. Per il resto siamo fiduciosi, in quanto i lavori che prevedano l’installazione delle pompe di calore o tecnologie impiantistiche, generalmente possono essere attivati più velocemente rispetto a una ristrutturazione pesante, e in molti casi potrebbero consentire il doppio salto classe».
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