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PNRR: i progetti di fattibilità e la metodologia BIM

Come affrontare la sfida del PNRR al meglio? Conoscere le normative, definire i flussi di gestione informativa, utilizzare gli Ambienti di Condivisione Dati, redigere i Capitolati Informativi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Elemento cardine nel panorama di riforme messe in atto dal governo italiano dal 2021 al 2026 è senza dubbio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Va considerato che il PNRR fa parte di un programma più ampio, il Next Generation EU (NGEU), concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.

“[...] Tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che sono state spesso lente nell’adottare nuove tecnologie e muoversi verso produzioni a più alto valore aggiunto. [...]” riporta la Premessa del PNRR, p.2; 23/04/2021.

Il PNRR comprende un progetto di riforme riguardanti la pubblica amministrazione, la giustizia, la semplificazione della legislazione e la promozione della concorrenza. Tra gli obiettivi che riguardano la riforma della pubblica amministrazione vi è la volontà di migliorare la capacità amministrativa sia a livello centrale sia a livello locale; rafforzandone i processi di selezione, formazione e promozione dei dipendenti pubblici; incentivando la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure amministrative. Punto cardine è l’ingente utilizzo dei servizi digitali, con l’obiettivo di ridurre le procedure burocratiche, ottimizzando i costi e i tempi che attualmente gravano su imprese e cittadini.

La Digitalizzazione e l’Innovazione, fanno parte dei tre assi strategici previsti dal Piano, condivisi a livello europeo.

“[..] La digitalizzazione e l’innovazione di processi, prodotti e servizi rappresentano un fattore determinante della trasformazione del Paese e devono caratterizzare ogni politica di riforma del Piano. L’Italia ha accumulato un considerevole ritardo in questo campo, sia nelle competenze dei cittadini, sia nell’adozione delle tecnologie digitali nel sistema produttivo e nei servizi pubblici. Recuperare questo deficit e promuovere gli investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali, è essenziale per migliorare la competitività italiana ed europea; favorire l’emergere di strategie di diversificazione della produzione; e migliorare l’adattabilità ai cambiamenti dei mercati. […]” riporta il paragrafo "Assi strategici e priorità trasversali" del PNRR, p.13; 23/04/2021.

Per favorire questi processi è previsto l’utilizzo di ambienti cloud, strumenti interoperabili, tecnologie BIM che accelerino e snelliscano le procedure pubbliche.

 

PNRR e il Progetto di fattibilità tecnica ed economica

Per quanto riguarda le linee guida utili alla progettazione e realizzazione delle opere pubbliche contemplate nel PNRR, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha pubblicato sul sito istituzionale il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica delle opere pubbliche (PFTE).

Secondo le linee guida, la progettazione e l’esecuzione delle opere finanziate dal PNRR e dal PNC può essere affidata anche sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici (CSLLPP) deve rendere un parere sui progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi ai lavori pubblici finanziati almeno per il 50% dallo Stato, di importo pari o superiore a 100 milioni di euro. Per i lavori di importo inferiore, il parere del CSLLPP non è richiesto fino al 2026.

Tra gli obiettivi principali contenuti nelle linee guida del progetto di fattibilità tecnica ed economica vi sono:

  • introduzione della digitalizzazione in funzione della riforma e della riconfigurazione delle stazioni appaltanti,
  • previsione dei contratti collettivi nazionali e territoriali,
  • previsione di misure per favorire l’inclusione delle microimprese, piccole e medie imprese nella fase di realizzazione dell’opera,
  • semplificazione delle procedure per la realizzazione di investimenti in tecnologie verdi e digitali, innovazione e ricerca

Per la redazione del Progetto di fattibilità richiesto dal PNRR, è necessario determinare, in primo luogo, il quadro esigenziale, che tiene conto degli obiettivi generali. Successivamente, sulla base dell’analisi costi-benefici, si redige il documento di fattibilità delle alternative progettuali, con una valutazione facoltativa dell’impatto socio-economico ed occupazionale del cantiere.

Dopo aver individuato l’alternativa progettuale da sviluppare, il documento di indirizzo alla progettazione (DIP) disciplina la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica (PFTE).

Ma quali sono gli effetti e le potenzialità del PRNN ad un livello più ampio, quello degli appalti pubblici?

 

Gli effetti e le potenzialità del PRNN sugli appalti pubblici

Gli appalti pubblici sono in crescente aumento e molti tecnici, professionisti e pubbliche amministrazioni si trovano a dover gestire una mole corposa di attività utilizzando strumenti e processi tipici della metodologia BIM.

La quantità di contratti stipulati con questa metodologia sono passati da circa trecento nel 2018 a cinquecento sessanta nel 2020, pertanto risultano quasi raddoppiati e continueranno a crescere soprattutto in vista dei programmi per la ripresa del nostro Paese (PRNN) definiti dal Ministero.

 

Evoluzione degli appalti dal 2015 al 2020

Tabella 1 - Tabella di confronto dell'evoluzione degli appalti. fonte ANCE – OICE

 

Sebbene la metodologia BIM sia ormai conosciuta a livello teorico dalla maggior parte degli stakeholder che prendono parte ai processi di progettazione e attività correlate ad essa, la gestione delle stesse attività rappresenta ancora un ostacolo per la maggior parte dei Committenti e Stazioni Appaltanti.

La motivazione, spesso, risiede nell’incapacità di pianificare in modo appropriato, secondo le normative vigenti, sia i flussi di gestione della commessa, dalle attività alle consegne, sia la documentazione di contratto. La gestione dei flussi infatti consente di ottimizzare e controllare le risorse, i tempi e costi sia pianificati che effettivi, riducendo al minimo il margine di errore in fase di costruzione. Il contratto, d’altra parte, rappresenta il punto di partenza per qualsiasi tipologia di incarico; contiene richieste e requisiti da soddisfare, modalità di gestione del lavoro, tempistiche e tutto quanto possa essere utile al progetto. Definire un documento contrattuale chiaro e condiviso risulta essere un passaggio fondamentale e propedeutico all’avvio di ogni commessa. Nello specifico, in riferimento al tema del digitale, ci si riferisce alla stipula di un Capitolato Informativo completo di tutte le richieste del Proponente e delle informazioni utili all’Incaricato per la produzione di una corretta offerta (oGI; preBEP) e successiva gestione del progetto (pGI; postBEP).

Gli elementi che consentono una gestione ottimale dei progetti con metodologia BIM sono di seguito riassumibili:

  • Conoscenza della normativa.
  • Definizione dell’ACDat, di commessa e distribuito.
  • Stipula di un corretto Capitolato Informativo.

Di seguito vengono approfondite le tematiche sopra citate.

 

Gestione ottimale dei progetti d'appalto in BIM


Conoscenza della normativa

La metodologia BIM è regolata da una serie di apparati normativi, tra cui la ISO 19650 (di recente uscita le parti 3 relativa agli Asset e la parte 5, sulla sicurezza dei dati. Di prossima uscita la parte 4, relativa allo scambio informativo), così come i lavori del CEN 442 e Building Smart International (IFC-Rail, IDS, ecc.).

Il Decreto “semplificazione” (D.L. 77 del 31 maggio 2021) ha fornito una spinta in più a livello legislativo, riproponendo il BIM come elemento premiale adottato nei progetti del PNRR, con la clausola dell’utilizzo di piattaforme interoperabili e di formati aperti non proprietari, e secondo specifiche regole dettate dal successivo provvedimento ministeriale (MIMS) coordinato con il precedente D.M. 560/2017.

A partire dal D.M. 560, aggiornato con il D.M. 312, si definiscono infatti i termini, gli importi economici e la premialità legate all’utilizzo del BIM negli appalti pubblici. Le ISO 19650, a livello internazionale, stabiliscono le linee guida per la gestione dei flussi, processi e documenti. Le UNI 11337, a livello nazionale, forniscono le linee guida per l’applicazione del metodo. Correlati a questi tre principali riferimenti normativi ve ne sono altri che approfondiscono tematiche più specifiche come ad esempio: le UNI-EN-ISO 16739:2016 legate al concetto di IFC (Industry Foundation Classes) o le UNI-EN 17412-1:2021 legate, invece, al concetto di livello di fabbisogno informativo.

Il Decreto Ministeriale n. 312, chiarisce un aspetto fondamentale nell’applicazione del BIM, ovvero il contributo e l’uso degli standard:

[…] Al fine di assicurare uniformità di utilizzazione dei metodi e strumenti elettronici le specifiche tecniche contenute nella documentazione di gara, nel capitolato informativo e nella restante documentazione di gara, fanno riferimento alle norme tecniche di cui al Regolamento UE n.1025/2012 secondo il seguente ordine:

  • norme tecniche europee di recepimento obbligatorio in tutti i Paesi dell’Unione Europea, pubblicate in Italia quali UNI EN oppure UNI EN ISO;
  • norme tecniche internazionali ad adozione volontaria pubblicate in Italia quali UNI ISO;
  • norme tecniche nazionali negli ambiti non coperti dalle UNI EN ed UNI ISO, pubblicate in Italia quali UNI.

In assenza di norme tecniche, si fa riferimento ad altre specifiche tecniche nazionali od internazionali di comprovata validità.

Infine, va considerata l’introduzione di indicazioni relative ai criteri premiali, i quali, ad esempio, “possono prevedere l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo all’offerente che impieghi metodi e strumenti digitali che consentano alla stazione appaltante di monitorare, in tempo reale, l’avanzamento del cronoprogramma e dei costi dell’opera. […]

Conoscere questi riferimenti, indispensabili se si deve operare in ambito BIM, semplifica e favorisce una maggiore e migliore comprensione dei flussi, processi e documenti da produrre durante la gestione di una commessa, dal contratto alla produzione digitalizzata di informazioni e modelli.

 

Nuova terminologia BIM

Grazie al D.M. 312 del 2 agosto 2021 viene ampliata e consolidata la terminologia BIM.

Di seguito ne vengono riportati alcuni termini salienti:

  • AMBIENTE DI CONDIVISIONE DEI DATI: un ambiente digitale di raccolta organizzata e condivisione di dati relativi ad un'opera, gestiti attraverso specifici flussi di lavoro e strutturati in informazioni relative a modelli informativi ed elaborati digitali prevalentemente riconducibili ad essi, corredato da flussi di lavoro a supporto delle decisioni.
  • MODELLO INFORMATIVO: insieme di contenitori di informazione strutturata, semi-strutturata e non strutturata.
  • INTEROPERABILITA’: I dati sono connessi in modelli informativi disciplinari e aggregati multi dimensionali orientati a oggetti.
  • ATTO ORGANIZZATIVO: che espliciti il processo di controllo e di gestione delle singole fasi procedimentali, la identità dei gestori dei dati e la proprietà degli stessi e le modalità di gestione dei conflitti, in relazione alla natura delle opere e dei cespiti comprensivi degli aspetti tecnici e procedurali adottati.
  • OFFERTA DI GESTIONE INFORMATIVA: il documento redatto dal candidato al momento dell’offerta che, in risposta ai requisiti informativi del capitolato, struttura temporalmente e sistematicamente i flussi informativi nella catena di fornitura dell'appaltatore o del concessionario, ne illustra le interazioni con i processi informativi e decisionali di quest'ultimo all'interno dell'ambiente di condivisione dei dati, descrive la configurazione organizzativa e strumentale degli operatori, precisa le responsabilità degli attori coinvolti.
  • PIANO DI GESTIONE INFORMATIVA: documento redatto dall’aggiudicatario sulla base dell’offerta di gestione informativa, da sottoporre alla stazione appaltante dopo la sottoscrizione del contratto e prima dell'esecuzione dello stesso. Può essere aggiornato nel corso dell’esecuzione del contratto.
  • PUNTEGGIO PREMIALE: punteggio che le stazioni appaltanti attribuiscono ai criteri di aggiudicazione inerenti all’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici di cui all’articolo 23, comma 1, lettera h), del codice dei contratti pubblici.

Il decreto sopra ciato definisce e chiarisce, inoltre, che le stazioni appaltanti, possono richiedere, a partire dal 2022, l'uso dei metodi e degli strumenti indicati nel codice dei contratti pubblici per “le nuove opere nonché per interventi di recupero, riqualificazioni o varianti, indipendentemente dalla fase progettuale e dal relativo valore delle opere”.

È inoltre richiesta la produzione di progetti di fattibilità.

 

Flussi informativi

Un aspetto di fondamentale importanza per la gestione digitalizzata dell’intero processo costruttivo è la strutturazione, a monte, di flussi informativi propedeutici alla definizione delle fasi, attività e ambienti di condivisione dati (ACDat) per la corretta pianificazione ed esecuzione di una commessa.

La ISO 19650 parte 1,2 definisce i flussi di gestione della commessa e gli attori coinvolti. In fase di fattibilità la stazione appaltante dovrà produrre il Project Information Requirement, ovvero i requisiti informativi del progetto, per poi redigere il C.I. durante la formulazione del bando di gara. La norma internazionale stabilisce inoltre, che il Piano di Consegna delle Informazioni (IDP) debba essere redatto in fase di formulazione dell’offerta (oGI; preBEP) per poi essere ulteriormente dettagliato dopo il conferimento dell’incarico (pGI; postBEP). Cosi come stabilisce la necessità di prevedere una pianificazione aggiuntiva, in sede di svolgimento dell’incarico stesso, nella conclusiva gestione del Modello Informativo di Progetto (PIM).

 

Flusso informativo di dettaglio di pianificazione delle consegne -ISO 19650-1:2018

Figura 1 - Flusso informativo di dettaglio di pianificazione delle consegne -ISO 19650-1:2018.

 

Sulla base delle linee guida delle normative e sulla base delle specifiche dei bandi di gara per gli appalti pubblici, si possono definire i flussi informativi relativi alla fase di progettazione, costruzione e gestione di un Asset. Questi passaggi sono fondamentali per la corretta riuscita di un’opera. Risulta indispensabile prevedere non solo i passaggi e le risorse necessarie per la pianificazione e progettazione ma anche e soprattutto per la costruzione e gestione del bene nel lungo termine (facility management).

Nell’immagine seguente viene riportato un esempio di flusso relativo alla fase di progettazione.

 

Flussi informativi propedeutici alla progettazione

Figura 2 - Flussi informativi propedeutici alla progettazione.

 

 

Definizione dell’ACDat

Un elemento fondamentale nella gestione dei flussi informativi di commessa è la strutturazione dell’ACDat. La ISO 19650-2, parla di ACDat di “commessa” (del soggetto proponente; da predisporre prima del bando) e di ACDat “distribuito” (dei soggetti incaricati, gruppo di fornitura). L’ACDat è la piattaforma deputata all’archiviazione, condivisione e gestione dei dati di progetto, e rappresenta uno degli elementi centrali del processo di digitalizzazione del settore delle costruzioni, in cui le informazioni condivise sono tracciate e trasparenti.

Nell’ambito di un bando pubblico, l’ACDat di commessa deve essere operativo prima del bando di gara e deve essere successivamente testato durante l’offerta di gara e dopo l’aggiudicazione dell’incarico.

Le specifiche caratteristiche e proprietà dell’ACDat vengono riprese e definite dalla norma unificata di riferimento italiana, UNI 11337-parte 5, che nel qualificare l’Ambiente di Condivisione Dati come il contenitore di tutte le informazioni relative all’opera ne elenca nel dettaglio le caratteristiche in termini di accessibilità, tracciabilità dei flussi informativi, supporto delle diverse tipologie e formati di dati e relativa elaborazione, archiviazione e aggiornamento dei dati.

Questo è il flusso tipico di lavorazione, condivisione, pubblicazione e archiviazione di dati e modelli informativi dell’ACDat di commessa (staz. Appaltante) e ACDat distribuito tra i soggetti affidatari.

[...] la lettura continua nel PDF allegato.


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