Piano Nazionale per la Prevenzione Sismica: tutti i dati
Il Piano Nazionale per la Prevenzione Sismica parte con un investimento di 250 milioni di euro e un obiettivo decennale. Il programma si concentra su scuole, ospedali e infrastrutture strategiche, affrontando anche il rischio di 18 milioni di immobili residenziali vulnerabili. Scopri i costi dei terremoti e la strategia per un futuro più sicuro e sostenibile.
Il Nuovo Piano: 10 Anni di Prevenzione con 250 Milioni Stanziati
Il ministro Nello Musumeci ha annunciato l’avvio del Piano Nazionale per la Prevenzione Sismica, presentato durante la settima edizione della “Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica”.
Il programma, con una durata prevista di almeno 10 anni, ha ricevuto un primo stanziamento di 250 milioni di euro, con l’obiettivo di replicare questa cifra annualmente. Priorità verrà data alle aree più a rischio, alle infrastrutture pubbliche (scuole, ospedali, edifici strategici) e, per gli edifici privati, si cercherà il sostegno dell’Unione Europea.
I Costi Diretti e Indiretti dei Terremoti in Italia
Dal 1968, l’Italia ha speso 135 miliardi di euro per far fronte agli effetti di otto terremoti distruttivi.
Tuttavia, gli impatti dei terremoti vanno ben oltre i danni immediati, come mostrano le seguenti analisi:
Effetti sul PIL
- Irpinia: -12%
- Belice: -2,8%
- Friuli: +20% (grazie all’adozione di politiche di ricostruzione avanzata, il cosiddetto “building back better”).
Tasso di disoccupazione
- Belice: 25,5%
- Irpinia: 27,3%
- Media italiana attuale: 5,8%.
Spopolamento
- Belice: -10% della popolazione residente
- Irpinia: -8,6%.
Perdita di beni culturali
- Belice: 100%
- Irpinia: 70%.
18 milioni di immobili a Rischio
Il patrimonio immobiliare italiano presenta una vulnerabilità significativa rispetto agli eventi sismici:
- 18 milioni di immobili residenziali richiedono interventi urgenti.
- Il costo stimato per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare è di 219 miliardi di euro, equivalente a 7 miliardi di euro all’anno per 30 anni.
Solo il 32% degli edifici abitativi è in buone condizioni, percentuale che scende al 20% per quelli costruiti prima del 1960. Inoltre, il 57% del patrimonio edilizio residenziale è stato edificato prima del 1971, mentre meno del 3% degli immobili censiti risale al periodo successivo al 2008, quando le normative sulla prevenzione sismica sono diventate più stringenti.
Verso una Prevenzione prioritaria
L’approccio preventivo rappresenta una priorità nazionale per mitigare i drammatici costi umani, economici e culturali dei terremoti. Musumeci sottolinea la necessità di concentrare gli sforzi su infrastrutture pubbliche strategiche, incoraggiando al contempo il coinvolgimento dell’Unione Europea per gli edifici privati. Il piano mira non solo alla sicurezza, ma anche alla sostenibilità economica di lungo termine del Paese.
Con un investimento costante e interventi strutturali mirati, l’Italia può affrontare il rischio sismico, proteggendo i cittadini e garantendo un futuro più sicuro al proprio patrimonio edilizio.

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