Coperture | Impermeabilizzazione | Involucro | Isolamento Termico | Edilizia | Normativa Tecnica | Progettazione | Tetti Verdi | Coperture Discontinue
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Per un tetto a regola d’arte ci vuole la norma UNI corretta

Coperture continue, coperture discontinue, coperture a verde: la normativa UNI definisce i criteri per la progettazione, realizzazione e manutenzione delle coperture, con oltre 140 norme tecniche in costante aggiornamento. Questo articolo raccoglie le norme UNI di riferimento offrendo una guida essenziale per navigare il complesso panorama normativo e garantire qualità, sicurezza e innovazione nelle costruzioni.

Tetti e coperture: le norme UNI sono tante, importante scegliere quella giusta al momento opportuno

Ancora oggi, al termine della realizzazione di un tetto, gli operai sono soliti innalzare una bandiera a sottolineare che l’edificio ha terminato le sue strutture portanti e il cantiere può essere avviato a realizzare tutte le rimanenti lavorazioni sull’involucro. Un tetto, o nel gergo tecnico copertura, nasce sin dai tempi dell’uomo primitivo il quale con le sole mani nude cercava di coprire il capo per ripararlo dalla pioggia. Da quel gesto semplice, ma funzionale, nacque la storia delle coperture che si sono evolute fino ad oggi. Le possiamo classificare per il materiale di rivestimento, che ha caratteristica di tenuta all’acqua, o per forma e pendenza; tuttavia l’obiettivo di una copertura rimane sempre il medesimo: proteggere l’edificio sottostante dagli agenti atmosferici, in particolare pioggia e neve.

Ma l’evoluzione tecnologica dell’abitare ha contribuito ad ampliare i requisiti tecnici di una copertura, aggiungendo la diminuzione della dispersione termica dell’edificio, la possibilità di utilizzare lo spazio sovrastante come area calpestabile, oppure destinandolo ad alloggiare impianti termoidraulici o pannelli solari. In sintesi, una copertura è un sistema complesso che deve essere progettato, realizzato e mantenuto con grande attenzione grazie alle norme tecniche UNI le quali fin dagli anni Settanta si sono occupate di questa tecnologia. Nonostante un percorso più lineare rispetto alle norme del settore serramenti, anche nel caso delle coperture le norme delle quali avvalersi sono tante, circa 140, e soprattutto, è importante essere in grado di scegliere la giusta norma al momento opportuno.

 

L’attività di normazione

Innanzitutto, l'attività normativa sulle coperture è seguita nell'ambito di due gruppi di lavoro UNI, l'UNI/CT 033/GL 14 "Coperture continue ed impermeabilizzazioni" e l’UNI/CT 33/GL 15 “Coperture discontinue”, che operano all'interno della Commissione "Prodotti, processi e sistemi per l'organismo edilizio". Tale commissione predispone ed aggiorna la normativa UNI riguardante il sistema tecnologico dell'organismo edilizio inteso come l'insieme strutturato di unità tecnologiche e/o di termini tecnici definiti nei loro requisiti tecnologici e nelle loro specificazioni di prestazione tecnologica.

In altre parole, si occupa di 6 filoni principali: gli elementi orizzontali, come pavimenti e controsoffitti; gli elementi verticali, come i serramenti, le facciate continue, le pareti ventilate; gli elementi di copertura, classificati secondo il manto di copertura; gli impianti e i prodotti idraulici destinati agli edifici; tematiche trasversali, quali la sostenibilità delle costruzioni, le sostanze pericolose, la gestione del progetto o il finanziamento delle opere; il patrimonio dei beni culturali; la digitalizzazione delle costruzioni e l'uso del BIM. Ciascun argomento è seguito da un gruppo di lavoro competente.

Il gruppo nazionale UNI/CT 33/GL 14 si interfaccia a livello europeo con il comitato tecnico CEN/TC 254 "Flexible sheets for water proofing", cioè ha il compito di predisporre il parere nazionale e coordinare la partecipazione italiana alle attività CEN nel settore di competenza. L'Italia, attraverso UNI e i propri soci, segue i lavori dei diversi WGs e, in particolare, coordina il WG 6 sulle impermeabilizzazioni degli impalcati a ponte (bridge deck waterprooging). Allo stesso tempo, l’UNI/CT 033/GL 15 si interfaccia con il CEN/TC 128 “Roof covering products for discontinuous laying and products for wall cladding”.

 

Figura 1 - Interfacciamento degli organi tecnici UNI con i comitati europei CEI. (© UNI - Ente Italiano di Normazione)

 

Terminologia e classificazione delle coperture

Secondo la UNI 8089, che fornisce le definizioni, in termini funzionali, delle coperture e dei relativi elementi funzionali, una copertura è l’unità tecnologica avente la funzione di contribuire a realizzare una data situazione ambientale e di utilizzo a sé sottostante a fronte di una data situazione ambientali e di utilizzo, esterna.

La peculiarità di una copertura è determinata dalla composizione dei suoi elementi funzionali primari che possono interagire con elementi e strati complementari. Gli elementi primari sono principalmente tre: l’elemento di tenuta, l’elemento termoisolante e l’elemento portante. Tutti gli altri strati si delineano come complementari e trovano una definizione nella UNI 8090.

Da un punto di vista geometrico, le definizioni di falda, linea di colmo o pendenza sono inserite nella UNI 8091, che nonostante i 42 anni di età è ancora usata nei libri di testo delle università italiane.

 

Figura 2 - Definizioni in termini geometrici della UNI 8091. (© UNI - Ente Italiano di Normazione)

  

Proviamo a dare indicazioni su quale strumento di lavoro normativo impiegare, suddividendo le coperture secondo il seguente schema tipologico:

  • Coperture continue;
  • Coperture discontinue;
  • Coperture a verde.

Esiste un ulteriore tipologia di copertura, che è riferita ai capanni degli attrezzi, tettoie, centri sportivi e magazzini mobili, ove solitamente è prevista una struttura in acciaio con un manto di rivestimento in PVC. Queste possono essere annoverate tra le coperture mobili, in quanto facilmente smontabili, e non saranno trattate nel testo. Tuttavia è possibile avvalersi come supporto da mutuare al caso specifico tutte le norme descritte.

 

Composizione di una copertura

Grazie alle norme terminologiche abbiamo compreso che una copertura è un sistema composto da elementi e strati. Pertanto, esistono una serie di norme fatte in doppia versione, dove la parte 1 è destinata alle coperture discontinue, mentre la parte 2 alle coperture continue, che possono essere di aiuto a identificare la composizione stratigrafica di una copertura.

Si tratta della UNI 8627Edilizia – Sistemi di copertura”, che identifica, definisce e classifica gli schemi funzioni delle coperture. Inoltre la norma riporta una valida matrice delle soluzioni conformi, delineando per ciascun schema funzionale quali elementi sono fondamentali, necessari e quali possono essere inseriti a completamento come soluzioni di miglioramento. La matrice deve essere letta congiuntamente ai criteri per l’identificazione delle soluzioni conformi, che permettono il fissaggio di requisiti più precisi per soddisfare le esigenze previste.

 

Coperture continue (o tetti piani)

Accade che le coperture continue siano associate ai tetti piani. Anche se la pendenza della falda è spesso determinante nella scelta di tale copertura, ciò che caratterizza una copertura continua è la presenza di uno strato di tenuta all’acqua senza alcuna interruzione, costituito da materiali impermeabili che isolano e non consentono il passaggio delle acque meteoriche. Tutto questo permette la protezione dell’elemento portante.

La scelta di una copertura di questo tipo può essere determinata da diversi fattori, tra cui la morfologia dell’edificio e la funzionalità. Infatti, le coperture continue hanno il vantaggio che possono essere pedonabili e carrabili, cioè permettono l’accesso a pedoni e veicoli sia leggeri che pesanti e consentono la realizzazione di elementi tecnologici quali giardini e aiuole.

Una copertura continua è costituita da uno schema funzionale, cioè una sequenza di strati funzionali indispensabili per assicurare le prestazioni principali del sistema di copertura, poste alla base del progetto e definite in ragione dello specifico contesto climatico e d’uso. Come si è potuto vedere nella UNI 8627-2, strati primari sono integrati da strati secondari con il fine del controllo delle interazioni fisiche, chimiche e meccaniche che vengono a definirsi tra gli elementi stessi, in modo da assicurare la funzionalità, le prestazioni e il corretto funzionamento nel tempo del sistema di copertura.

Da poco rivista e ampliata e fortemente collegata alla UNI 8627-2 dalla quale riprende alcuni contenuti, la UNI 8178-2 fornisce informazioni in merito alla concezione e alla progettazione di elementi e strati, utilizzabili in un sistema di copertura continua, realizzata con membrane flessibili prefabbricate, bituminose o sintetiche. La norma è un valido supporto per il progettista nella scelta di elementi e strati in modo che possano essere compatibili e resistere alle azioni di progetto. Inoltre, la UNI 8178-2 fornisce alcuni suggerimenti sia di progettazione sia di realizzazione della copertura, quale ad esempio la gestione dell’acqua tra gli strati o il divieto di strati realizzati a umido tra l’impermeabilizzazione e la barriera al vapore. Possiamo dividere la norma in due grandi capitoli. Nel primo, il contenuto principale sono gli schemi funzionali che delineano la tipologia di copertura. Così possiamo trovare la copertura senza isolamento termico; il tetto caldo, ove l’elemento termoisolante è posto all’intradosso dell’elemento di tenuta; il tetto sandwich, o tetto duo, ove l’elemento termoisolante è posto sia all’estradosso che all’intradosso dell’elemento di tenuta; il tetto rovescio, che prevede l’elemento termoisolante posto all’estradosso dell’elemento di tenuta. Ciascuna di queste tipologie è correlata da disegni stratigrafici in cui sono mostrate le casistiche più comuni della composizione degli elementi e strati: con l’elemento portante pendenziato o uno strato di pendenza dedicato, l’elemento termoisolante, con o senza strato di zavorramento o con una pavimentazione.

 

Copertura continua: schemi funzionali secondo UNI 8627-2.
Figura 3 - Esempi di classificazione degli schemi funzionali di una copertura continua secondo UNI 8627-2. (© UNI - Ente Italiano di Normazione)

 

La seconda parte della norma è dedicata all’analisi degli elementi e strati che compongono un sistema di copertura continua, descrivendone una definizione, il criterio di adozione, la localizzazione, le funzioni integrative, eventuali esempi di materiali e/o conformazioni e le caratteristiche e indicazioni progettuali principali da tenere in considerazione in base alla soluzione tecnologica presa in considerazione.

È facile intuire che in una copertura continua l’elemento di tenuta ha un valore importante. Perciò è stata prodotta una norma, la UNI 9307-1, in vigore da ormai 30 anni, che analizza i requisiti di comportamento a cui l'elemento di tenuta, facente parte di coperture continue, deve rispondere in funzione delle azioni e degli effetti originati dagli agenti esterni alla copertura e dagli agenti interni alla stessa, indotti dalla particolare soluzione tecnologica adottata. In rapporto a tali requisiti la presente norma descrive le fenomenologie che si sviluppano e formula indicazioni per le scelte progettuali. Costituisce la base per la messa a punto di codici di pratica e di progetto relativi a ciascuna soluzione conforme ad un determinato modello di funzionamento.

Collegata alla UNI 8178-2, specifica per la resistenza al vento, vi è la UNI 11442, che indica i criteri generali di progettazione nei riguardi dell’azione del vento. Tra le altre cose, la norma indica le varie tipologie possibili di vincolo, meccanico, per zavorramento e per adesione, e sono precisati i criteri di calcolo. La UNI 11442 fornisce anche alcune indicazioni di normale buona pratica relativamente alla progettazione e posa di un sistema di copertura continua.

Anche i singoli prodotti assumono un ruolo importante e la loro scelta deve essere fatta in base alla qualità del prodotto, alla prestazione e alla destinazione d’uso. Sono state elaborate una serie di norme europee che descrivono i requisiti e i relativi metodi di prova dei prodotti. I due grandi mondi sono le membrane bituminose, tra cui la UNI EN 13707, e le membrane in materiale sintetico, cioè fatte in materiale plastico e di gomma, tra cui la UNI EN 13967. Queste due, come le norme mostrate nella figura 3, sono norme europee armonizzate. Alcune di queste membrane possono essere usate anche su elementi verticali per evitare la risalita di umidità, la UNI EN 14967 e la UNI EN 14909, altre per controllare il vapore d’acqua, la UNI EN 13970 e UNI EN 13984, altre da utilizzarsi sotto ai rivestimenti per coperture discontinue o nei rivestimenti murari, la UNI EN 13859-1 e UNI EN 13859-2. L’importante è che il prodotto sia marcato CE e sia correlato di Dichiarazione di Prestazione.

Esistono due norme nazionali che sono state redatte per valutare l’andamento e la qualità dei lavori, oltre che sono strumenti di supporto per il valutatore, la direzione lavori e per accedere al sistema del credito o per stipulare assicurazioni. Esse si possono applicare in ogni momento del ciclo di lavoro di una copertura continua, dalla progettazione alla gestione. Si tratta della UNI 10697 la quale stabilisce le modalità per la misurazione delle superfici di impermeabilizzazione e definisce i criteri correttivi, ai fini della contabilizzazione delle opere di impermeabilizzazione e dei relativi elementi e/o opere accessorie. La seconda norma è la UNI 11345, specifica per le attività di controllo per le fasi di progetto, esecuzione e gestione della copertura, la quale fornisce istruzioni circa le attività da adottarsi per il controllo per ciascuna delle fasi, individuando le responsabilità dei singoli operatori coinvolti e gli elementi caratterizzanti. Vengono altresì forniti esempi dei verbali di controllo da redigere alla fine di ogni singola fase.

Chiuso il discorso di progettazione, si passa alla posa della copertura, ponendo sempre grande attenzione all’elemento impermeabile. In questo caso la norma di riferimento è la serie UNI 11333, divisa in 3 parti. La norma nacque con la finalità di creare i cosiddetti patentini dell’operatore e sarebbe servita per realizzare i corsi di formazione per preparare i professionisti posatori. Tuttavia al suo interno, in special modo la UNI 11333-2 e UNI 11333-3, possono essere individuate preziose informazioni sulle modalità di posa in base al materiale della membrana impermeabilizzante perché spiega il procedimento di saldatura, e i relativi controlli, e l’esecuzione dei dettagli, quali angoli, scarichi di acque, pluviali, cordoli, ecc. attraverso anche materiale fotografico a fine scolastico. Da qui l’esigenza di porre in revisione il pacchetto di norme esaltando i requisiti di posa e dedicando una parte alla figura professionale del posatore per quanto concerne i requisiti di conoscenza e abilità e tutto il processo di conformità attraverso un percorso formativo e di valutazione in linea con quanto già previsto dalle altre norme sui posatori in vigore.

Ultima norma che conclude il pacchetto normativo sulle coperture continue è la UNI 11540. Essa vuole fornire informazioni utili per la redazione e l’attuazione del piano di manutenzione ordinaria di coperture continue realizzate con membrane flessibili per impermeabilizzazioni. La struttura della norma è sviluppata in tre grande capitoli. Il primo descrive il manuale d’uso della copertura. Esso contiene informazioni atte a permettere all’utente di conoscere le modalità per le migliori utilizzazioni del bene. Il secondo capitolo descrive il manuale di manutenzione. Esso contiene informazioni necessarie per la corretta manutenzione della copertura. Infine, il terzo espone il programma di manutenzione. Esso contiene informazioni riguardanti le fasi e i tempi di controllo delle ispezioni manutentive per una corretta gestione della copertura durante la sua vita utile.

 

Figura 4 - Sintesi delle norme da usare per una copertura continua. (© UNI - Ente Italiano di Normazione)

  

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L'articolo prosegue illustrando quelle che sono le norme UNI di riferimento per la progettazione, realizzazione e manutenzione di coperture discontinue e coperture a verde (o tetti verdi), offrendo un quadro chiaro e dettagliato delle regolamentazioni tecniche essenziali per il settore.

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