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Pavimenti industriali in inverno: 3 aspetti fondamentali per la scelta del calcestruzzo

L'articolo su Ingenio-web.it, intervistando l'Ing. Matteo Felitti, esplora tre aspetti cruciali nella scelta del calcestruzzo per pavimenti industriali in inverno: la distinzione tra pavimentazioni interne ed esterne, l'importanza di considerare le condizioni climatiche invernali, e le specifiche tecniche come la classe di resistenza e l'uso di additivi. Felitti sottolinea l'attenzione alla resistenza, impermeabilità, e l'adattabilità ai cicli gelo/disgelo, fornendo un insight prezioso per professionisti del settore.

Non esiste un calcestruzzo, esistono i calcestruzzi. E' una precisazione che abbiamo ripetuto più volte su questa testata, ovvero che per ogni specifica applicazione, per ogni specifico cantiere, occorra prevedere uno specifico calcestruzzo. E questa nozione è alla base della moderna produzione del calcestruzzo, che si bassa sull'uso di sistemi automatici in grado di formulare la ricetta migliore sulla base dei dati di input che il processo genera: caratteristiche materie prime del calcestruzzo, risultati del controllo di qualità, dati di produzione, ... ovviamente sotto il controllo di un qualificato personale tecnico.

Sulla base di queste considerazioni con Ingenio abbiamo lanciato da tempo un approfondimento con i migliori specialisti italiani del settore, al fine di stimolare delle riflessioni tecniche utili per chi opera nel settore.

E' il caso di questa breve intervista, fatta all'Ing. Matteo Felitti, progettista. docente dell'Università Federico II e consulente su molti impianti e cantieri sul tema. Gli abbiamo posto una sola domanda:

Quali sono i tre aspetti fondamentali da tenere conto nella scelta/formulazione di un calcestruzzo per pavimenti industriali realizzati d’inverno?

Ed ecco la sua risposta.

 

Matteo Felitti

Caro Andrea, innanzitutto dobbiamo distinguere se trattasi di pavimenti interni o esterni.

Pavimentazioni INTERNE in clima invernale

Riporto un esempio reale di calcestruzzo per pavimenti industriali gettato nei giorni scorsi in Campania con le relative prescrizioni:

  1. Classe di resistenza C30/37;
  2. Classe di lavorabilità S3;
  3. Diametro massimo dell’aggregato pari a 30 mm;
  4. Classe di esposizione XC2;
  5. Classe di tenacità pari a 2b.

In questo caso non ci sono particolari problemi se non quelli legati alla corretta realizzazione dell’opera così come riportato nel “Codice di buona pratica per pavimentazioni in calcestruzzo ad uso industriale”.

 

Fase di stesura meccanizzata di un calcestruzzo in S3 per pavimento industriale in clima invernale.
Fase di stesura meccanizzata di un calcestruzzo in S3 per pavimento industriale in clima invernale. (Credit: Matteo Felitti)

 

Pavimentazioni ESTERNE in clima invernale:

Per le pavimentazioni esterne, per far fronte ai danni da cicli gelo/disgelo, solitamente la classe di esposizione ricade sulla XF. Pertanto, così come riportato nel prospetto 5 della UNI 11104 per le classi XF2-XF3-XF4, bisogna introdurre almeno il 4% di aria (aria inglobata) attraverso specifici additivi aeranti. Inoltre, per far fronte all’azione dei sali disgelanti, viene prescritta anche la classe XD.

In tali circostanze il Tecnologo del Calcestruzzo si trova di fronte ad una scelta importante soprattutto in merito all’aria inglobata.

Personalmente tendo sempre a non aggiungere additivi aeranti in quanto hanno due importanti “effetti collaterali”: la riduzione delle prestazioni meccaniche del calcestruzzo e quindi della piastra pavimento e la possibilità di indurre danni alle finiture superficiali.

Pertanto, per rispondere alla tua domanda iniziale, i tre aspetti fondamentali, a mio parere, che un calcestruzzo in tali circostanze, deve rispettare, sono:

  1. La classe di resistenza minima pari a C30/37 per ottenere un calcestruzzo resistente, impermeabile e comparabile, in termini di prestazioni ai cicli gelo/disgelo alla miscela aerata (vedi nota al prospetto 5 della UNI 11104);
  2. L’utilizzo di additivi a base di polimeri acrilici modificati specifici per pavimenti industriali in clima invernale.
  3. L’utilizzo di cementi a basso contenuto di clinker per ridurre la possibilità di combinazione tra l’idrossido di calcio e il cloruro di calcio (sale disgelante) con formazione di ossicloruro di calcio, deleterio per la pasta cementizia.

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