Pavimenti in pietra per la mobilità: guida tecnica per progettare e posare pavimentazioni in porfido
Il porfido del Trentino è ampiamente utilizzato per realizzare pavimentazioni stradali grazie alle sue eccellenti caratteristiche tecniche ed estetiche. La combinazione di formazione specialistica, consulenza tecnica e esperienza pratica nella posa assicura la qualità e la durabilità delle installazioni. Il volume "Porfido - Guida Tecnica di una Pietra Nobile" rappresenta una risorsa essenziale per i professionisti del settore, fornendo approfondimenti sulle tecniche di posa, la normativa e soluzioni innovative per un utilizzo sostenibile del porfido nelle pavimentazioni urbane. Per i lettori di Ingenio qualche anticipazione e un estratto del volume con alcune soluzioni costruttive particolari.
Pavimenti in pietra per strade, piazze, marciapiedi e parchi
La storia ci insegna che le pavimentazioni in pietra, soprattutto in ambito pubblico, costituiscono la scelta più diffusa e apprezzata per il rivestimento di strade, piazze, parchi e marciapiedi, oltre che uno dei principali elementi per l’arredo e il decoro della scena urbana.
In particolare, la strada in pietra, con i relativi materiali e apparecchiature impiegati, è stata ed è probabilmente l’elemento storicamente più rappresentativo delle trasformazioni determinate dai cambiamenti economici e sociali e, quindi, delle mutate esigenze di movimento di uomini e mezzi nelle loro diverse tipologie di funzionalità e di gusto estetico. Nelle nostre città, le piazze e le strade di pietra sono il cuore dei centri storici e con il loro intreccio di transiti e traiettorie disegnano il tessuto urbano.
Del resto, l’ampia disponibilità della risorsa porfido combinata con i metri quadrati di pavimentazioni realizzate nel secolo scorso a cui oggi si aggiungono quelle costruite con tecnologie e materiali performanti, sono una cartina di tornasole che mette a disposizione della collettività un’affidabile conoscenza statistica e quindi predittiva del comportamento in opera, in cui la durabilità è sempre l’obiettivo primario.
Utilizzo del porfido trentino per realizzare pavimentazioni in ambito urbano
Da questo punto di vista, a partire dagli anni ’30 del Novecento il Porfido del Trentino, grazie alle caratteristiche petrografiche e fisico-meccaniche altamente performanti, si è fatto apprezzare soprattutto per la funzionalità e la resistenza, trovando ideale collocazione nelle pavimentazioni e nelle opere pubbliche da esterni, soprattutto a forte sollecitazione stradale.
La forza e la fortuna del Porfido non sono nate per caso, ma sono scaturite piuttosto dal felice e intenso connubio tra uno straordinario dono della natura, la tenace roccia vulcanica comunemente chiamata porfido, con la sua singolare fissilità lastrolare, e una fervida attività di studio e di divulgazione tecnica iniziata quasi cent’anni fa.
Una fervida attività di studio e di divulgazione tecnica intrapresa da professionisti visionari e che, fin dalle prime mosse dell’attività estrattiva, si pose l’obiettivo di analizzare ed esaltare le potenzialità di utilizzo del materiale, di definire le procedure e le metodologie di impiego e messa in opera, con la promozione di corsi di formazione e la stesura di manualistica per le maestranze.
Ma anche attraverso studi di fattibilità, analisi dei costi-benefici delle opere in pietra, con ricerca di agevolazioni tariffarie nel trasporto ferroviario; verifiche delle formule applicative e costruttive in funzione dell’intensità del traffico, della larghezza della strada e della resistenza del supporto; valutazioni tecniche sulla costruzione e sulla tipologia del reticolo delle fughe; approfondimenti sulle caratteristiche dimensionali ottimali del manufatto in pietra con espliciti richiami alle prime norme UNI; e non ultima, una vera e propria programmazione della manutenzione del piano stradale.
L’immagine qui riproposta, datata 1948, relativa alle fasi di costruzione di via Brennero a Trento, (oggi come allora la principale via di accesso al centro della città per chi proviene da nord) costituisce un esplicito esempio di come, in passato, una buona e durevole strada in porfido non poteva che essere costruita secondo rigorose procedure operative e stratigrafie attentamente dimensionate, con una accuratissima preparazione del supporto, le migliori scelte progettuali relative alle tipologie dei materiali lapidei, e la posa in opera affidata a maestranze capaci e preparate.
Questo il passato. Oggi a che punto siamo?
Come si costruisce oggi una strada in porfido? La guida tecnica per il progetto e la posa
Evidentemente ciò che era stato studiato e collaudato nel secolo scorso si è dimostrato vincente e altamente funzionale se è vero che, ad esempio, l’apparecchiatura ad archi contrastanti continua ad essere la geometria di posa in opera più diffusa, e il porfido nelle sue differenti tipologie di produzione si è distinto quale materiale insostituibile per uso stradale in grado di fornire un inconfondibile imprinting di funzionalità al paesaggio urbano di ieri e di oggi senza esclusioni di sorta.
Tra l’altro il passaggio del porfido da materiale funzionale ad elemento caratterizzante e di prestigio nella riqualificazione del tessuto urbano, dei centri storici e della periferia, con grande diffusione anche nel campo dell’edilizia residenziale privata, è stato altrettanto rapido.
Ma come si è già detto, il caso e la fortuna anche in questo caso non c’entrano affatto. Il settore del Porfido nei decenni ha continuato ad offrire spunti di approfondimento e di studio per accrescere il potere performante delle pavimentazioni in pietra e stare al passo con l’esponenziale sviluppo delle sollecitazioni da traffico veicolare.
A cominciare dal costante perfezionamento delle voci di capitolato (a riguardo segnaliamo la lettura all’articolo pubblicato su Ingenio dal titolo L’importanza di una corretta e dettagliata formulazione delle voci di capitolato per i pavimenti in pietra), l’informazione, l’assistenza e la consulenza tecnica offerta al mondo della progettazione pubblica e privata, fino alla partnership e al costruttivo confronto con le principali aziende impegnate nella ricerca e nella produzione di nuovi materiali accessori in grado di aumentare la vita utile delle pavimentazioni in termini di durabilità e di resistenza.
E questa costante esigenza di codificare i processi di posa in opera e della relativa fase di progettazione, trasferendoli da una copiosa manualistica ad un vero e proprio strumento istituzionale e universalmente riconosciuto, ha trovato nelle prescrizioni, indicazioni e raccomandazioni della norma UNI 11714-1, il connubio perfetto con il Porfido del Trentino.
Dunque, ciò premesso, la strada contemporanea in cubetti di pietra come si costruisce? E le pavimentazioni in binderi, smolleri o lastre?
Per rispondere a queste domande, e a tante altre, il Consorzio Italiano Porfido del Trentino - Italporphyry ha pubblicato il volume “Porfido – guida tecnica di una pietra nobile”. Dedicato al porfido e al suo utilizzo per le pavimentazioni in contesto urbano, pubblico e privato, il testo rappresenta una risorsa fondamentale per i professionisti della Pubblica Amministrazione, del settore urbanistico, paesaggistico e della progettazione degli spazi aperti.
Nel testo vengono approfondite le caratteristiche, le tecniche di posa, la normativa tecnica, i casi di studio, le best practises e le soluzioni innovative per l’impiego corretto e sostenibile di questo materiale versatile e durevole.
RICHIEDI UNA COPIA DELLA GUIDA
Nella sezione allegati, si riporta un estratto del volume "Porfido – guida tecnica di una pietra nobile" circa le soluzioni costruttive particolari nel porfido, nello specifico cosa sono, come si progettano, come si realizzano rotatorie e dispositivi rallentatori del traffico con elementi in porfido.
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