Pavimentazioni in laterizio di ambienti esterni, pedonali e ciclabili
Realizzazione di una pavimentazione esterna per traffico ciclo-pedonale di cui si approfondisce il positivo ruolo svolto dal laterizio. Si delineano, inoltre, soluzione tecnica, indicazioni operative e suggerimenti rivolti a progettista, direttore dei lavori ed esecutore.
Si descrive la realizzazione di una pavimentazione esterna per traffico ciclo-pedonale di cui si approfondisce il positivo ruolo svolto dal laterizio. Si delineano, inoltre, soluzione tecnica, indicazioni operative e suggerimenti rivolti a progettista, direttore dei lavori ed esecutore.
Le pavimentazioni di spazi pedonali e ciclabili sono caratterizzate dal dover sostenere carichi di traffico modesti in quanto ad intensità, ma comunque in grado di produrre, nel tempo, un’azione usurante significativa sullo strato di rivestimento. Occorre, peraltro, considerare la possibilità che tali pavimentazioni possano essere cimentate anche dal passaggio di automezzi di soccorso e di servizio.
Relativamente alle pavimentazioni discontinue, la scelta tra le possibili alternative dipende da ragioni estetiche (ambientazione, carattere del luogo, colore, tradizioni locali, ecc.), tecniche (prestazioni da soddisfare) ed economiche. Circa le seconde, risultano preminenti la resistenza alle azioni superficiali, la resistenza al gelo, l’antisdrucciolevolezza in condizioni asciutte e bagnate, la durabilità, la manutenibilità.
Il sistema di pavimentazione è impostato direttamente sopra il suolo, profilato a livelletta. Le principali opzioni tecniche sono tre: se lo strato portante è di tipo rigido, lo strato di rivestimento può essere posato tanto con tecnica rigida (letto di malta) che flessibile (su strato di sabbia e ghiaino); se lo strato portante è di tipo flessibile, lo strato di rivestimento dovrà essere necessariamente posato con tecnica flessibile. La posa flessibile segue le regole delle pavimentazioni autobloccanti.
Prestazioni connotanti dei manufatti in laterizio
Se già le caratteristiche tecniche rappresentano ragioni più che sufficienti per suggerire l’impiego di manufatti in laterizio per la pavimentazione degli spazi pedonali urbani, sono, forse, le motivazioni estetiche a risultare le più pregnanti. L’ampia gamma di tessiture e colori consente, infatti, di dar luogo a bellissime apparecchiature che conferiscono pregio all’ambiente che le ospita e che il passare del tempo, grazie anche alla omogenea colorazione in pasta del materiale, non vulnera, ma valorizza.
Progetto e realizzazione: suggerimenti
Si riepiloga, di seguito, una serie di suggerimenti ed accorgimenti costruttivi per la corretta realizzazione della soluzione tecnica prospettata:
– il suolo deve essere costipato energicamente in modo da renderlo omogeneamente compatto in tutti i punti e profilato a livelletta secondo le sezioni di progetto;
– la pendenza della pavimentazione deve essere funzionale al rapido allontanamento dell’acqua piovana e conforme a quanto prescritto dalla normativa in materia di accessibilità; occorre evitare la formazione di ristagni d’acqua che potrebbero ingenerare gravi patologie e alterazioni di aspetto nei manufatti laterizi;
– è consigliabile posare la massicciata sopra una geogriglia accoppiata a tessuto non tessuto e predisporre uno strato di tessuto non tessuto tra di essa e la risetta, per evitare la migrazione del materiale inerte per gravità;
– per garantire una compattazione ottimale, la miscela costituente la massicciata deve seguire corrette curve granulometriche. Essa deve essere realizzata per sovrapposizione di strati di 10 cm (solo dopo aver costipato il primo strato si procede alla stesura del successivo) e adeguatamente umidificata (tramite innaffiatura);
– lo spessore della massicciata va calcolato tenendo conto della portanza del terreno e dei carichi previsti;
– lo strato di allettamento deve essere realizzato con sabbia mista a ghiaino; la granulometria deve essere compresa tra 0,3 e 5 mm; gli inerti devono essere preferibilmente di tipo siliceo provenienti da depositi alluvionali. Lo spessore, una volta costipato, non deve superare i 25÷40 mm;
– i giunti di sabbia devono avere una larghezza da 3 a 5 mm; la sabbia deve essere naturale (quella di cava può causare macchie e alonature sui manufatti laterizi).
La granulometria del materiale inerte deve essere compresa tra 0 e 2 mm;
– la pavimentazione va contenuta lateralmente tramite cordoli perimetrali posati su letto di malta sopra una base di calcestruzzo: questo accorgimento impedisce l’allargamento dei giunti;
– per il dimensionamento del sistema di raccolta dell’acqua va tenuto conto dei carichi idrici attesi per la zona di intervento e della superficie da drenare.
Legenda:
1. mattoni da pavimento con fughe saturate con sabbia
2. letto di sabbia mista a ghiaino (risetta)
3. tessuto non tessuto
4. cordolo perimetrale in laterizio
5. letto di malta
6. base di appoggio in calcestruzzo
7. dissuasori in laterizio su letto di malta
8. base in cls magro
9. sestini posati su letto di malta con fughe saturate con boiacca
10. caditoia in laterizio semplicemente appoggiata
11. mattoni pieni ordinari su base di calcestruzzo
12. massicciata
13. tessuto non tessuto accoppiato a geogriglia
14. terreno ben costipato
A tale riguardo, segnaliamo il volume “Le pavimentazioni in laterizio: prodotti e scenari applicativi”, scaricabile al sito di ANDIL: www.laterizio.it
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