Pavimentazione Resiliente in ambito Industriale
Dove possiamo utilizzare una pavimentazione resiliente in ambito industriale, ma soprattutto quali sono le peculiarità di questa pavimentazione in questo contesto?
Classificazione d’uso di una pavimentazione resiliente
Le pavimentazioni resilienti vedono la loro Classificazione d’Uso grazie alla Norma UNI EN 685:2007 “Rivestimenti resilienti, tessili e laminati per pavimentazioni – Classificazione”. La classificazione riportata nella suddetta norma può essere come di seguito schematizzata.
Residenziale
Ambienti ad uso domestico e residenziale.
- Classe 21 – Uso Moderato: Aree a bassa frequentazione o utilizzo intermittente.
- Classe 22 – Uso Generale: Aree con utilizzo medio.
- Classe 23 – Uso Intenso: Aree soggette a un uso elevato.
Commerciale
Ambienti ad uso commerciale e aperti al pubblico.
- Classe 31 – Uso Moderato: Aree a bassa frequentazione o utilizzo intermittente.
- Classe 32 – Uso Generale: Aree con traffico medio.
- Classe 33 – Uso Intenso: Aree ad alto traffico.
- Classe 34 – Uso Molto Intenso: Aree con traffico elevato e continuo.
Industriale
Ambienti destinati all’industria leggera (Light Industry).
- Classe 41 – Uso Moderato: Aree prevalentemente destinate al lavoro sedentario, con utilizzo occasionale di veicoli leggeri.
- Classe 42 – Uso Generale: Aree adibite principalmente al lavoro in piedi e/o con traffico veicolare.
- Classe 43 – Uso Intenso: Aree soggette a un utilizzo più gravoso.
Nel 2021 la Norma UNI EN 685 è stata sostituita dalla UNI EN ISO 10874:2021 “Rivestimenti resilienti, tessili e laminati per pavimentazioni - Classificazione”.
Premesso che la Norma UNI EN 685 è divenuta comunque parte integrante della nuova norma, possiamo trovare la Classificazione Industriale come da icone a seguire:
È doveroso chiarire che la voce Industria prevede in realtà una Light Industry ovvero un utilizzo industriale leggero, rappresentato per molti anni dalle pavimentazioni con caratteristiche ESD ovvero in grado di scaricare a terra eventuali cariche elettriche secondo la norma UNI EN 1081:2020 “Rivestimenti resilienti, laminati e modulari multistrato per pavimentazioni - Determinazione della resistenza elettrica” la tipologia maggiormente utilizzata sono le pavimentazioni in PVC Omogeneo UNI EN ISO 10581:2020 “Rivestimenti resilienti per pavimentazioni - Rivestimenti omogenei per pavimentazioni a base di policloruro di vinile – Specifica”.
Cos’è una pavimentazione ESD
Come accennato, una pavimentazione ESD (ElectroStatic Discharge) è una tipologia di pavimentazione progettata per dissipare le scariche elettrostatiche in modo controllato, prevenendo danni a persone, apparecchiature elettroniche sensibili e ambienti industriali.
Una pavimentazione con caratteristiche ESD può essere:
- Elettro-conduttiva (Resistenza d’attraversamento secondo EN 1081 104 -106 ohms)
- Statico-dissipativa (Resistenza d’attraversamento secondo EN 1081 106 -109 ohms).
I campi d’applicazione sono i seguenti:
- Elettro-conduttive locali a rischio esplosione detti anche locali ATEX (ATmosphères EXplosives).
- Statico-dissipative locali di lavorazione microchip o componentistica elettronica detti anche locali EPA (Electrostatic Protected Are).
Di conseguenza, queste pavimentazioni vengono comunemente installate in ambienti ad alto rischio di scariche elettrostatiche, tra cui: industrie elettroniche e di semiconduttori, sale server e data center, strutture ospedaliere (come le sale operatorie), laboratori, camere bianche e aree dedicate alla produzione di dispositivi medici e farmaceutici.
Proprio la tipologia dei locali sopracitati fa meglio comprendere perché in realtà si parli di Light Industry. La posa in opera di queste pavimentazioni richiede non soltanto competenze specifiche, ma anche tecniche, contenute all’interno della Norma UNI 11515-1.
Come si posa una pavimentazione ESD
La posa di queste pavimentazioni prevede la realizzazione di una messa a terra da parte dell’impresa per consentire un deflusso costante ed omogeneo delle cariche elettrostatiche, alla quale verrà collegata la piattina di rame posta tra la pavimentazione ed il collante (se necessario conduttivo).
Caratteristiche del supporto di posa
Riassumendo, su un supporto cementizio piano, compatto, asciutto, privo di crepe e cavillature ed isolato dall’umidità nel tempo; si procederà applicando un primer e successivamente una rasatura, successivamente il collante e la piattina di rame, infine verrà installata la pavimentazione resiliente, sia essa in rotoli oppure in piastre.
Pavimentazioni resilienti ad incastro (interlooking)
Con l’avvento delle pavimentazioni ad incastro dette anche interlooking, da non confondere con il sistema click, le pavimentazioni resilienti sono state in grado di essere applicate in aree industriali ove sia previsto un utilizzo frequente di carrelli elevatori e transpallet. Ovvero in situazioni con maggiori sollecitazioni operative, questo grazie ad un’implementazione dello spessore che parte dai 6 mm e può arrivare anche a 10 mm.
Vantaggi
Il vero vantaggio è che questo tipo di pavimentazione può essere posata in sovrapposizione a pavimentazioni esistenti senza l’utilizzo di collati, fatto salvo il caso in cui le sollecitazioni a cui sono sottoposti non lo rendano indispensabile, ed in questo caso sono da preferirsi collanti bicomponenti/poliuretanici.
Le pavimentazioni interlooking, grazie alla loro struttura, non necessitano di giunti di dilatazione tra diversi ambienti, né tantomeno giunti perimetrali.
Punti deboli
Il punto debole di una pavimentazione resiliente soprattutto se applicata in ambito industriale sono le cosiddette rampe d’accesso, ovvero il dislivello creato dalla pavimentazione resiliente rispetto al sottofondo esistente su cui è stata installata. In questo caso sono indispensabili profili detti anche “rampe” atti a proteggere questo punto debole della pavimentazione interlooking dalle abrasioni dovute all’accesso su questo “dislivello” da Muletti, transpallet ed altri mezzi. Certamente il profilo ideale deve avere uno spessore consono ed essere in acciaio 316.
Nonostante queste pavimentazioni possano essere installate su pavimentazioni preesistenti è indispensabile che il supporto di posa sia in linea con quanto previsto dalla Norma UNI 11515-1; e l’installatore/posatore abbia tutte le competenze richieste dalla Norma UNI 11515-2.
Le pavimentazioni resilienti, come del resto tutte le pavimentazioni richiedono una manodopera specializzata e professionale; “i Prodotti senza i Processi non possono trasformarsi in Soluzioni ed i Processi li gestiscono le Persone”; in questo caso il Posatore.
Normativa Tecnica
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Pavimenti Industriali
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