Patologie delle murature legate all'umidità: cause, consigli tecnici e quadro normativo
L’articolo esplora le principali patologie delle murature, con un focus sui danni legati all’umidità come infiltrazioni, risalita capillare e dilavamento. Vengono analizzate le cause, le tecniche di intervento e gli errori da evitare, oltre a un approfondimento sulle normative di riferimento per il restauro e la conservazione.
La materia costituente le strutture murarie ed i manufatti edili, così come tutta la materia conosciuta, è soggetta a mutazioni nel tempo. In particolari condizioni climatiche la trasformazione della materia passa attraverso fenomeni comunemente conosciuti come degrado materiale, patologie o danni materiali.
Fenomeni di degrado materiale del patrimonio immobiliare
Tutto il patrimonio edificato, sia esso storico che contemporaneo presenta, in alcune specifiche situazioni climatico ambientali, fenomeni di degrado.
Tali fenomeni di degrado sono di diverso tipo e possono essere generati da svariate motivazioni siano esse intrinseche che estrinseche.
Si tratta di un tema molto ampio che presuppone uno studio preliminare del singolo caso, con un bagaglio di conoscenze specifiche consolidate. Data la vastità del tema “patologie delle murature”, in questo articolo ci si concentrerà sulla tematica legata al fenomeno dell’umidità. Un fenomeno apparentemente banale, che interessa edifici storici e contemporanei ed ha segnato, negli ultimi tempi, un andamento in aumento esponenziale.
Il problema dell'umidità
Tra i vari fenomeni di degrado materico il più frequente e diffuso è certamente il danno da umidità e con esso i danni correlati. Nella fase principale, riconoscere un danno e la sua origine, pone le giuste basi per la soluzione o la mitigazione del problema.
Innanzitutto, risulta utile suddividere il danno da umidità in classi, le quattro principali, determinate a loro volta dalle cause specifiche:
- Umidità da infiltrazione
- Umidità da percolazione
- Umidità da dilavamento
- Umidità da risalita capillare
Umidità da infiltrazione
L’umidità da infiltrazione su di una muratura si distingue poiché è localizzata in un punto specifico e da quel punto può estendersi. Nei casi più tipici è dovuta a disconnessioni o rotture del manto di copertura così che dal tetto l’acqua infiltri le pareti dei piani alti dell’edificio.
In altri casi l’infiltrazione è dovuta a pluviali o impianti idraulici siano essi di carico che di scarico. In questi casi la macchia si manifesta in punto preciso della parete in corrispondenza dell’impianto idraulico oppure, nei casi più complessi, nel punto in cui convoglia l’acqua fuoriuscita dalla rottura o lesione.
Umidità da percolazione
L’umidità da percolazione è dovuta a fenomeni nei quali, vuoi per la foggia peculiare del manufatto vuoi per danni accidentali, l’acqua convoglia in un punto preciso della muratura creando una sorta di via di fuga che segue la forza di gravità, quindi si connota da un andamento dall’alto verso il basso.
Le percolazioni possono verificarsi in prossimità di elementi aggettanti quali i terrazzi, parapetti, marcapiani, corpi illuminanti. Sono riconoscibili poiché la forma stessa dell’elemento aggettante induce l’acqua e creare delle sorte di linee o rigagnoli verticali. Tali percorsi dell’acqua, solitamente hanno una fonte meteorica, che assume la particolare tipologia di percolazione seguendo la foggia stessa del dettaglio architettonico.
In taluni casi, certamente più rari, si ha una fonte infiltrativa presente da tempo che tende a creare una propria via di fuga trasformandosi in percolazione verticale in facciata.
Umidità da dilavamento
L’umidità da dilavamento è quel fenomeno in cui, vuoi per la foggia del manufatto, vuoi per particolari condizioni di esposizione agli agenti atmosferici, l’acqua, solitamente piovana, crea un’azione erosiva sul manufatto. Nulla di più aderente al motto latino "Gutta cavat lapidem”.
Per l’esattezza le acque meteoriche che battono e scorrono ripetutamente sulla superficie di un manufatto, causano l'asportazione degli strati superficiali del materiale costituente la muratura.
L’umidità di dilavamento si riconosce proprio per la perdita degli strati superficiali dell’intonaco piuttosto che della pietra. Facciate completamente dilavate presentano generalmente tracce di finitura nelle aree sotto gronda ove sono più riparate ed il resto quasi completamente eroso. Il dilavamento è molto chiaro negli elementi scultorei aggettanti dove, ad esempio, il drago all’apice di un doccione sarà eroso nelle parti superiori, esposte a dilavamento, annerito nelle parti sottostanti.
Umidità da risalita capillare
L’umidità da risalita capillare è il fenomeno più diffuso, insidioso e complesso che affligge gli edifici.
La caratteristica peculiare dell’umidità da risalita è che ha un andamento antigravitazionale ovvero si verifica dal basso verso l’alto. Di tutte le classi tipologiche di umidità è l’unica che non segue la gravità.
Si tratta di un fenomeno chimico-fisico, spesso complesso, che induce acqua presente nel suolo a risalire attraverso i pori della materia delle murature a contatto con esso.
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Oltre alle principali classi tipologiche di umidità, non va trascurato che, correlati e spesso consequenziali ai principali danni da umidità, esistono una serie di sottoclassi di danni da essa generati e ad essa correlati.
Si elencano di seguito i più diffusi:
- a. Disgregazione materiale con erosione, perdita degli strati superficiali, perdita del legante, ecc.
- b. Distacchi profondi tra gli strati dell’intonaco
- c. Efflorescenze saline
- d. Patine biologhe, attacchi batterici e fungini
- e. Crosta nera
In sostanza la presenza di umidità su di un manufatto edile porta con se una serie di concause e danni correlati che spesso sono più gravi della stessa presenza di umidità.
Per tale motivo riconoscere il danno, individuare l'origine è di fondamentale importanza al fine di arginarlo.
Sì, ho scritto “arginarlo” poiché risulta utile prendere in considerazione che, in alcune situazioni specifiche, eliminare completamente il fenomeno dell’umidità è del tutto improbabile e può trasformarsi in una lotta contro i mulini a vento.
L’acqua non si può fermare, si può gestire
Il presupposto principale, direi quasi un postulato, è che l’acqua non si può fermare, semmai si può gestire. Deviare o bloccare l’acqua, soprattutto del sottosuolo, presuppone opere di ingegneria idraulica degne di Leonardo da Vinci, opere spesso al di fuori dalla portata della gestione di una proprietà immobiliare.
Acquisire il concetto che l’acqua non si può fermare, consente di avere la forma mentis utile per affrontare il problema dell’umidità nelle strutture murarie.
Mentre per l’elemento aria è dato per assunto che per eliminarla servono specifiche attrezzature e condizioni e la cui eliminazione crea altre condizioni fisiche, quali il sottovuoto e l’anossia. Per l’acqua del sottosuolo tale presupposto pare non essere affatto assodato.
Dalla più remota storia delle costruzioni si sono inventate le coperture, poiché si è valutato impossibile fermare l’acqua piovana. Con lo stesso presupposto ci si deve porre rispetto all’acqua del sottosuolo che genera umidità di risalita negli edifici
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