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Paola Muratorio risponde in rete su ENEL GREEN POWER e il conflitto di interesse

"Buongiorno a tutti, mi ero ripromessa di non rispondere alla rete perché già l'avevano fatto in modo appropriato sia dei Consiglieri di Amministrazione sia la Fondazione e mi chiedevo cos'altro avrei potuto aggiungere di più. In realtà qualcosa c’è ...

Siedo nel CdA di ‘Enel Green Power SpA’, società di cui Inarcassa è azionista, e rispondo solamente di scelte e decisioni assunte in quella sede. Bastava fare - come alcuni hanno fatto - una semplice ricerca su internet, per sapere che “GruppoGreenPower” non è né controllata né partecipata da Enel Green Power, al di là di una mera assonanza nella denominazione.

Vorrei ricordare a tutti che il Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power SpA, tanto nel suo insieme quanto nei suoi singoli componenti, svolge la propria attività di indirizzo e gestione di una società quotata in borsa, assicurando agli azionisti ed a tutte le proprie controparti, indipendenza ed assenza di conflitti di interesse. Ed è anche in virtù di tali rigorose quanto doverose regole che mi onoro di farne parte.

Purtroppo, l’uso dissennato della ‘rete’ provoca danno, minando interessi economici e reputazionali di soggetti terzi, che si vedono costretti a dover tutelare il loro buon nome.
Ho imparato a mettere la faccia e il nome sulle scelte compiute per gli associati di Inarcassa. Ne sono prova - solo per darvi una cifra - i 46 incontri pubblici sul territorio fatti in pochi mesi, oltre alle tante manifestazioni e alle moltissime iniziative cui ho sempre preso parte, per sostenere la nostra Cassa.

Forse dunque, sarebbe meglio andare alla fonte: il sito di Inarcassa offre tante informazione su come la cassa è gestita. Può essere una lettura meno istantanea e un po' più impegnativa rispetto ad una lettera o ad un post, ma anche tanto più chiarificatrice ...."



Un commento dell'editore di INGENIO

Gentile Presidente,

in questi mesi siamo spesso attaccati dai suoi fan quando pubblichiamo un testo in cui si chiede qualcosa a INARCASSA - di recente un suo collaboratore ci ha detto che nei vostri uffici "INGENIO viene considerata una testata contro" - e quando invece pubblichiamo qualcosa di positivo su INARCASSA sono altri (l'ultimo questa notte, su facebook) che ci accusano di "collaborazionismo" e di essere pro Mulatorio.

In realtà INGENIO, come da sempre dichiariamo, non vuole essere ne pro ne contro, ma svolgere due funzioni: dare informazioni su ciò che avviene nel nostro mondo, e quindi anche su INARCASSA, e sostenere campagne di opinione quando riteniamo - a nostro soggetivo parere - che qualche diritto dei professionisti sia in qualche modo toccato.

Con piacere quindi pubblichiamo questo suo parere e lo diffondiamo ai nostri lettori. Essendo però in parte chiamati in causa riteniamo giusto esprimere qualche nostro commento.

Innanzitutto vorrei riconoscere un merito a Lei e a INARCASSA: è molto apprezzabile che siano stati fatti, e si continuino a fare, incontri sul territorio. Inoltre riteniamo molto utile il sito e tutta la parte informativa messa a disposizione degli iscritti, così come le news letter e la rivista, dove vediamo tante informazioni e un reportage del collega Caccavale sulle decisioni del consiglio di amministrazione. Quindi è innegabile che INARCASSA dedichi tempo e risorse per comunicare, e che Lei sia pronta a "metterci la faccia". D'altronde questa attività è prevista anche da statuto, nell'articolo 22.

Cosa manca quindi ?

Innanzitutto vorremmo che fosse abbattuto il muro di riservatezza sulle riunioni dell'assemblea dei delegati. Siamo noi iscritti a elleggere questi "numerosi" nostri incaricati e vorremmo sapere come ci rappresentano. Con INGENIO abbiamo più volte chiesto informazioni e ogni volta ci è stato risposto che sono vincolati da un rapporto di segretezza. Ci permetta, non siamo d'accordo. Io vorrei sapere se il mio delegato vota a favore della riforma, come si pone sul problema della "continuità professionale", come interviene sulla redditività ... in modo da poter decidere se rieleggerlo oppure no.

Anche perchè vorremmo che su alcuni aspetti - come quello della redditività del nostro patrimonio - si uscisse dal tecnicismo della comunicazione secca e ci fosse una maggiore, non dico trasparenza, ma comunicazione, informazione, coinvolgimento ... dateci non solo i numeri, ma tutte le informazione complete, facilmente comprensibili su pensione, patrimonio, ... ripeto informazioni semplici e complete.

Vorremmo peraltro che INARCASSA facesse INARCASSA: cosa centra una fondazione culturale con la mission della nostra società di previdenza ? ci sono già gli Ordini per la tutela della professione e le associazioni culturali per la rappresentanza sindacale. Aver creato una fondazione ci appare un allargamento non istituzionale del ruolo e, per pensare un po' male, l'aver creato un braccio di sostegno culturale alla gestione di INARCASSA. Stesso ragionamento per la rivista: ci sono decine e decine di riviste che parlano di architettura, urbanistica, ingegneria ... vorremmo che la rivista di INARCASSA parlasse in modo approfondito di previdenza, e basta. Altrimenti vi è l'impressione che si voglia diluire in un insieme più ampio la comunicazione che a noi interessa. Siamo tutti soci di un'istituzione privata e vorremmo che chi la gestisce si concentrasse su questo, e basta.

Quest'ultima affermazione mi da la possibilità di entrare nel successivo argomento. Nessuno mette in dubbio che la sua carica in ENEL sia trasparente o rispettosa della legge. Ma vi è anche una questione di "immagine e opportunità etica". Come lei scrive Inarcassa è azionista di ENEL GREEN POWER, e immagino non per pochi euro. Le sue cariche all'interno quindi di ENEL qualcuno - tra cui io - potrebbe pensare derivino dall'investimento di INARCASSA e non da un riconoscimento astratto della sua figura professionale. Per questo - e solo per un profilo di immagine e opportunità etica - sarebbe stato meglio che il suo ruolo fosse di consigliere (per tutelare il nostro investimento) e non di Presidente (che potrebbe forse comportare anche un conflitto di interessi, ma non sta a me a dirlo) e che eventuali gettoni venissero intestati a INARCASSA, visto quanto detto sopra.

Infine vorrei evidenziarle un ultima mia considerazione: la rete. La rete non si gestisce, la rete non è dissennata: la rete è la rete e basta. É un OPEN DATA, l'unico luogo veramente democratico in cui ognuno può esprimere un'opinione. Anche chi ha la coscienza sporca, anche chi è piccolino e non rappresenta nessuno, anche chi non "capisce nulla". Il vantaggio della rete è che essendo aperta non solo consente a ognuno di noi di esprimere un parere, ma anche di poter giudicare il parere espresso dagli altri. Non consideri quindi la rete come un nemico, ma come una grande opportunità: un sondaggio non filtrato continuo utile per capire cosa si sta facendo male, cosa si può migliorare e cosa si stia facendo di giusto.

E la rete in questo momento chiede due cose: più trasparenza e un ricambio, che dopo tre lustri di continuità, forse può essere considerato anche giusto.

Cordialmente,

Andrea Dari