Palle, calcestruzzo e sostenibilità

Gli eventi meteorici violenti: sempre più frequenti e intensi

Negli ultimi mesi, su Ingenio, ci siamo sovente concentrati sul clima e sugli eventi meteorici violenti, e sulle conseguenze che questi stanno provocando.

Penso per esempio all’articolo “Caldo sovraumano: onde di calore colpiscono tre continenti, il clima ci chiede di cambiare” o a “Carenza d'acqua: il 20% del territorio italiano è in siccità estrema”.

Tra gli effetti più rilevanti, emerge il fatto che le Assicurazioni, nelle zone maggiormente colpite, abbiano inizialmente aumentato i premi e, in seguito, smesso di offrire coperture.

Questo problema è stato ampiamente discusso, prendendo spunto da pubblicazioni statunitensi, ma riguarda anche altri territori, compreso il nostro Paese.

In Italia, al momento, il problema dell’assicurabilità del bene ha riguardato soprattutto sull'agricoltura.

Ho amici nel settore che evidenziano che il problema è importante e crescente.

Al momento il supporto arriva dallo Stato con il Piano di gestione dei rischi in agricoltura (Pgra) che prevede degli strumenti agevolati per gestire rischi in agricoltura: assicurazioni, fondi di mutualità danni, reddito settoriale e Fondo AgriCat.

Ma l’esperienza americana deve allungare i il nostro sguardo

Il rischio climatico per le costruzioni

Tuttavia, gli episodi di alluvioni nelle Marche e nella Romagna, così come le devastanti grandinate nel Veneto, in cui si sono abbattuti chicchi grandi come palline da tennis, ci inducono a pensare che presto questa problematica potrebbe coinvolgere anche altri settori, incluso quello immobiliare.

E le ulteriori notizie provenienti dal Veneto suscitano ulteriori riflessioni.

Le palle di ghiaccio hanno distrutto le coperture trasparenti degli edifici industriali, mentre le violente folate di vento hanno causato il ribaltamento di intere tettoie. Il danno non si limita solo agli aspetti strutturali, ma coinvolge anche danni a macchinari e interruzioni delle attività economiche.

Questi eventi richiamano due concetti fondamentali nel campo delle costruzioni e della sostenibilità: robustezza e resilienza.

Per essere sostenibili, le costruzioni devono seguire non solo il riciclo dei materiali, il basso consumo energetico e la produzione di energia pulita, ma anche i principi di robustezza e resilienza. In caso contrario, rischiano di assomigliare alle prime due case della favola dei porcellini.

Sfortunatamente, se esaminiamo le norme attuali riguardanti la sostenibilità delle costruzioni (CAM), notiamo che questi principi sono spesso assenti.

La maggior parte delle proposte e dei provvedimenti relativi alla sostenibilità si focalizza esclusivamente sulla CO₂, un aspetto sicuramente importante, ma si trascurano altri aspetti cruciali come la durabilità.

Questo approccio sta portando, purtroppo, a un regresso dell'ingegneria, poiché il desiderio di affrontare il problema della sostenibilità tramite obblighi normativi prescrittivi sta ostacolando l’attenzione alle prestazioni.Prendiamo ad esempio il calcestruzzo: le norme indicano quali tipi e quantità di cemento utilizzare, quanti aggregati di riciclo usare, ma non puntano sulle prestazioni da raggiungere. Paradossalmente, se dovessi applicare bovinamente i CAM sarei portato ad usare per costruire un pilastro più un magrone fatto con aggregati di riciclo che un calcestruzzo ad alte prestazioni. A volte giustifichiamo la necessità di lavorare in modo prestazionale per tenere conto dell’ ignoranza tecnica dei nostri interlocutori, ma mi rendo conto che siamo noi con questo atteggiamento a mantenere il livello di ignoranza perchè rappresenta una comfort zone in cui stiamo comodi. Solo un’attenzione alle prestazioni consentirà un progresso sostenibile al settore del calcestruzzo.

La parola durabilità nei CAM è citata solo nei criteri riguardanti i sistemi di tenuta d’aria.  Ma se vola via tutto il tetto cosa conta le tenuta d’aria degli infissi ?

L’attenzione al particolare ci fa perdere di vista l’obiettivo finale, la sostenibilità dell’opera.

Queste norme così prescritte finiscono per premiare specifici materiali, lasciando gli altri in un limbo normativo. Sono spesso norme che ci riempiono di certificazione e bollini di tutti i colori creando burocrazia e costi che rallentano lo sviluppo di quelle innovazioni che sarebbero necessarie per un sentiero sostenibile.

Le recenti palle di ghiaccio rappresentano un avvertimento: dobbiamo cambiare il nostro approccio e adattarci alle nuove sfide, tenendo conto di due aspetti basilari, paralleli, ineludibili.

1. Dobbiamo modificare le nostre strategie e perseguire obiettivi più ambiziosi per rendere il nostro ambiente più sostenibile per l'umanità.
2. Dobbiamo tenereconto che i cambiamenti climatici ci sono già stati. La temperatura è cresciuta di 1,1 gradi negli ultimi 100 anni.

 Il problema è complesso, con ben 17 obiettivi da raggiungere entro il 2050, non solo uno o due.

Dovremo affrontare tutte queste sfide simultaneamente per vincere questa partita in cui le regole del gioco sono cambiate.