Architettura
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Padiglione Italia a Expo Dubai 2020: i dettagli di un'architettura in movimento

Un' esperimento di architettura riconfigurabile e circolare, pronta a salpare per affrontare le sfide dell'attuale crisi climatica. Ecco come si presenta il Padiglione Italia all'Expo Dubai 2020.

Tre scafi di nave a grandezza naturale rovesciati utilizzati come copertura della struttura, 70 chilometri di corde nautiche in plastica riciclata a rivestire la facciata multimediale, e infine un sistema naturale per la mitigazione del clima indoor, il tutto all'insegna della riconversione, della sostenibilità e circolarità. Un'architettura definita "in movimento", cosí si presenta a Expo Dubai 2020 il Padiglione Italia. Un progetto sviluppato in collaborazione tra CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con F&M Ingegneria e Matteo Gatto. 

 

 

L’edificio del Padiglione Italia per Expo Dubai 2020, progettato da CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con F&M Ingegneria e Matteo Gatto, è stato ufficialmente svelato al pubblico il 1 Ottobre 2021, nel quadro della prima Esposizione Universale realizzata nel mondo arabo. Il Padiglione incorpora nella sua copertura tre scafi di navi a grandezza naturale, i quali potrebbero potenzialmente navigare in mare al termine dell’evento. L’edificio presenta una facciata multimediale composta da oltre 70 chilometri di corde nautiche e utilizza un avanzato sistema di mitigazione del clima alternativo all'aria condizionata. Nel complesso, il progetto offre una visione sull'architettura riconfigurabile e il design circolare il cui obiettivo è affrontare le sfide dell’attuale crisi climatica. Nel percorso espositivo sono coinvolte alcune tra le aziende più innovative d’Italia. L’edificio si estende su una superficie di oltre 3.500 metri quadri e fa uso di nuovi materiali da costruzione - dalle alghe ai fondi di caffè, dalle bucce d'arancia alla sabbia - andando a suggerire strategie progettuali applicabili a livello internazionale.

Mentre nel contesto di eventi temporanei come un’Esposizione Universale, spesso molte strutture diventano materiale di scarto dopo soltanto pochi mesi, l’architettura del Padiglione mette in discussione questo approccio. Il Padiglione Italia è stato pensato come un'architettura capace di evolversi nel tempo e in modo sostenibile.

Tre scafi di navi arrivano a Dubai, vengono capovolti per diventare il tetto del padiglione e, al termine di Expo, potrebbero salpare verso nuove destinazioni. La scelta della copertura dell’edificio evoca inoltre le storiche connessioni via mare tra la penisola italiana e quella araba, collegandosi in questo modo ai temi sia della partecipazione nazionale dell'Italia ("La Bellezza unisce le persone") e l’Expo Dubai 2020 nel suo insieme ("Connecting minds , creating the future”).

I tre scafi misurano ciascuno dai 40 ai 50 metri di lunghezza e sono stati realizzati con il contributo di Fincantieri, il maggiore costruttore navale d’Europa. Sono sostenuti da 150 sottili pilastri in acciaio, ciascuno alto 27 metri. A loro volta questi ultimi elementi sorreggono una membrana di copertura a forma di onda, realizzata con cuscinetti in ETFE, e uno strato forato di lamine metalliche il quale modula l’ingresso della luce. Visti dall'alto, gli scafi appaiono rivestiti di una vernice innovativa sviluppata dal Gruppo Boero. I colori verde, bianco e rosso formano quello che è il più grande tricolore della storia italiana, esteso su 2100 metri quadrati. 

Il padiglione non presenta pareti ma è delimitato da una facciata multimediale a tenda, composta da corde nautiche. La facciata si illumina e diventa dinamica grazie ai LED incorporati sulle corde. Le stesse corde, prodotte in plastica riciclata usando l'equivalente di quasi 2 milioni di bottiglie d'acqua, sviluppano un intreccio verticale che si estende per quasi 70 chilometri di lunghezza complessiva. Dopo la conclusione di Expo, esse saranno riutilizzate, seguendo i princìpi dell'economia circolare. Proprio l’impiego delle corde nautiche, insieme a un sistema di raffrescamento localizzato con nebulizzatori, consentono di ottenere ombreggiamento e ventilazione naturale e migliore comfort termico. Complessivamente, il progetto punta a sperimentare modalità più sostenibili per raffrescare edifici e ambienti urbani. 

Gli ospiti del Padiglione accedono al percorso interno tramite una scala mobile che li porta fino al livello di 11 metri dal suolo, direttamente sotto la navata del primo scafo. Da questo punto panoramico è possibile osservare l'intero Padiglione, per poi iniziare a camminare su una passerella sospesa al di sopra degli ambienti espositivi e delle installazioni. Tra gli spazi principali si trova il Belvedere: una costruzione circolare sormontata da una cupola ricoperta da piante selvatiche della macchia mediterranea, la quale richiama i giardini rinascimentali. Qui accanto, la microalga spirulina, coltivata dall’azienda del settore delle energie rinnovabili TOLO Green, rende possibile la purificazione dell'aria tramite la biofissazione dell'anidride carbonica prodotta dai visitatori. Il percorso espositivo comprende inoltre anche l’Innovation Space dedicato alla ricerca tecnologica; le installazioni digitali “Second Sun” e “Second Moon” realizzate da Enel X le quali creano un crescendo di effetti luminosi, legati alle emozioni dei visitatori monitorate in tempo reale; e il “Teatro della Memoria”, dove si trova una copia del David di Michelangelo stampata in 3D, realizzata della Galleria dell'Accademia di Firenze e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università degli Studi di Firenze.

Il resto del Padiglione Italia include materiali che sono stati scelti in coerenza alle linee guida dell’economia circolare, sviluppati in collaborazione con Mapei, azienda produttrice di prodotti chimici per l'edilizia. Caffè e bucce d'arancia lasciate essiccare e ridotte in polvere, vengono utilizzati per rivestire i percorsi e le passerelle sospese. Lo stesso Padiglione poggia su una duna alta 5 metri, realizzata con sabbia di provenienza locale. Il percorso interno è inoltre arricchito da una serie di elementi verdi, con oltre 160 specie vegetali che vivono all'interno dell'edificio. Sviluppato in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con il botanico Flavio Pollano, questo paesaggio naturale rende omaggio alla biodiversità e alla bellezza ecologica dei territori d’Italia e del Mediterraneo. Particolare attenzione è dedicata al ruolo delle piante nella lotta alla desertificazione.

Già accolto come uno dei più riconoscibili progetti architettonici di Expo Dubai 2020, il Padiglione Italia sarà aperto fino al 31 marzo 2022, con centinaia di eventi artistici e d’affari organizzati al suo interno lungo tutto il periodo dell’Esposizione Universale. 

CITAZIONI DEI PROGETTISTI

“Il nostro progetto per il Padiglione Italia si occupa di quella che è probabilmente la maggiore sfida dell’architettura di oggi: esplorare la doppia convergenza tra naturale e artificiale. Questo ci consente di prefigurare e suggerire strategie che saranno sempre più cruciali nel futuro delle nostre città, mentre affrontiamo le conseguenze dell’attuale crisi climatica”, afferma Carlo Ratti, fondatore dello studio CRA e direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology (MIT): “Il Padiglione muta continuamente, e parla di riconfigurabilità sia nel lungo termine, grazie all’approccio circolare, sia nel breve termine, grazie all’uso di tecnologie digitali.”

“Il Padiglione Italia ha grandi dimensioni e una struttura molto sofisticata, ma più che un’architettura nel senso canonico è una grande installazione sperimentale dedicata ai confini ormai sfumati tra Naturale e Artificiale. La sua costruzione si ispira allo stesso tempo ai biotipi naturali e alle tecnologie più avanzate che derivano dalla ricerca spaziale,” afferma Italo Rota, fondatore di Italo Rota Building Office: “Da un lato, l’edificio guarda all’organizzazione delle foreste tropicali, dove la luce filtra da un’alta copertura e la vita è organizzata di conseguenza. Dall’altro lato, un tema cruciale è la produzione di neo-materia: nuovi materiali da costruzione di origine organica e biologica, la cui produzione tecnologica non è da confondere con il riciclo. Essendo il Padiglione concepito secondo un approccio circolare, si può pensare a questa neo-materia come materiale che possono potenzialmente essere riutilizzati ovunque, con modalità e finalità diverse. Il Padiglione Italia rappresenta quasi una sorta di ‘architectural banking’: un catalogo da cui scegliere gli elementi di architetture future.”

“Sorreggere una copertura costituita da tre scafi rovesciati: una vera e propria sfida strutturale. Dopo un’attenta analisi delle ambizioni del progetto architettonico, F&M Ingegneria ha curato la progettazione strutturale e impiantistica, proponendo un’integrazione funzionale tra le due discipline. Tale soluzione ha ottimizzato costi e lavorazioni di cantiere, garantendo il comfort del Padiglione senza compromettere l’estetica. L’attività di direzione lavori ingegneristica, affidata a F&M, è stata particolarmente impegnativa nel confronto con imprese e maestranze locali ma ha consentito di raggiungere l’obiettivo prefissato, garantendo il rispetto dei tempi di consegna,” afferma Sandro Favero, fondatore di F&M Ingegneria. "Un coordinamento interdisciplinare del progetto tra F&M e il team di architettura ha permesso un lavoro efficace e puntuale, insieme al coordinamento con gli operatori in cantiere durante la fase di esecuzione. La modalità BIM è stata adottata dalla progettazione alla realizzazione con massima efficienza risolvendo ogni interferenza. Gli ampi spazi a disposizione sul primo impalcato, chiamato ‘la grande duna’, con ampie facciate senza alcun pilastro e la struttura-architettura interamente a vista, sono il frutto delle sofisticate analisi strutturali condotte dai nostri ingegneri specialisti. La complessa gestione di cantiere, dove ogni fase è stata pianificata nel dettaglio, e la realizzazione di manufatti di grande complessità geometrica si è trasformata in una sfida vinta con il massimo risultato", commenta Federico Zaggia, Partner e Project Director di F&M Ingegneria.

“Dopo il progetto per il sito di Expo Milano nel 2015, è stato interessante per me partecipare al progetto per un padiglione nazionale per Expo Dubai”, afferma Matteo Gatto: “Rappresentare l’Italia non è un compito semplice, ma credo che il tema del viaggio e la tecnologia che abbiamo sviluppato nel concept e poi per il progetto stesso, abbiano rappresentato la complessità del nostro paese, radicato nella sua storia e proiettato verso il futuro”.

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