Opere edilizie e titoli abilitativi: quando la CILA è più forte di tutto
La CILA, pur essendo un titolo abilitativo edilizio semplificato, gode di una certa stabilità e non può essere disconosciuta dal Comune senza un preventivo atto di autotutela. Inoltre, la mancata presentazione comporta solamente una sanzione pecuniaria, senza incidere automaticamente sulla validità dell'intervento, come avviene per SCIA e permesso di costruire.
Il potere di controllo comunale sulla CILA può ricondursi all'accertamento che l'opera ricada effettivamente nell'ambito dell'edilizia sottoposta a tale strumento di semplificazione, senza che possano trovare ingresso altre questioni, in quanto estranee alla fattispecie disciplinata dal legislatore.
Questo è l'importante chiarimento contenuto nella sentenza 243/2025 del Tar Catania, che affronta il tema della Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata e dei poteri di vigilanza del Comune in relazione ai titoli abilitativi edilizi, con particolare riferimento alla revoca di una concessione di suolo pubblico.
Il caso: la pedana della discordia
Il TAR ha annullato la revoca della concessione di suolo pubblico decisa dal Comune per questi motivi:
- violazione del principio del legittimo affidamento: la pedana oggetto di contestazione era stata realizzata con una CILA presentata sette anni prima, senza che il Comune avesse esercitato alcun potere di verifica o annullamento;
- errore nella motivazione del provvedimento: il Comune ha revocato la concessione non perché l’opera fosse formalmente illegittima, ma perché ritenuta abusiva senza aver previamente annullato la CILA;
- presenza di un nulla osta paesaggistico: il TAR ha evidenziato che il Comune ha fatto erroneamente riferimento alla necessità di un’autorizzazione paesaggistica, che in realtà era già stata ottenuta.
Il TAR evidenzia che la CILA, pur essendo un titolo abilitativo edilizio semplificato, gode di una certa stabilità e non può essere disconosciuta dal Comune senza un preventivo atto di autotutela.
Il Comune avrebbe dovuto intervenire direttamente sulla CILA, anziché revocare la concessione di suolo pubblico sulla base di un presunto abuso edilizio.
La sentenza è utile anche perché spiega bene la differenza che intercorre tra la CILA e gli altri titoli abilitativi e il tipo di controlli a disposizione del comune.
CILA e poteri di vigilanza del comune
Nella sentenza, si ricorda che la CILA è un titolo abilitativo edilizio residuale, applicabile a interventi che non richiedono permesso di costruire o SCIA. A differenza della SCIA, la normativa non prevede un termine perentorio entro cui l'Amministrazione debba esercitare un controllo postumo di conformità tecnico-giuridica.
Secondo il TAR, il potere di controllo del Comune sulla CILA è limitato alla verifica della sua formale presentazione e alla constatazione che l'intervento rientri effettivamente tra quelli soggetti a tale titolo semplificato. Non è ammesso un controllo ampio che vada oltre tali aspetti.
Il Comune, qualora ritenesse che l'opera non fosse compatibile con la CILA, avrebbe dovuto quindi esercitare un potere di autotutela sulla stessa, e non revocare il titolo concessorio sulla base di una presunta violazione edilizia non previamente accertata.
Il TAR richiama precedenti giurisprudenziali (Consiglio di Stato, II, n. 4110/2023), sottolineando che l'assenza di controlli sistematici sulla CILA potrebbe determinare un'incertezza giuridica per i privati, impedendo la stabilizzazione del loro titolo edilizio.
CILA e SCIA, a voi due: caratteristiche, differenze, modalità di controlli del comune
Mentre per la SCIA l'amministrazione comunale deve esercitare i poteri inibitori o di controllo entro 30 giorni, per la CILA non è previsto alcun termine perentorio per il controllo, ma solo un potere sanzionatorio e repressivo nei casi di irregolarità del documento o esecuzioni di lavori che richiedono titoli abilitativi diversi.
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CILA, SCIA, permesso di costruire: le differenze
Il TAR evidenzia alcune differenze fondamentali tra la CILA (prevista dall'art.6-bis del dpr 380/2001) e gli altri titoli edilizi:
- permesso di costruire: è necessario per interventi edilizi di maggiore impatto, mentre la CILA si applica a interventi di manutenzione straordinaria non strutturali, cioè quelli che, pur comportando cambi di destinazione d'uso urbanisticamente non rilevanti, non riguardano parti strutturali dell'edificio e non incidono sui prospetti;
- SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): a differenza della CILA, la SCIA è soggetta a controlli postumi da parte dell'amministrazione entro 30 giorni (salvo eccezioni). La CILA, invece, non prevede espressamente un controllo ordinario successivo da parte del Comune;
- effetti giuridici: la mancata presentazione della CILA comporta solo una sanzione pecuniaria (art. 6-bis del dpr 380/2001), senza incidere automaticamente sulla validità dell'intervento, a differenza di quanto avviene per SCIA e permesso di costruire.
LA SENTENZA E' SCARICABILE IN ALLEGATO
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