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Opere abusive: dopo l'ordine di demolizione arriva l'acquisizione al patrimonio comunale

L’acquisizione gratuita al patrimonio comunale costituisce una misura sanzionatoria, che consegue automaticamente all'inottemperanza dell'ordine di demolizione.

Se non si ottempera al'ordine di demolizione entro 90 giorni, scatta l'acquisizione del bene e dell'area di sedime al patrimonio comunale, indipendentemente da chi ha commmesso l'abuso e chi è il proprietario dell'immobile.

Ce lo ricorda il Consiglio di Stato nella sentenza 4463/2024 del 20 maggio, relativo al ricorso contro l'acquisizione al patrimonio del comune di un immobile abusivo.

 

La demolizione di immobile altrui

Nel caso di specie, segnla Palazzo Spada, è evidente che l'appellante non avrebbe potuto procedere alla demolizione di un immobile di proprietà altrui (essendo comunque realizzato su suolo altrui), in mancanza della collaborazione del proprietario e, pertanto, non avrebbe comunque un autonomo interesse ad evitare la demolizione d’ufficio, essendo l’acquisizione una misura che incide sul diritto di proprietà e, quindi, vede come destinatario il proprietario del bene che è onerato di attivarsi per ottemperare all'ordinanza di demolizione, proprio al fine di evitare l'acquisizione (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 26 aprile 2023, n. 4172).

 

Ordine di demolizione e acquisizione del bene sono procedimenti distinti

Ma sono inammissibili tutte le censure che riguardano la mancata individuazione delle opere abusive, in quanto avrebbero dovuto essere rivolte avverso il provvedimento di demolizione mai impugnato. Le censure proprie dell'acquisizione possono riguardare solo il relativo procedimento e la corretta individuazione dell’area da acquisire ma non l’oggetto della demolizione.

Infatti, per consolidata giurisprudenza, l'atto di acquisizione può essere autonomamente contestato in sede giurisdizionale amministrativa solo con specifico ed esclusivo riguardo alla correttezza formale e sostanziale del suo contenuto accertativo tipico (come ad esempio relativamente alla manifesta irrazionalità dell'area da acquisire) o alla pregressa mancata notifica dell'ordine di demolizione, e non con riferimento alla ritenuta illegittimità di quest'ultimo, che ne costituisce il necessario presupposto giuridico, quando esso - come nel caso in esame - sia divenuto medio tempore intangibile per qualsiasi ragione giuridica.

 

Inottemperanza all'ordine di demolizione: l'acquisizione al patrimonio comunale può riguardare gli immobili abusivi e tutta l'area di sedime

L'acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle opere edilizie abusivamente realizzate rappresenta una misura di carattere sanzionatorio che consegue automaticamente all'inottemperanza dell'ordine di demolizione.


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Il caso: demolizione e acquisizione riguardano l'intero immobile

Nel caso di specie, la demolizione ha riguardato l’intero immobile abusivo senza distinguere le posizioni della proprietaria e della committente e tale ricostruzione del Comune non è stata tempestivamente contestata in giudizio - non essendo mai stata impugnata la demolizione - per cui l’acquisizione non poteva che riguardare l’intero immobile abusivo, essendo del resto rivolta anche alla proprietaria del bene ed essendo pacifico che l’immobile non abbia alcun preesistente titolo edilizio.

 

Acquisizione al patrimonio comunale: le caratteristiche

L’acquisizione gratuita al patrimonio comunale, infatti, per la consolidata giurisprudenza costituisce una misura sanzionatoria, che consegue automaticamente all'inottemperanza dell'ordine di demolizione, non potendo essere opposta né una qualsivoglia rilevanza del tempo trascorso dalla realizzazione dell'abuso, né l'affidamento riposto eventualmente dall'interessato sulla legittimità delle opere da realizzare, né l'assenza di motivazione specifica sulle ragioni di interesse pubblico perseguite con l'acquisizione stessa.


LA SENTENZA INTEGRALE E' SCARICABILE IN ALLEGATO PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE.

Allegati

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