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OpenBIM per il rilascio del permesso edilizio: aggiornamenti su stato dell’arte e prospettive

Il recupero di produttività nei processi di approvazione edilizia è un argomento di grande interesse, non solo in Italia dove è forte l’urgenza imposta dal PNRR.

La Regulatory Room di BuildingSMART International raccoglie informazioni da tutto il mondo sul procedere dei progetti regolatori basati su OpenBIM.

L’articolo riporta alcune delle evidenze emerse da questo monitoraggio globale ed accenna alle prossime attività in via di sviluppo in BuildingSMART Int.l ed Italia.


Digitalizzazione e Pubblica Amministrazione

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, soprattutto della PA locale, è un argomento che accompagna da anni la narrativa sullo sviluppo del nostro paese.

Il recupero di produttività nei processi di approvazione edilizia è divenuto però un mantra sempre più rumoroso man mano che le scadenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si avvicinano e cresce la preoccupazione di riuscire a mettere a terra gli investimenti finanziati dal piano stesso. 

Il progetto di aumentare la produttività tramite digitalizzazione ovviamente non è limitato al nostro paese, anche se in Italia la situazione appare particolarmente ansiogena per il combinato composto di urgenze e carenze nelle infrastrutture e nelle risorse umane. 

In questo articolo, grazie all’accesso ad una visione internazionale che la partecipazione alla Regulatory Room di BuildingSMART International ci permette, vorremmo quindi dare uno sguardo ampio ed internazionale su opportunità e rischi che ad oggi una gestione regolatoria basata su OpenBIM fa prevedere.

 

OpenBIM per la Pubblica Amministrazione Locale (PAL): cosa si sta facendo

 

OpenBIM per la Pubblica Amministrazione Locale (PAL): cosa si sta facendo

Sicuramente spinta dalla digitalizzazione forzata della società dovuta alla pandemia, la riforma in chiave digitale della relazione regolatoria tra privato e pubblico nell’ecosistema edilizio e delle infrastrutture è al centro di una esplosione di interesse e di attività in tutto il globo. 

I primi segnali di questa evoluzione si sono però visti già nel 2019, quando al summit di buildingSMART Int. di Pechino la Regulatory Room iniziò a registrare crescenti richieste di incontri informativi sul tema standard BIM e processi approvativi; interesse poi ampiamente confermato dalla survey dell’anno successivo cui hanno partecipato professionisti di più di 35 paesi. 

Nel prosieguo tentiamo quindi di sintetizzare alcuni argomenti evidenziatisi negli ultimi due anni e già presentati nel corso della 5° conferenza IBIMI tenutasi a Roma il 19 maggio u.s.

 

Chi vuole il Rilascio digitale dei Permessi Edilizi

Una delle domande che hanno per lungo tempo fatto discutere l’ecosistema edilizio è chi ha, veramente ed urgentemente, bisogno di adottare il digital building permitting (DBP) basato su OpenBIM.

Se infatti l’adozione dello standard digitale aperto per l’interscambio di informazioni tecniche è un evidente lubrificante della catena di fornitura del business e comunque richiede contratti ad hoc, molto meno fattibile appare gestire legalmente il passaggio tra pubblico e privato delle informazioni per l’approvazione del progetto. Soprattutto non è chiaro come sia possibile contrattualizzare l’uso dello standard digitale armonicamente con la varianza legislativa, ovvero l’impatto che i cambiamenti normativi introducono nell’interscambio dati. 

Progressivamente però molti fenomeni, come la sostenibilità ambientale, hanno indotto aumenti veloci e spesso non prevedibili della fame di dati degli enti regolatori a cui la dematerializzazione (cioè i PDF) evidentemente non è in grado di fornire la risposta adeguata.

Quindi, se da una parte le istituzioni hanno il problema non banale di gestire crescenti moli di dati e di farlo in ambiti diversi dell’organizzazione statale, è altrettanto vero che il business, specie quello più strutturato, richiede sempre con più forza canali più dinamici per gli scambi dati, estendendo le “abitudini” sviluppate nelle proprie catene di fornitura all’ambito istituzionale. 

Rivolgersi al rilascio digitale dei permessi edilizi mediante dati aperti è quindi naturale conseguenza di queste tendenze.

L’edilizia però non è un caso isolato, perché cresce la fame di dati anche in ambiti regolatori diversi (sanità, ambiente, etc.) e perciò nell’ultimo biennio si è rilevata l’adozione da parte delle Istituzioni nazionali di molti paesi di principi, spesso costituzionali, di “digital first”, ovvero di processi amministrativi che privilegino la gestione digitale sulla burocrazia classica. 

Ciò sta non solo automatizzando a tappe forzate gli uffici tecnici municipali di quei paesi ma, più lentamente, portando nei relativi corpi legislativi principi di digitalizzazione standardizzata e la conseguente approvazione di leggi sempre più adatte alla computerizzazione (qualcuno presagisce già leggi “Machine readable”).

La maggiore facilità di adeguamento dei modelli di dati e dei processi digitali alla regulatory impatta anche sull’offerta tecnologica, tanto che il settore REGTECH (regulatory technology) è in tumultuosa crescita negli ultimi anni.

Una ulteriore recente novità è il sostegno al cambiamento basato su OpenBIM da grandi società che gestiscono le infrastrutture in linea, come ferrovie, canali e strade a livello nazionale. Molte di queste hanno imboccato con decisione la standardizzazione del proprio modello informativo in chiave OpenBIM (vedi l’evoluzione degli standard IFC per le infrastrutture) e quindi quasi “sfidano” le PA nazionali ad adeguarsi a questi standard per l’approvazione dei progetti, così da rendere il guadagno di produttività un bene nazionale.

 

Non solo edifici nuovi

Va premesso che anche se si identifica spesso, per semplicità e giustamente, con il rilascio digitale del permesso edilizio il centro dell’interesse della trasformazione digitale della regulatory, il vantaggio più evidente che emerge è soprattutto poter gestire efficacemente e molto più dinamicamente la manutenzione e trasformazione dell’asset nel tempo mantenendo intatte le verifiche regolatorie di trasparenza e legalità. 

Si osserva quindi in molti paesi un’evoluzione della strategia di applicazione del DBP rispetto all’iniziale idea di applicazione del processo solo agli edifici nuovi verso una maggiore focalizzazione sull’edificato esistente, anche se costituito da patrimonio storico.

 

OpenBIM/IFC unico standard di riferimento

Il dialogo formale tra pubblico e privato spinge naturalmente verso l’adozione di standard open e non proprietari, questo ha reso negli ultimi due anni OpenBIM ed il formato IFC sempre più il metodo condiviso da tutti e il centro di ogni discussione tecnica sul tema regolatorio senza che vi siano alternative significative all’orizzonte.

 

Strategia globale

Un altro elemento interessante è la diffusione internazionale dell’adozione del DBP dopo anni in cui l’interesse sembrava limitato ai paesi scandinavi e ad alcuni dell’estremo oriente.  

Oggi il rilascio digitale dei permessi edilizi mediante OpenBIM è in agenda in moltissimi grandi paesi ed in ogni continente, con spinte importanti in America latina ed in Medio Oriente, anche se ovviamente la situazione può essere molto diversa in paesi vicini.

Rimane ovviamente una maggiore efficacia nello sviluppo di progetti applicativi da parte di paesi che hanno iniziato prima il processo di trasformazione digitale (Estonia, Singapore, Dubai, Finlandia etc.), ma le esperienze di singole municipalità (spesso collegate a qualche forma di amministrazione indipendente, come nel caso di Ginevra) stanno portando ad una diffusione di progetti di rilascio digitale dei permessi edilizi anche in paesi non così avanzati sul tema specifico a livello nazionale.

Permetteteci infine di riportare un ultimo segnale del fenomeno di espansione globale che proviene dalla stessa Regulatory Room di BuildingSMART Int.l il cui steering committee è passato da 5 a 10 membri, tutti di nazionalità diversa e con l’inclusione di esperti provenienti anche da stati solo due anni fa non coinvolti nella problematica, a cui si aggiunge una lista di attesa di stati interessati ad entrare nel board decisamente lunga.

 

Cosa si è imparato

Grazie alla situazione effervescente e alle possibilità di dialogo che si sono instaurate si possono cominciare a riepilogare alcune delle evidenze emerse dai progetti di adozione del rilascio digitale dei permessi edilizi.

Avvio del DBP nella PAL e/o in enti regolatori

È la situazione che vede coinvolti la maggior parte dei paesi che partecipano ai lavori di BuildingSMART. I progetti si avvalgono quasi ovunque di un forte coinvolgimento della realtà accademica ma anche spesso, come detto in precedenza, di aziende o enti che operano in infrastrutture di importanza nazionale. 

Le altre lesson learned indicano che:

  • I motori naturali che stimolano l’adozione di OpenBIM nella PAL sono SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE e misure di PREVENZIONE & PROTEZIONE in edifici ed infrastrutture.
  • I progetti di digitalizzazione evolvono per via ibrida, mantenendo sempre la coesistenza con procedure cartacee e/o dematerialzzate, ma non è emerso ancora una via adozione preferenziale. Non c’è quindi una strategia generalmente “migliore” per far transitare la regulatory all’OpenBIM.
  • L’esperienza sul campo porta velocemente alla luce le incongruenze normative, specie quando queste ultime si aggiornano, e praticamente tutti richiedono un adeguamento nel modello legislativo (si parla spesso di e-laws).
  • La formazione delle risorse è importante, ma ancor più essenziale è la condivisione a tutti i livelli di obiettivi e traguardi, perché le risorse degli enti regolatori devono farsi parte attiva della ricerca delle soluzioni specifiche. Vanno inoltre identificate figure a tutti i livelli (i cosiddetti BIM Champions) che sollecitino la transizione.
  • L’impatto sulla società civile è solitamente positivo (a volte sorprendentemente).

 

Gestione operativa

I paesi che operano il rilascio digitale dei permessi edilizi a livello nazionale sono pochi e tendenzialmente non molto estesi e popolosi (Estonia, Singapore), per cui la PAL si identifica molto con la PA centrale. Vi sono però anche le citate singole municipalità e/o regioni che hanno anticipato la propria realtà nazionale e che sono portatrici di esperienze importanti.

Ciò che accomuna entrambe le realtà sono i set di dati open disponibili per studi e valutazioni, da cui si evidenzia che:

  • Ciò che libera il valore dei dati raccolti con OpenBIM nel Building permitting sono i Data Analytics.
    Analizzare i dati ha in primis un effetto rassicurante per la gestione corrente, perché aumenta la percezione di indipendenza, accuratezza e correttezza dei dati e del processo. Le ulteriori opportunità che derivano da questi studi sono diverse ed in continua evoluzione, ma risultano tutte significative.
  • Come anticipato, il maggior ritorno di VALORE è nella MANUTENZIONE di EDIFICI E INFRASRUTTURE, poiché in questi casi è possibile il recupero del dato e il suo utilizzo per la riprogettazione e controllo approvativo successivo.

 

Sviluppi avanzati

Sono in corso studi e sperimentazioni su una gestione dei processi approvativi tramite algoritmi basati su dati OpenBIM, la municipalità più avanzata è Singapore.

È interessante osservare che chi è già operativo o sta per implementare il DBP dichiara come irrinunciabile il passaggio rapido a regole e controlli automatizzati di conformità; esplorando le loro motivazioni si può sintetizzare che ciò avviene

  • Perchè gli analytics confermano la validità dei dati.
  • Perché si è sviluppato e continua a svilupparsi un corpo di normative Digital first.
  • Perché ci sono molti BIM champions nel personale.

 

Prossimi sviluppi

Questo articolo non parla specificamente dell’attività in Italia non perché nel nostro paese non siano in corso processi e studi su OpenBIM in PAL, anzi, ma perché ci riserviamo di sviluppare un’analisi più approfondita sul nostro paese al termine della prossima attività di redazione delle Linee guida per l’adozione dell’OpenBIM in ambiti regolatori (titolo provvisorio).

La linea guida verrà redatta in parallelo a livello globale e nazionale; ciò permetterà di approfondire nel dettaglio ed anche a livello comparativo le differenze tra modelli istituzionali, amministrativi e culturali di approccio al DBP.

L’attività di redazione della Linea Guida italiana sarà sviluppata dal gruppo di lavoro RiDiPE (Rilascio digitale Permessi Edilizi) e sarà tra gli obiettivi della Regulatory Room nazionale, formatasi un anno e mezzo fa nell’ambito di IBIMI – buildingSMART Italia. 

Il progetto della Linea Guida internazionale si svilupperà nell’ambito della Regulatory Room di buildingSMART International, e sarà coordinata dallo stesso referente della redazione della linea guida italiana. Il gruppo RiDiPe opererà come “expertise” nazionale per la guida internazionale, oltre che come relatore del documento italiano. 

Concludiamo quindi invitando chi fosse interessato a questi argomenti e ritenga di potersi impegnare nella redazione delle linee guida ad unirsi al gruppo RiDiPE, che già conta una trentina di esperti su OpenBIM provenienti sia del settore pubblico che privato, e per farlo contatti IBIMI- buildingSMART Italia all’indirizzo comunicazione@ibimi.it.


Si ringrazia IBIMI- buildingSMART Italia per la gentile collaborazione.

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