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Oltre la crisi il cambiamento

Il commento del Presidente ATECAP, Silvio Sarno, sull'attuale situazione economica

Viviamo in un momento di crisi epocale. In Italia la perdurante debolezza strutturale del sistema economico nazionale ha marcato in negativo il settore ancora più profondamente di quanto avvenuto nella media europea.


Dall’anno di inizio della crisi fino alla fine del 2012, la produzione del calcestruzzo preconfezionato si è quasi dimezzata (-44,4%, quasi 6 punti percentuali in più della media europea) e il dato relativo al calcestruzzo è in linea con l’andamento generale del settore delle costruzioni.
I dati economici confermano il quadro asfittico che caratterizza il settore, con prospettive ancora negative in assenza di reali segnali di interruzione della tendenza recessiva: la previsione per il 2013 della produzione del calcestruzzo preconfezionato è di un altro -27,4% rispetto all’anno precedente e il dato “sociale” è ancor più preoccupante se si pensa che dal 2007 si è registrata una diminuzione di oltre il 20% in termini occupazionali.
L'indice di produzione nelle costruzioni, che ha come campo di osservazione tutta l'attività delle costruzioni riferita sia alla produzione di nuovi lavori sia alla manutenzione, registra una caduta senza soluzione di continuità dal 2007 al 2012, quantificabile complessivamente nel 30% circa.
Di crisi del comparto ma soprattutto di proposte di rilancio del settore se n’è parlato lo scorso 20 giugno, all’Assemblea annuale pubblica dei produttori di cemento, dove sono stati evidenziati i gravi problemi che l’intera filiera delle costruzioni si trova ad affrontare.

La sfida da cogliere affinché la crisi da via senza uscita possa trasformarsi in una opportunità per un futuro dell’industria del calcestruzzo preconfezionato è quella di stimolare fortemente i meccanismi naturali del mercato, puntando innanzitutto a superare la facile concorrenza fondata esclusivamente sul prezzo più basso che se accompagnata dal rispetto delle regole porta a tutelare le imprese più virtuose e a espellere gli operatori improvvisati e le infiltrazioni malavitose.
È indispensabile varare una nuova politica industriale di settore al fine di perseguire e raggiungere una ristrutturazione dell’offerta, ad oggi assolutamente sovradimensionata.

L’intera filiera deve battersi per l’affermazione di un mercato trasparente, per il rispetto della legalità, per la qualificazione degli operatori come basi di un confronto concorrenziale leale tra imprese serie e corrette.
Ciò dovrebbe avvenire puntando su cinque grandi macro direttrici, ovvero la ricerca e la conseguente adozione di standard tecnologici, produttivi ed etici elevati ed il loro riconoscimento da parte del mercato, la correzione degli effetti “distorsivi” derivanti dall’applicazione di norme che di fatto alterano i processi di selezione virtuosa degli operatori sul mercato, quali ad esempio i nuovi strumenti di composizione della crisi d’impresa, l’attuazione rigorosa di tutti quei controlli previsti dalla legge in grado di assicurare una selezione virtuosa, capace, cioè, di contenere, emarginare e annullare gli effetti di una concorrenza scorretta, la promozione del prodotto dell’intera filiera del calcestruzzo e del cemento nel nuovo paradigma della sostenibilità e la creazione di maggiori efficienze tra gli attori della filiera del cemento e del calcestruzzo.

Tecnologia, sostenibilità, etica, lotta alla concorrenza sleale: questo è il paradigma che l’Atecap intende perseguire per far fronte all’emergenza, consapevole che, come diceva Albert Einstein “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”.