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Obiettivi di Sostenibilità per il 2030: l'intervista a Fabrizio Capaccioli (Presidente GBC Italia e Direttore ASACERT)

All'orizzonte del 2030, Fabrizio Capaccioli, Presidente di Green Building Italia e Direttore Generale di ASACERT esamina i progressi globali e locali sulla sostenibilità, concentrandosi sull'edilizia. Si sottolinea la necessità di diffondere la cultura sostenibile in tutta Italia, aspirando a un futuro in cui sia la norma e la finanza considerino seriamente i parametri di sostenibilità negli investimenti. Leggi l'intervista dell' Ing. Dari, Direttore di Ingenio.

Sostenibilità: gli obiettivi al 2030

Mancano solo 6 anni al 2030, la scadenza dell’Agenda messa a punto nel 2015 a Parigi. A che punto siamo e che progressi significativi abbiamo fatto a livello globale nel corso del 2023?

 

Fabrizio Capaccioli

Credo che dobbiamo ripartire dalla COP28 di Dubai, a cui ho avuto l’onore di partecipare, proprio nella veste di Presidente di GBC Italia. Il pacchetto approvato e presente nel Global Stocktake è ambizioso. Un testo che, per quanto di forte compromesso, segna un passo avanti significativo nella lotta al cambiamento climatico. Proprio quando la partita sulle fonti fossili sembrava ormai senza speranze, la Conferenza delle Parti, per la prima volta in assoluto, giunge alla conclusione che la transizione energetica è urgente e dovrà portare, senza se e senza ma, all’eliminazione delle fonti fossili. D’altro canto, l'urbanizzazione in atto è una delle tendenze più trasformative del ventunesimo secolo. Coniugare questo trend con le esigenze di sostenibilità non solo rispetto al Pianeta, ma anche rispetto alla specie più numerosa che lo abita -l’essere umano- è una sfida a cui anche le filiere edile ed immobiliare devono guardare.

È noto che nei prossimi dieci anni, il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città. È sempre più pressante l’importanza di un’urbanizzazione come fonte di sviluppo globale e inclusione sociale. Attualmente, il 54% della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) vive in aree urbane. Entro il 2030, 2 miliardi di persone si saranno trasferite in città, con un impatto senza precedenti sulle infrastrutture e le risorse esistenti. L’obiettivo di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030; produrre energia in modo pulito entro il 2050; eliminare gradualmente i sussidi alle fonti fossili; accelerare la riduzione del carbone; ridurre in modo sostanziale le emissioni di biossido di carbonio a partire da quelle di metano. La sfida dei prossimi anni sarà passare dalle parole ai fatti con un testo che lascia ancora margini interpretativi aperti. Tuttavia, non posso non notare che poco o nulla si è detto o stabilito riguardo le emissioni prodotte nell’intero ciclo di vita degli edifici.

 

Il progresso dell’Italia sugli obiettivi di sostenibilità

Come valuti il progresso dell'Italia verso gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030, in particolare nel settore dell'edilizia? quali priorità dobbiamo darci?

 

Fabrizio Capaccioli

Secondo quanto presentato a giugno nel primo Impact Report sull’edilizia sostenibile certificata, redatto dal Green Building Council Italia, in collaborazione con The European House Ambrosetti, in Italia lo stock di edifici certificati con i rating delle famiglie LEED e GBC Italia al 2023 ha garantito un risparmio di 330 mila tonnellate di scarti edilizi, 170 mila tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua potabile, per un valore economico di 111 milioni di euro.

Aggiungo che Milano risulta essere la prima città italiana per numero di edifici certificati e la prima al mondo con un intero quartiere - Porta Nuova - integralmente certificato e il quartiere City Life ha aggiunto un ulteriore primato: la tripla certificazione Platinum: LEED for Cities and Communities; WELL for Community; SITES Existing Landscape, primo quartiere in Europa a ottenere questa certificazione.

Va detto e, ne siamo consapevoli, che c’è una grande disomogeneità nel nostro Paese rispetto all’urgenza della trasformazione del costruito secondo metriche e criteri sostenibili. Si tratta, come mi ritrovo spesso a considerare, fondamentalmente di una rivoluzione e di una contaminazione culturale che deve ancora, per buona parte, avvenire.

Noi ci stiamo impegnando, tra le altre azioni, potenziando la forza e il potere dei chapter territoriali dell’Associazione, rafforzando le azioni, il supporto e il coordinamento. Sono convinto che solo un’azione capillare può portare al vero cambiamento. I traguardi delle grandi città servono a far parlare degli obiettivi, ma bisogna arrivare ai 7901 comuni italiani per fare la differenza.

La priorità è non solo continuare nell’opera culturale che stiamo mettendo in campo, ma darci l’ambizioso, quanto necessario obiettivo, di fare in modo che a fianco ai temi ambientali, sia sempre più il benessere delle persone al centro delle strategie sostenibili a tutti i livelli.

 

Direttiva Casa Green e applicazione in Italia

L’Europa ha trovato un accordo per l’edilizia green. Possiamo farcela senza superbonus e che cosa dovremmo fare?

 

Fabrizio Capaccioli

In Italia, la Direttiva diventerà operativa, verosimilmente nel 2025. Molti immobili, in vista dell’attuazione della direttiva, potrebbero cedere l’attuale valore di mercato se non adeguatamente ristrutturati. Al momento, nel nostro Paese, 11 milioni di abitazioni (74%) rientra in classe energetica E, F o G, quindi, non in linea con i parametri imposti dalla nuova Direttiva. Torno al tema del raggiungimento capillare dei cittadini e del paniere delle loro esigenze. Intendo dire che i temi della sostenibilità in edilizia non devono diventare un boomerang sociale ed economico.

Insomma, affinché l’adeguamento delle abitazioni non sia un sia visto come una scure, è necessario essere tra la gente.

Sono profondamente convinto che per realizzare una sostenibilità davvero in grado di cambiare la realtà che viviamo, sia necessario far sì che tutti possano beneficiare degli strumenti che ci sono e che GBC Italia mette a disposizione, attraverso un vero e proprio processo di democratizzazione dei protocolli.

È chiaro che, dal punto degli incentivi, il superbonus ha fatto il suo tempo, nonostante sia stata una intuizione che aveva le premesse per dare una svolta al vetusto parco immobiliare italiano, tuttavia nei fatti, ha mostrato col tempo tutti i suoi limiti. Non sono, dunque, favorevole ad iniziative spot, ne ho parlato spesso con esponenti del Governo, che ho trovato disponibili all’ascolto e alla ricerca di soluzioni strutturali credibili.

 

Codice dei Contratti Pubblici e Sostenibilità

Nel 2023 è stato pubblicato il nuovo codice dei contratti pubblici. Che contributo ha dato e cosa manca in termini di approccio alla sostenibilità nelle costruzioni pubbliche in Italia?

 

Fabrizio Capaccioli

Il mio giudizio è complessivamente positivo sul Nuovo Codice degli Appalti, sia dal punto di vista della semplificazione e della digitalizzazione, che dal punto di vista della garanzia delle operazioni data da un peso maggiore attribuito agli organismi di controllo accreditato, oltre che -e qui veniamo al punto- ad importanti novità di approccio al tema della sostenibilità, dovuto anche all’impulso europeo dato dal criterio DNSH (Do Not Significant Harm) per i contratti pubblici finanziati con risorse del PNRR.

Si legge che la progettazione degli interventi deve, infatti, assicurare “l’efficientamento energetico e la minimizzazione dell’impiego di risorse materiali non rinnovabili nell’intero ciclo di vita delle opere, il rispetto dei principi della sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale dell’intervento, anche per contrastare il consumo del suolo, incentivando il recupero, il riuso e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e dei tessuti urbani”.

In generale, tutto l’approccio del Codice è improntato su una maggiore sensibilità e attenzione al tema della sostenibilità seguendo la scia del Green Public Procurement e i conseguenti decreti sui criteri ambientali minimi che erano stati introdotti nel corpus legislativo nazionale.

Si parla di efficienza energetica, di economia circolare, tanto che il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale sarà una condizione dell’affidamento degli appalti pubblici e delle concessioni, che avverrà mediante la definizione dei criteri ambientali minimi.

Proprio nella definizione dei nuovi CAM l’Associazione ha fatto molto quale membro invitato al tavolo Ministeriale di consultazione e soggetto attivo in varie fasi con la trasmissione di note e proposte specifiche.

Cito, a titolo di esempio, il contributo relativo all’estensione dei CAM agli Edifici Storici – che costituiscono una significativa parte del patrimonio immobiliare italiano –. Grazie al Protocollo energetico-ambientale GBC Historic Building, specifico per la ristrutturazione sostenibile degli edifici storici, si è fatto promotore dell’applicazione dei CAM Edilizia anche a questa categoria di edifici.

Certo, possiamo aspettarci di più, in particolare, in merito alla certificazione delle prestazioni degli edifici, tutti. Ci stiamo lavorando con le nostre continue interlocuzioni con il Governo, con Ministri e i Sottosegretari che mi manifestano una grande apertura all’ascolto e al dialogo. Ci sembra che la strada intrapresa sia, finalmente, quella giusta.

 

Appalti pubblici e digitalizzazione

Il primo gennaio 2025 segna il punto di partenza per la digitalizzazione degli appalti pubblici con l’obbligo dell’uso del BIM. Quali impatti prevedi che questo avrà sulla sostenibilità nelle costruzioni?

 

Fabrizio Capaccioli

Entro il 1° gennaio 2025 le stazioni appaltanti dovranno adottare metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni, per la progettazione e la realizzazione di nuove opere di valore superiore al milione di euro.

Il nuovo codice degli appalti pubblici segna quindi una svolta importante nella digitalizzazione del settore edilizia, evidenziando l’importanza degli strumenti digitali che possono essere utilizzati per garantire la trasparenza, la tempestività, l’efficienza e la sostenibilità delle opere pubbliche, senza dimenticare altri aspetti fondamentali come l’ottimizzazione delle risorse, i controlli sulla qualità dei lavori e la sicurezza dei lavoratori impegnati nelle varie fasi del processo di costruzione.

Sappiamo che l’attenzione alla sostenibilità non può ridursi al solo aspetto energetico -uno tra i più grandi limiti dell’approccio Superbonus- dobbiamo considerare sì l’impatto ambientale, ma sempre maggiore peso hanno i fattori sociali e quelli economici. Per la valutazione di questi elementi il BIM aiuterà di certo il progettista a tenere sotto controllo tutti questi aspetti. Una ampia mole di dati e informazioni che il BIM può ottimizzare nella sua gestione e per il raggiungimento di target ambientali e non solo.

 

Tecnologia e ambiente

Nel dibattito ambientale, si contrappongono due visioni: il rischio che l’evoluzione tecnologica possa danneggiare il pianeta e la necessità della tecnologia per combattere i cambiamenti climatici. Qual è la tua opinione, in particolare in relazione al ruolo dell’ingegneria e dell’architettura?

 

Fabrizio Capaccioli

Abbiamo avuto modo di ascoltare nell’ultimo grande evento organizzato a Roma lo scorso 14 dicembre dal titolo. “La Responsabilità del Cambiamento per il Benessere delle Persone” una illuminante lectio magistralis del Professor Umberto Galimberti.

Ha catalizzato l’attenzione dei presenti che hanno potuto giovare della sua analisi sul mondo attuale, ma anche agli scenari futuri. Vorrei rispondere partendo da qui: dobbiamo guardare alle azioni da intraprendere con una visione biocentrica, in cui naturalmente l’uomo ha un ruolo centrale come attore del cambiamento. Ritengo che l'evoluzione tecnologica debba essere guidata dall’uomo con una consapevolezza ambientale ed un impegno per il benessere planetario.

La dicotomia tra il rischio che l'evoluzione tecnologica possa danneggiare il pianeta e la necessità della tecnologia per combattere i cambiamenti climatici riflette la complessità della sfida ambientale che affrontiamo.

La chiave sta nell'adozione di tecnologie e pratiche sostenibili che rispondano alle esigenze umane, senza compromettere il benessere del pianeta.

L'ingegneria e l'architettura hanno un ruolo cruciale nell'affrontare le sfide ambientali.

La progettazione e la realizzazione di edifici e infrastrutture sostenibili possono ridurre l'impatto ambientale, migliorare l'efficienza energetica e promuovere pratiche di costruzione eco-compatibili. L'innovazione tecnologica può essere una forza trainante nella lotta contro i cambiamenti climatici. Le tecnologie verdi, come le energie rinnovabili, la gestione intelligente delle risorse e la costruzione sostenibile, sono strumenti potenti per ridurre l'impronta ecologica delle nostre attività.

Tuttavia, è essenziale adottare una prospettiva critica e bilanciata. L'implementazione di tecnologie deve essere guidata da valutazioni approfondite degli impatti ambientali, sociali ed economici. L'uso responsabile della tecnologia implica considerare l'intero ciclo di vita di un'innovazione.

Ingegneri e architetti svolgono un ruolo fondamentale nell'educare e sensibilizzare sulle migliori pratiche sostenibili. La formazione continua e la promozione di approcci progettuali responsabili sono cruciali per garantire un impatto positivo a lungo termine.

Affrontare le sfide ambientali richiede un approccio multidisciplinare. Ingegneri, architetti, scienziati ambientali e altri professionisti devono collaborare per sviluppare soluzioni integrate che tengano conto di molteplici fattori. È quello che accade nei comitati tecnici che sono le fucine entro cui si forgiano i Protocolli Made in Italy di GBC Italia.

La grande sfida del secolo sta nell'equilibrare l'innovazione con la responsabilità nei confronti della vita e del benessere dell’uomo e del pianeta.

 

Intelligenza artificiale e sostenibilità

IA e Progettazione Sostenibile: Qual è il ruolo dell'intelligenza artificiale nello sviluppo di soluzioni sostenibili in architettura e ingegneria?

 

Fabrizio Capaccioli

Il mio parere sull’IA è complessivamente positivo e animato da un atteggiamento fiducioso nella capacità dell’uomo di governare la rivoluzione che l’IA porta con sé. Non senza un’attenta e tempestiva regolamentazione.

L'intelligenza artificiale offre strumenti avanzati per affrontare sfide complesse legate alla sostenibilità in architettura e ingegneria. Dal processo di progettazione alla gestione degli edifici, l'IA può contribuire a creare soluzioni più efficienti, intelligenti e rispettose dell'ambiente.

L'IA può, ad esempio, elaborare grandi quantità di dati ambientali, tra cui condizioni climatiche, livelli di inquinamento e consumi energetici.

Gli algoritmi di IA possono eseguire simulazioni complesse e modellare il comportamento degli edifici in vari scenari. Inoltre, l'IA è già applicata alla gestione energetica degli edifici, regolando automaticamente sistemi come l'illuminazione, il riscaldamento e il raffreddamento in tempo reale in base alle esigenze e alle condizioni ambientali.

Può essere utilizzata per analizzare e suggerire l'uso di materiali innovativi e sostenibili nella costruzione, considerando aspetti come la durabilità, la riciclabilità e l'impatto ambientale.

Utilizzando l'apprendimento automatico, l'IA può prevedere quando determinate componenti di un edificio potrebbero richiedere manutenzione. Ciò non solo prolunga la vita utile delle strutture, ma riduce anche gli sprechi associati alla sostituzione prematura di materiali.

L'IA può supportare l'analisi del ciclo di vita degli edifici, valutando l'impatto ambientale complessivo dalle fasi di progettazione, costruzione e utilizzo, fino alla demolizione e riciclo.

Non dimentichiamo che nell'ambito dell'urbanistica sostenibile, l'IA può essere impiegata per ottimizzare il flusso del traffico, riducendo le emissioni e migliorando l'efficienza del trasporto pubblico. Mi sembrano tutti elementi che, se correttamente utilizzati e gestiti, siano di enorme supporto non solo per gli obiettivi climatici, ma anche per il miglioramento della qualità della vita delle persone.

  

Sostenibilità e finanza

Sulla Sostenibilità sembra aver acceso i riflettori anche la Finanza. Il 2024 potrà essere l’anno della svolta, in cui finalmente chi gestisce i grandi patrimoni comincerà a tenere in considerazione in modo concreto e serio i parametri di sostenibilità negli investimenti?

 

Fabrizio Capaccioli

Il processo di integrazione della sostenibilità negli investimenti è un cambiamento graduale e complesso. La trasformazione richiede un impegno continuo che è anche culturale, oltre che economico, da parte degli investitori, delle istituzioni finanziarie e della società nel suo complesso. La sostenibilità finanziaria dovrebbe essere vista non solo come un trend, ma come una prospettiva a lungo termine che contribuirà a creare un sistema finanziario più responsabile.

Riscontro un interesse crescente per la sostenibilità nell'ambito finanziario e ciò rappresenta un segnale positivo di un cambiamento di prospettiva verso investimenti più consapevoli. Se il 2024 possa rappresentare un punto di svolta significativo in cui la gestione dei grandi patrimoni inizierà a considerare in modo concreto e serio i parametri di sostenibilità negli investimenti, potrebbe essere, ma a mio avviso dobbiamo guardare ai prossimi 5 anni.

Ci sono tutte le premesse perché questo processo sia sempre più veloce.

Gli investitori, inclusi quelli con grandi patrimoni, stanno sempre più esprimendo una crescente preoccupazione per le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Le istituzioni finanziarie rispondono a questa domanda fornendo prodotti e servizi finanziari che integrano criteri sostenibili.

Le normative e i regolamenti che promuovono la sostenibilità stanno diventando sempre più stringenti.

I gestori di patrimoni si stanno adattando per conformarsi a tali regolamentazioni e per rispondere alle aspettative crescenti in termini di sostenibilità. Numerose ricerche dimostrano che, nel lungo periodo, le aziende con una forte performance ESG tendono ad avere rendimenti finanziari migliori.

Questa evidenza può incoraggiare gli investitori a considerare la sostenibilità come un fattore chiave nelle loro decisioni di investimento. Inoltre, la crescente consapevolezza dell'emergenza climatica e delle sfide ambientali ha spinto gli investitori a considerare gli impatti ambientali dei loro investimenti.

La gestione sostenibile del patrimonio può essere vista come una risposta responsabile a queste sfide globali.

Per questo, nuovi strumenti finanziari, come i green bonds e i fondi etici, i mutui green forniscono opportunità concrete per gli investitori di allocare il loro capitale in progetti e imprese sostenibili. Sempre troppo poche, per il momento, ma la strada è quella giusta. Fintanto che questi strumenti non saranno messi ancor più a disposizione dei cittadini, l’edilizia sostenibile sarà vista sempre e solo come qualcosa di elitario e non democraticamente accessibile.

 

Ruolo di GBC Italia

Nel contesto delineato da questa intervista, quale ruolo può assumere Green Building Council a livello globale e in Italia?

 

Fabrizio Capaccioli

Il Green Building Council Italia può svolgere un ruolo chiave nel promuovere e guidare l'edilizia sostenibile e certificata nel prossimo futuro in Italia.

Al programma del triennio abbiamo dato un titolo chiarissimo: “Lead the Green to Change lives: la responsabilità del cambiamento per il benessere delle persone”. Le azioni intraprese e che andremo ad intraprendere avranno un peso ed una influenza che dipenderanno da diversi fattori. Dobbiamo collaborare ancora di più con le istituzioni, il settore privato e la società civile, per creare un ambiente costruito che sia non solo sostenibile, ma anche orientato al benessere umano.

Il Green Building Council Italia continuerà a svolgere un ruolo centrale in questa missione, supportando l'innovazione, promuovendo le migliori pratiche per realizzare una visione di edilizia sostenibile che sia inclusiva, efficiente e orientata al futuro.

Oggi possiamo affermare, anche grazie all’incessante opera della nostra Associazione, che la costruzione di un futuro in cui ogni edificio non solo rispetti l'ambiente, ma contribuisca attivamente alla creazione di comunità prosperose e resilienti è alla portata, non solo di pochi. Ecco, questa è la sfida, fare in modo che le migliori pratiche possano essere accessibili ai cittadini del nostro Paese, senza esclusione geografica o di reddito, perché tutti hanno diritto di vivere in un ambiente salubre e confortevole.

Il peso del GBC Italia nell'edilizia sostenibile dipenderà dalla sua capacità di mobilitare e coinvolgere diversi attori del settore e di creare un impatto tangibile sulla pratica costruttiva in Italia. La sua leadership può essere determinante nel plasmare un futuro in cui l'edilizia sostenibile sia la norma, piuttosto che l'eccezione.

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