Codice Appalti
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Nuovo CODICE APPALTI: il testo delude i Professionisti Tecnici

La Rete delle Professioni Tecniche esprime, in una nota, una posizione critica nei confronti del testo del Codice Appalti discusso oggi in via preliminare dal Consiglio dei Ministri. Tuttavia, spera che nei prossimi passaggi possano essere inseriti i giusti correttivi.

Zambrano, RPT: “Un testo deludente: sembra tradire lo spirito della Legge delega sulla centralità della progettazione. Contiamo ancora sulla possibilità di modifiche”.
 
I commenti di ZAMBRANO (CNI), SAVONCELLI (CNGeGL) FREYRIE (CNAPPC)
 
La Rete delle Professioni Tecniche esprime, in una nota, una posizione critica nei confronti del testo del Codice Appalti discusso lo scorso 3 marzo in via preliminare dal Consiglio dei Ministri. Tuttavia, spera che nei prossimi passaggi possano essere inseriti i giusti correttivi.
 
Il Consiglio dei Ministri ha dato vita all’esame preliminare del nuovo Codice Appalti. La lettura del testo approvato dal Governo ha suscitato la reazione critica della Rete delle Professioni Tecniche.
 
ZAMBRANO, Coordinatore della Rete e Presidente CNI: “Si tratta di un testo –– che tradisce lo spirito della Legge delega circa la centralità della progettazione. Siamo di fronte ad un arretramento rispetto alla normativa precedente, in particolare se ci riferiamo alla Determinazione Anac 4/2015”.
Come già sottolineato nei giorni precedenti, la Rete delle Professioni Tecniche lamenta, innanzitutto, la scomparsa, nel Codice, di una parte specifica dedicata ai servizi di ingegneria e architettura. I servizi dei professionisti tecnici, infatti, risultano dispersi nelle varie pieghe del Codice. Inoltre, i progettisti interni alla pubblica amministrazione, a differenza di quanto chiedeva la Rete, potranno continuare ad essere sprovvisti dell’iscrizione ad un Ordine, essendo sufficiente la sola abilitazione.
Un altro punto molto criticato dai professionisti tecnici italiani è la non obbligatorietà del Dm 143 (cosiddetto “decreto parametri”) per la determinazione del corrispettivo da porre a base di gara.
Senza contare che la limitazione all’appalto integrato risulta scomparsa dai radar e la cauzione diventa obbligatoria anche per la progettazione. In compenso, la Rete giudica positivamente la riproposizione dei requisiti richiesti alle Società di Ingegneria che le mette sullo stesso livello delle Società tra Professionisti, evitando un’incresciosa sanatoria a favore delle prime che a più riprese si era tentato di far passare.
“Il testo – ha concluso Zambrano – non ha tenuto conto delle osservazioni dei professionisti tecnici e per questo ci auguriamo che, in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri, che varerà il testo definitivo, vengano apportate le giuste correzioni. In ogni caso riproporremo le nostre idee in tutte le sedi istituzionali, a cominciare dalle commissioni parlamentari che dovranno esprimere il loro parere sul provvedimento”.
Le professioni tecniche presenteranno infatti , in continuità con gli articolati già proposti e, come anticipato in fase di audizione, indicazioni concrete alla predisposizione di una norma che sia applicabile, evitando le incertezze di ordine operativo. L'obiettivo principale è quello di snellire e semplificare le procedure, precisando i ruoli delle stazioni appaltanti e delle libere professioni, aprendo realmente il mercato degli appalti ai giovani professionisti e salvaguardando l'interesse pubblico".
Si ricorda infatti che il provvedimento dovrà tornare entro il 18 aprile prossimo in Consiglio dei Ministri dopo aver registrato il parere del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari di riferimento.
 
SAVONCELLI, Presidente CNGeGL: “Nel nuovo codice per gli appalti le professioni tecniche si aspettano una maggiore attenzione ai servizi di architettura, ingegneria e agli altri servizi tecnici, in coerenza con i principi riportati nella Legge Delega, questo in ragione dell'importanza da attribuire alla fase di progettazione che ha rappresentato uno dei principali vulnus dell'appalto, avendo portato alla nascita di contenziosi e al prolungamento dei tempi, oltre al cosiddetto fenomeno delle "incompiute". 
 
 
FREYRIE, Presidente CNAPPC: “Credo che si possa senz’altro esprimere un giudizio positivo sul Decreto legislativo relativo al Codice degli Appalti approvato lo scorso 3 marzo dal Consiglio dei Ministri. Il nostro è un giudizio che si riferisce all’impianto politico e culturale del provvedimento che marca una significativa discontinuità rispetto alla farraginosa normativa precedente”.
“Il riconoscimento della centralità del progetto - riportato ad unità e che non viene più “spezzettato” tra soggetti diversi - ed il superamento del massimo ribasso affermano, infatti, il principio che la qualità dell’architettura, il ricorso ai concorsi  rappresentano l’unica strumento per realizzare buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e rispondenti concretamente ai bisogni dei cittadini che, attraverso il débat public, saranno ora partecipi delle scelte che riguardano il loro territorio. Così come rappresentano uno sbarramento contro la cattiva sorte delle opere pubbliche, il malaffare e la mafia”
“Mentre ci riserviamo di esaminare i singoli articoli del Decreto, auspichiamo che questo provvedimento, una volta approvato definitivamente e superato il vaglio delle Camera, possa concretamente contribuire a dare nuova linfa e a rilanciare il settore dei lavori pubblici e dell’edilizia”.

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