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Adesivi per parquet: cosa è importante sapere

In questo articolo l'esperto di pavimentazioni in legno Paolo Rettondini ci illustra sinteticamente le caratteristiche che deve avere un adesivo per parquet e i principali riferimenti normativi.

Il parquet incollato

Il settore del parquet è complesso, questo dipende da ogni singolo aspetto che deve essere preso in considerazione: tipo di legno, disegno, finitura, etc. Insomma, le alternative e le possibilità sono moltissime. Questo vale anche per le tecniche di fissaggio. La colla è proprio una di queste.

Con l’arrivo degli adesivi chimici, i parchettisti hanno visto semplificarsi le loro operazioni: lavori più veloci e più duraturi nel tempo, possibilità di posa su svariati sottofondi con incollaggio di elementi anche di grandi dimensioni.

 

 

Le caratteristiche di un ottimo adesivo per parquet

  • Garanzia di buona adesione e coesione: ecco perché è fondamentale capire quale adesivo è idoneo per ciascuna tipologia di intervento
  • Buona resa del prodotto: ciò riduce gli sforzi applicativi e lo spreco economico.
  • Emissioni di VOC sotto controllo: un tema fondamentale per la tutela ambientale, la salute degli operatori e dei clienti finali.

In commercio troviamo numerosi prodotti con diverse composizioni e per diversi utilizzi. Possiamo però suddividerli in 3 grandi categorie:

  • Adesivi non reattivi monocomponenti (es. la colla vinilica)
    Questi adesivi sono formati da una parte solida (la resina) che viene sciolta nel veicolo (solvente) che può essere a base acqua oppure solvente. L’adesivo indurisce lasciando evaporare il solvente nell’aria. Se è a base solvente, quindi, attenzione alle emissioni. Mentre se è a base acqua possono verificarsi imbarcamenti del pavimento in legno. Gli adesivi non reattivi monocomponenti hanno caratteristiche di flessibilità, ma sono sensibili ai liquidi, come i solventi, o all’acqua e il calore può disgregare il prodotto indurito.
  • Adesivi reattivi bicomponenti (es. la colla epossi poliuretanica e la poliuretanica bicomponente).
    In commercio vengono proposti nella doppia confezione abbinata: la confezione grande contiene la resina liquida, mentre la piccola l’induritore. Per utilizzarli al meglio è necessario prestare attenzione alla miscelazione. La reazione, infatti, deve avvenire alla perfezione per ottenere un adesivo performante. Una volta miscelati i componenti bisogna fare attenzione al tempo di vita (pot-life) del prodotto: a reazione avviata non è più possibile fermare il processo, il rischio è di far indurire l’adesivo all’interno del fusto. I vantaggi degli adesivi reattivi bicomponenti, a indurimento avvenuto, restano tendenzialmente rigidi e resistenti al calore, ai solventi e all’acqua. Hanno emissioni ridotte di solventi e/o acqua. Attenzione però a maneggiare questi prodotti con cura, attraverso l’ausilio di dispositivi di protezione individuale. Trattandosi infatti di prodotti reattivi, possono creare sensibilizzazioni o irritazioni. Il consiglio è sempre quello di leggere attentamente le schede di sicurezza di ciascun prodotto, schede che tutte le aziende devono fornire su richiesta. Altro elemento da tenere in considerazione quando si utilizzano tali prodotti è la data di scadenza: alterazioni dell’adesivo possono compromettere interi lavori.
  • Adesivi reattivi monocomponenti (es. l’adesivo monocomponente silanico/poliuretanico)
    In questo caso l’adesivo è composto da resina liquida che, reagendo con l’umidità ambientale, dà vita ai legami tra molecole, creando adesione. Tale reazione genera un prodotto che viene rilasciato nell’ambiente. Un tema, questo, molto discusso tra gli addetti ai lavori. Ecco perché, per maneggiarli, è fondamentale che l’operatore indossi adeguati dispositivi di sicurezza. L’aspetto positivo è che, questi adesivi reattivi monocomponenti, una volta induriti restano elastici e non sono sensibili al calore, ai solventi e ai liquidi. Attenzione sempre alla scadenza del prodotto, indicata sul fusto, e a problemi di indurimento parziale dell’adesivo all’interno del contenitore.

 

Quando si tratta di adesivi, seguire sempre le indicazioni della scheda tecnica

Come sopra riportato, per lavorare in sicurezza la scheda tecnica è di fondamentale importanza. Il documento, infatti, racchiude un insieme di dati che forniscono tutte le risposte ai quesiti e requisiti minimi di idoneità dei diversi prodotti usati in cantiere, adesivi compresi.

Nello specifico, la scheda tecnica dovrebbe riportare i riferimenti normativi su metodi di prova e requisiti minimi degli adesivi.

 

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Le norme di riferimento sugli adesivi per parquet

La norma UNI EN ISO 17178: 2020, che sostituisce UNI EN ISO 14293:2006, stabilisce i metodi di prova ai quali vengono sottoposti gli adesivi e i relativi requisiti minimi da raggiungere per essere immessi nel mercato.

Tra i parametri principali, indicati nella norma, si contano: la misurazione dell’altezza della cresta dopo uno specifico arco temporale; la determinazione del “tempo aperto” di un adesivo (il tempo in cui l’adesivo inizia a cambiare stato, passando da liquido a solido); la resistenza al taglio e la resistenza alla trazione.

A fine febbraio 2022 è stata recepita come UNI la norma EN 17619 “Classificazione degli adesivi per legno per prodotti in legno non strutturali per uso esterno”, Questa norma stabilisce una classificazione degli adesivi per legno per applicazioni non strutturali per uso esterno senza la protezione di un adeguato rivestimento superficiale.

La norma prevede tre classi di durabilità

  • XT5: applicazioni esterne con rare esposizioni dirette agli agenti atmosferici nelle quali il prodotto di legno incollato si trova dietro rivestimenti o protetto da tettoie, capannoni aperti etc.
  • XT6: applicazioni esterne con occasionali ma non persistente esposizione diretta agli agenti atmosferici.
  • XT7: applicazioni esterne con frequente esposizione diretta agli agenti atmosferici ma non in contatto con il terreno
    ed i relativi requisiti prestazionali che l’adesivo deve raggiungere per poter essere inserito in una di queste tre classi.

Le prestazioni della colla vengono determinate, mediante una prova di taglio per trazione, dopo l’applicazione di due sequenze di condizionamento eseguite distintamente: un trattamento di immersione in acqua bollente per 24 ore seguito da 1 ora di raffreddamento in acqua a 20°C.

È stata inoltre pubblicata, sempre a fine febbraio 2022, la norma UNI EN 17618: 2022 “Adesivi – Incollaggi legno – legno per impieghi non strutturali – determinazione della resistenza al taglio per compressione” la quale specifica un metodo per la determinazione della resistenza al taglio per compressione e la percentuale di cedimento coesivo del legno (asportato) di incollaggi legno–legno.

Questi due parametri permettono di valutare diverse proprietà degli adesivi:

  • la resistenza finale dell’incollaggio;
  • il tempo di pressatura;
  • il tempo chiuso.

Questa norma può essere utilizzata per controlli di produzione in fabbrica o per valutare il potere collante dell’adesivo.

Interessante la possibilità di utilizzare qualsiasi tipo di legno per la prova (previa una sua caratterizzazione).

Altra novità nel settore degli adesivi è che essendoci stati molti distacchi spontanei di parquet posati negli ultimi anni, legati alla degradazione progressiva di alcuni adesivi di tipo silanico, si sono recentemente tenute due riunioni del Gruppo di Lavoro 4 della Commissione Unichim Adesivi.

Dalla discussione è sorta l’esigenza da parte dei produttori e degli applicatori di disporre di un nuovo metodo per valutare la stabilità degli adesivi per parquet; tra gli obiettivi quello di evidenziare anticipatamente possibili cedimenti dell’incollaggio nel corso del tempo permettendo quindi al mercato di formulare e selezionare adesivi più affidabili.

 

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