Nuove Direttive UE: lo studio di ENEA per ottimizzare il risparmio energetico e le ristrutturazioni del patrimonio immobiliare
Lo studio ENEA analizza dettagliatamente il parco immobiliare nazionale per supportare l'implementazione delle Direttive UE sull'efficienza energetica e la prestazione energetica nell'edilizia. La ricerca, in collaborazione con il MEF, fornisce dati cruciali per delineare le politiche di risparmio energetico e aggiornare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
"Consistenza del patrimonio immobiliare nazionale" di ENEA: scenari di intervento e risparmio energetico
Di seguito lo studio di ENEA che si propone di definire la consistenza del patrimonio immobiliare nazionale, un punto di partenza essenziale per delineare scenari di intervento e risparmio energetico in conformità con la Direttiva UE sull’efficienza energetica 2023/1791 (EED) e la Direttiva UE sulla prestazione energetica nell'edilizia 2024/1275 (EPBD). Per migliorare la conoscenza del patrimonio immobiliare pubblico, è stata coinvolta la collaborazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), che attraverso il Dipartimento dell’Economia censisce le unità immobiliari detenute dalle Pubbliche Amministrazioni italiane.
Con il cosiddetto Green Deal, proposto dalla Commissione Europea nel 2019, i paesi dell'UE si sono impegnati a rendere l'Unione climaticamente neutra entro il 2050 e a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi, nel 2021 è stato introdotto un pacchetto legislativo noto come "Pronti per il 55%", che include la revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili (RED, Direttiva UE 2023/2413 del 18 ottobre 2023), della Direttiva sull’efficienza energetica (EED, Direttiva UE 2023/1791 del 13 settembre 2023) e della Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (EPBD, Direttiva UE 2024/1275 del 24 aprile 2024).
Queste revisioni tengono conto anche del Piano Repower EU, annunciato dalla Commissione nel 2022, che ha rivisitato il pacchetto "Pronti per il 55%" alla luce dello scenario geopolitico emerso dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022. Il Piano Repower EU mira a rafforzare la sovranità energetica europea, eliminare i combustibili fossili e aumentare la quota di energie rinnovabili.
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Per stimare l'impatto delle nuove direttive e pianificare le politiche necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati, è cruciale avere una visione dettagliata delle superfici e delle destinazioni d'uso degli edifici esistenti in Italia.
Il Capitolo 8 è dedicato all’analisi dei dati presenti nel Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), con l’obiettivo di individuare lo stato della prestazione energetica degli edifici residenziali e terziari in Italia al 1° gennaio 2020, come richiesto dalla Direttiva EPBD.
In coda al documento è riportato il contributo fornito da ENEA alla redazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), il cui testo definitivo è stato inviato alla Commissione Europea nel giugno 2024. Le analisi svolte da ENEA si inseriscono nell’attività del tavolo di lavoro avviato dal MASE nell’ottobre 2023, con l’obiettivo di aggiornare il PNIEC, coinvolgendo ministeri, organismi competenti e enti come ENEA, GSE, RSE e ISPRA per il supporto tecnico.
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Disposizioni della Direttiva UE 2023/1791 (EED)
Il settore pubblico è responsabile di una percentuale tra il 5% e il 10% del consumo totale di energia finale dell'UE. Per ridurre tale consumo e garantire che il settore pubblico svolga un ruolo esemplare, la Direttiva UE 2023/1791 impone agli Stati membri di ridurre il consumo di energia finale degli enti pubblici di almeno l'1,9% annuo rispetto al 2021 (Articolo 5).
Secondo l'Articolo 6 della Direttiva, ogni Stato membro deve garantire che almeno il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o raffrescati di proprietà pubblica sia ristrutturato annualmente per trasformarli in edifici a emissioni zero o quasi zero. In alternativa, gli Stati membri possono adottare approcci alternativi equivalenti, come l'introduzione di un passaporto di ristrutturazione per gli edifici che rappresentano almeno il 3% della superficie coperta totale degli edifici pubblici, tracciando il percorso verso edifici a energia quasi zero entro il 2040.
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Disposizioni della nuova Direttiva EPBD
L’Articolo 9 della nuova Direttiva EPBD richiede che gli Stati membri definiscano standard minimi di prestazione energetica e una traiettoria per la riqualificazione progressiva del patrimonio edilizio. Per gli edifici non residenziali, gli Stati membri devono stabilire norme che garantiscano che gli immobili non superino specifiche soglie di prestazione energetica, espresse in kWh/m² anno, entro le date stabilite (2030 e 2033). Queste soglie si basano su dati disponibili al 1° gennaio 2020.
Per gli edifici residenziali, gli Stati membri devono stabilire una traiettoria nazionale per la progressiva ristrutturazione del parco edilizio, garantendo una riduzione del consumo medio di energia primaria in kWh/m² anno del parco edilizio residenziale tra il 2020 e il 2050. Gli obiettivi includono una diminuzione del consumo medio di energia primaria di almeno il 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035, e valori progressivi fino al 2050 in linea con la trasformazione del parco edilizio in edifici a emissioni zero.
Gli Stati membri possono esentare alcuni edifici dagli standard minimi di prestazione energetica, come edifici di valore storico o architettonico, edifici destinati a scopi religiosi, fabbricati temporanei, edifici a basso fabbisogno energetico e immobili destinati alla difesa nazionale.
Obiettivi dello studio
Il presente studio mira a individuare:
- Il numero di edifici/unità immobiliari residenziali e non residenziali e la loro superficie, distinti per destinazione d'uso e suddivisi, quando possibile, per zona climatica, epoca di costruzione e area geografica.
- La superficie complessiva degli edifici della pubblica amministrazione.
- La quota di edifici pubblici vincolati oggetto di deroga ai sensi delle Direttive.
- La prestazione energetica del patrimonio immobiliare al 1° gennaio 2020, punto di partenza per delineare la traiettoria di miglioramento in accordo con la Direttiva EPBD.
Metodologia per l’analisi del patrimonio edilizio
Lo studio si propone di definire la consistenza del parco edilizio nazionale. Per ogni categoria d’uso sono stati identificati:
- il numero di edifici,
- unità immobiliari,
- superfici totali
- per il patrimonio pubblico, superfici di edifici senza vincoli culturali o paesaggistici.
Gli edifici tutelati sono stati suddivisi in categorie basate su specifiche leggi e dichiarazioni di interesse culturale e paesaggistico.
Per la pubblica amministrazione, si è fatto riferimento alla banca dati del Dipartimento dell’Economia del MEF, che censisce gli immobili pubblici. I dati del MEF, riferiti alle dichiarazioni rese dalle amministrazioni nel 2019, sono stati integrati con altre fonti per edifici sanitari, scolastici e culturali. Per gli edifici privati, si sono utilizzati dati della STREPIN, basati su indagini CRESME del 2018, integrati con dati dell’Agenzia delle Entrate e ISTAT.
L’elaborazione dei dati raccolti ha permesso di ottenere una visione complessiva e dettagliata del patrimonio immobiliare nazionale, utile per pianificare interventi di riqualificazione e risparmio energetico in linea con le nuove direttive UE.
LEGGI lo studio "La consistenza del parco immobiliare nazionale" di ENEA
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I dettagli dello studio
In Italia vi sono 12,4 milioni di edifici residenziali, dei quali oltre il 60% è stato costruito prima del 1976, a questi si aggiungono 1,7 milioni di edifici a uso non residenziale (circa il 12% su un totale di 14 milioni), destinati principalmente a produzione (19%), commercio (16%) e servizi (12%). Il Rapporto individua inoltre circa 770 mila unità immobiliari di proprietà pubblica, di cui 670 mila non vincolate e quindi potenzialmente soggette agli obblighi di riqualificazione energetica previsti dalle direttive europee.
L’analisi degli Attestati di Prestazione Energetica (APE), contenuti nel SIAPE - Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, evidenzia un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili certificati, con una riduzione della percentuale nelle classi energetiche meno efficienti (F - G) di oltre il 4% nel residenziale e di circa l’1,5% nel non residenziale .
“Questo Report rappresenta un punto di partenza necessario per tracciare gli scenari di intervento e di riqualificazione e risparmio energetico del patrimonio edilizio italiano, in linea con le nuove norme europee”, spiega uno dei curatori dello studio, Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.
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