Nuova norma UNI EN 17412-1: dai LOD al Livello di Fabbisogno Informativo
La nuova norma UNI EN 17412-1 riguarda concetti e principi per la definizione del Livello di Fabbisogno Informativo in ambito BIM
La nuova norma UNI EN 17412-1 riguarda concetti e principi per la definizione del Livello di Fabbisogno Informativo (Level of Information Need) in ambito Building Information Modelling (BIM).
Il nuovo framework si differenzia dall’uso tradizionale del Livello di Sviluppo (LOD) in quanto, grazie ad una definizione più specifica dei requisiti informativi, è possibile:
- Migliorare la qualità delle informazioni: confronto automatico o semi automatico tra richieste e informazioni prodotte;
- Supportare l’ambito contrattuale-giuridico: ridurre la libera interpretazione dei requisiti e controllo di adempienza alle richieste contrattuali;
- Migliorare la flessibilità ed efficacia dei processi: definire e produrre solo le informazioni necessarie evitando sprechi (e.g. modelli con troppe informazioni) o carenza di informazioni (e.g. dovuti a richieste generiche).
Il framework si compone di due parti: Prerequisiti e Livello di Fabbisogno Informativo
Prerequisiti
Quattro prerequisiti definiscono il contesto per identificare le informazioni richieste:
- Uso: Perchè le informazioni sono richieste. Spesso l’uso è associato ai “BIM Uses” (e.g. visualizzazione, coordinamento, gestione);
- Milestone: Quando le informazioni sono richieste (e.g. fasi progettuali o date specifiche);
- Attore: Chi richiede informazioni (e.g. committenza) e chi le deve fornire (e.g. progettista);
- Oggetto: a Cosa è associato il Livello di Fabbisogno Informativo. L’oggetto non è solo l’elemento (e.g. porta, solaio, parete, macchine di cantiere) a cui siamo abituati, ma ha una valenza più ampia includendo anche parti, sistemi (e.g. sistema di ventilazione) o interi edifici.
La definizione dei prerequisiti ricopre un ruolo fondamentale in ambito contrattuale-giuridico in quanto viene chiaramente definito l’uso per cui le informazioni sono state richieste e successivamente prodotte, l’arco temporale entro il quale devono essere fornite, chi ne è responsabile e a cosa devono essere associate.
Inoltre serve un approccio flessibile che possa fornire le giuste informazioni nel momento giusto a chi ne ha bisogno. Nella pratica quotidiana è infatti noto che in una stessa fase i modelli informativi supportano diversi usi; per esempio analisi energetiche e analisi strutturali richiedono diverse informazioni. Inoltre, uno stesso uso (e.g. analisi dei costi) richiede una diversa granularità di informazioni in base allo sviluppo del progetto.
Livello di Fabbisogno Informativo
- Informazioni Geometriche: relative alla rappresentazione geometrica ed espresse attraverso cinque aspetti indipendenti dettaglio, dimensionalità, posizione, aspetto e comportamento parametrico;
- Informazioni Alfanumeriche: relative ai diversi attributi attraverso l’identificazione (e.g. nome o codifica) e contenuto informativo (e.g. data di scadenza, costo, trasmittanza termica);
- Documentazione: set di documenti (e.g. relazione di calcolo e certificazione di conformità).
Grazie ad una definizione precisa del contesto e di cosa è richiesto è possibile ottenere processi digitali più efficaci. Immaginate di poter ottenere solo le informazioni che vi servono al momento giusto senza dover “pulire” o navigare tra centinaia di informazioni inutili: con il nuovo framework questo è possibile!
Non si parla quindi più di “LOD” richiesti ma di “Livello di Fabbisogno Informativo” richiesto, non più riducibile unicamente ad una semplice lettera o numero.
Contributo italiano alla nuova norma
Dalla fine del 2016 l’Italia è stata chiamata a guidare il tavolo di lavoro europeo riguardante il Livello di Fabbisogno Informativo, che ho avuto il piacere di presiedere. Insieme ad esperti di altri 16 paesi si è concordato il nuovo framework descritto basato sull’esperienza maturata in diversi paesi, incluso il Nostro.
La norma UNI 11337-4 si era già discostata dai LOD statunitensi e inglesi introducendo importanti elementi che ritroviamo anche nella nuova norma UNI EN 17412-1:
- Definizione di usi e obiettivi per contestualizzare le richieste: sebbene ancora pochi in Italia li usino, questi sono presenti nella norma italiana;
- Introduzione dei mezzi e delle attrezzature da cantiere e interventi territoriali e infrastrutture;
- Interesse al patrimonio esistente e non solo alle nuove costruzioni;
- Interesse all’intero ciclo di vita, non solo alla progettazione e costruzione.
Differenze con la norma UNI 11337-4
Il nuovo framework è più flessibile e accurato rispetto a quanto incluso nella norma UNI 11337-4 in quanto:
- Definisce chiaramente il legame tra contesto (prerequisiti) e cosa è richiesto (livello di fabbisogno informativo);
- Permette di definire requisiti informativi per diversi “oggetti” (parti, sistemi, componenti assemblati etc.), non solo elementi tradizionali;
- Migliora la definizione delle informazioni geometriche, che spesso richiedono maggior tempo (e costo) per essere generate;
- Introduce la documentazione, ancora necessaria nelle pratiche quotidiane.
Attualmente in a livello nazionale si sta lavorando sull’aggiornamento della UNI 11337-4 per fornire un testo che possa supportare il mercato nazionale tenendo conto delle peculiarità.
Relazione tra UNI EN ISO 19650-1 e Livello di Fabbisogno Informativo
La serie di norme internazionali ISO 19650 sulla gestione informativa in ambito BIM ha introdotto per la prima volta nel 2018 la definizione di “Livello di Fabbisogno Informativo” al posto dei “LOD” sottolineando la necessità di definire sempre l’uso (purpose) prima di definire quali informazioni siano necessarie ed evitare così gli “sprechi informativi”.
Tuttavia la norma UNI EN ISO 19650-1 (disponibile sia in inglese che in italiano), non fornisce dettagli su come specificare il Livello di Fabbisogno Informativo. Questi dettagli sono stati introdotti nella nuova norma europea UNI EN 17412-1.
Riassumendo, la nuova norma sul Livello di Fabbisogno Informativo completa quanto indicato nella norma internazionale UNI EN ISO 19650-1.
Come applicare la norma UNI EN 17412-1
Il framework indicato dalla nuova norma può essere implementato attraverso approcci più tradizionali (e.g. definendo i requisiti informativi in excel), tuttavia le committenze e organizzazioni più avanzate hanno già abbandonato da anni questa via per adottare un approccio strutturato attraverso l’uso di database (e.g. committenze norvegesi ed inglesi).
Se si vogliono ottenere maggiori benefici, infatti, è necessario adottare una metodologia computazionale che parta dalle richieste informative digitalizzate da parte del soggetto richiedente, tema di cui mi occupo da anni insieme al prof. Angelo Ciribini.
Acronimi? No, grazie (per ora)
Forse qualcuno si starà chiedendo come mai non abbia usato alcun acronimo per “Livello di Fabbisogno Informativo”. A livello europeo è stato deciso di non usare alcun acronimo per evitare che gli utenti sostituiscono i “LOD” con un nuovo acronimo, senza capire che le la serie UNI EN ISO 19650 e la UNI EN 17412-1 richiedono, invece, di specificare nel dettaglio il contesto e le informazioni richieste.
Inoltre, l’introduzione di acronimi genera spesso un divario tra esperti “BIM” e altri professionisti; se vogliamo che i processi BIM diventino business as usual, è necessario un linguaggio comprensibile a tutti, non solo a pochi.
In futuro è possibile che la situazione cambi, ma per ora il testo europeo omette l’uso di acronimi.
Eccellenza italiana nel BIM in Europa
Infine vorrei sottolineare che grazie al lavoro di ricerca svolto dalle Università italiane e dai professionisti impegnati nella stesura della norma UNI, l’Italia ha ricoperto un ruolo di punta nello sviluppo di questo testo, dimostrando di poter guidare la definizione del BIM in Europa.
Questo trend sta ora continuando attraverso l’apertura di un nuovo tavolo di lavoro europeo sulla standardizzazione delle figure professionali basato sulla UNI 11337-7; e speriamo continui in futuro in altri ambiti.
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