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Norme ANTINCENDIO: CNI deluso per le modifiche alla bozza del nuovo Codice

commento del CNI alle modifiche del nuovo Codice Anticendio

 

Intervista all’ing. Gaetano Fede, Consigliere CNI con delega ai settori SICUREZZA, QUALITA e ENERGIA
 
Abbiamo percepito che il CNI vorrebbe un miglioramento delle norme sull’antincendio.
Quali sono le proposte e le richieste di modifica ?
Di questi tempi la domanda non può che riferirsi alla prossima approvazione del “Codice di prevenzione incendi” per il quale il CNI ha attivamente collaborato con il CNVVF fin dalla prima pubblicazione della bozza nell’aprile del 2014.
 
Non siamo entusiasti della modifica delle n. 9 RTV (regole tecniche verticali) presenti nelle bozze del nuovo Codice di prevenzione incendi, restano ora solo le regole tecniche dei vani ascensore e dell’edilizia scolastica.
Come ingegneri non condividiamo ovviamente tale stralcio, che ridimensiona in parte la connotazione moderna e rivoluzionaria del Codice, pur mantenendone inalterata l’impostazione di base e l’impronta spiccatamente prestazionale.
In questa modifica dell’ultima ora ci sembra di intravedere una forma di “cautela” da parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che però favorisce l’approccio prescrittivo e quindi rallenta il passaggio a quello prestazionale.
Infatti, la forza innovativa del nuovo Codice sta proprio nel coordinamento ed affiancamento di regola tecnica orizzontale e verticale (RTO e RTV), che integrano e completano la progettazione della moderna prevenzione incendi, in linea con i criteri europei.
In quest’ottica abbiamo chiesto la reintroduzione delle RTV stralciate, operazione sicuramente ancora possibile.
Il CNI ha trasmesso nel luglio 2014 un corposo documento di osservazioni alla bozza del Codice; con soddisfazione abbiamo riscontrato un sostanziale recepimento delle nostre istanze, a conferma dell’ottimo rapporto di collaborazione reciproca ormai consolidato tra CNI e CNVVF.
Alcune osservazioni riguardavano solo aspetti di dettaglio, ma siamo stati sicuramente ascoltati in merito a: introduzione di un apposito capitolo sulle valutazioni ATEX (aree a rischio di atmosfere esplosive), precisazioni sulla definizione di scala esterna, sulla verifica al cedimento degli elementi strutturali secondari sotto l’azione del fuoco, sulla verifica di continuità della compartimentazione, sulla documentazione progettuale obbligatoria a corredo degli impianti.
In ogni caso il gruppo di lavoro sicurezza del CNI continua a raccogliere segnalazioni e dati sui cosiddetti “stress test”, per un costante monitoraggio e affinamento del Codice.
 
Le statistiche dei VVFF evidenziano che tra le cause più comuni vi sono problemi riguardanti gli impianti elettrici. In che modo si potrebbe incidere per arrivare a una riduzione di questi fenomeni ?
Innanzitutto è giusto precisare, come indicato nella domanda, che le principali cause degli incendi in Italia hanno un’origine di natura elettrica, ma riguardano solo in minima parte i veri e propri “corto circuiti”, sempre citati invece dai media.
In dettaglio le origini elettriche degli inneschi riguardano invece:
-              Sovraccarichi
-              Uso improprio di dispositivi multipresa portatili
-              Falsi contatti
-              Carenze manutentive.
I fattori sopra elencati sono riconducibili quasi sempre ad errori ed omissioni commessi dagli utilizzatori finali degli impianti, non già dagli installatori.
Per distinguere ulteriormente si possono attribuire le prime due origini elencate a scelte consapevoli degli utilizzatori dell’impianto elettrico, altre volte ad ignoranza dei rischi derivanti da tali pratiche; le seconde due cause di innesco sono invece imputabili a scarsa informazione ed alla (purtroppo) consuetudine a ridurre o evitare le operazioni manutentive per ragioni di risparmio economico.
Quasi tutte le cause di incendio note e ricorrenti potrebbero comunque essere evitate lavorando sull’informazione e la cultura all’uso corretto degli impianti, soprattutto nelle scuole, dove invece alla sicurezza non viene riservata la cura e l’importanza che meriterebbe, in termini di cultura e (non facciamoci riguardo a dirlo) di risparmio economico, evitando incendi, incidenti vari e oneri sanitari conseguenti ad infortuni e decessi.