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No Convenzione No Cumulo gratuito Professionisti: l'impasse tra Inps e Casse non si sblocca

Inps e Casse Previdenziali non trovano l'accordo sul costo delle pratiche e il cumulo gratuito delle pensioni e dei periodi assicurativi non parte

L'oggetto del contendere, che non si vuole risolvere, è evidentemente il carico finanziario degli oneri per gestire le pratiche che gli Enti privati (tra i quali Inarcassa), fermi nella decisione di non volerlo caricare sulle proprie spalle, hanno rinominato "tassa Boeri", portando la polemica con l'Inps sul famigerato cumulo gratuito dei Professionisti a livelli altissimi.

Da quanto si legge su ItaliaOggi del 20 marzo, infatti, secondo l'Istituto pensionistico i toni usati dall'Adepp (l'Associazione degli Enti) sono "assolutamente inaccettabili", poiché i 65,04 euro per caso trattato stimati "considerano esclusivamente gli oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato in attività legate alla gestione del pagamento".

Secondo le Casse, l'Inps ha ricevuto - a copertura - un maggior finanziamento che, a regime, raggiungerà l'importo di 89 milioni di euro all'anno (Finanziaria 2017), ma l'Istituto di Boeri ribadisce che non si tratta di un "finanziamento dal Governo per la copertura di questi costi", perché la norma copre "solo i maggiori oneri di spesa previdenziale".

Nonostante la polemica impazzi e, al momento, il cumulo gratuito dei periodi previdenziali e assicurativi sia in stand by, pare che la strada per l'applicazione del cumulo non oneroso dei periodi spezzati si vada a delineare, visto che l'Adepp ha annunciato che le convenzioni per permettere ai lavoratori l'utilizzo dell'opportunità di mettere insieme la propria contribuzione sono state firmate e "inviate simultaneamente via Posta elettronica certifica (Pec) all'Inps". Così facendo quindi è stato rimosso "l'ultimo ostacolo formale al pagamento degli assegni a chi ha già fatto domanda" di pensione; stando alle più recenti rilevazioni, le istanze pervenute all'Istituto pubblico sono oltre 5 mila, mentre, complessivamente, nel perimetro degli organismi che gestiscono la previdenza dei professionisti ammontano a qualche centinaio.

Secondo l'Inps, in definitiva, gli oneri dovrebbero esser sostenuti dagli enti "in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate", e versati una tantum al momento dell'effettiva liquidazione della quota di pensione ("come richiesto dalle Casse, a differenza di quanto auspicato dall'Inps, che avrebbe preferito dilazionarne, anche su base mensile, il pagamento", così si è espressa in merito Gabriella Di Michele, direttore generale Inps).

Ma quindi si esce da questo 'impasse' oppure no? Le Casse aspettano possa partire la procedura per l'erogazione degli assegni, nella consapevolezza, come messo nero su bianco dal presidente Inps Tito Boeri, in una lettera ai lavoratori delle Casse professionali lo scorso venerdì, che la piattaforma informatica, necessaria per completare le pratiche, è "già pronta". E se l'Inps continuerà a non pagare? "Gli interessati potranno azionare eventuali rimedi giudiziari", sostiene il presidente Adepp Alberto Oliveti. Ma l'Inps, in ultima battuta, ribadisce che in quanto istituto pubblico "non può metter in pagamento alcuna prestazione, in mancanza di una convenzione, se prevista dalla legge, come in questo caso". Insomma: no convenzione, no Cumulo.