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Nessuna crisi per l’IMPIANTISTICA, anzi fino al 2020 prevista una crescita del 4-5%

Presentata una Ricerca CNA-Cresme che vede il settore dell’impiantistica non sentire crisi.

 

Presentata una Ricerca CNA-Cresme che vede il settore dell’impiantistica non sentire crisi.
 
Gli impianti sono il cuore dell’edificio contemporaneo, è quanto è emerso in occasione della presentazione del “1° Rapporto sul mercato dell’installazione impianti in Italia”, curato dal Cresme per la CNA, un settore che va dalla geotermia alla banda larga, agli impianti elettrici, ascensori ecc.
 
I NUMERI. L’analisi congiunturale curata dal Cresme per la CNA Nazionale, che per la prima volta tiene conto di tutta la filiera degli impianti, ha evidenziato che l’impiantistica rappresenta un terzo del totale dell’industria delle costruzioni nazionale: 188.000 imprese, 760.000 addetti e 113 miliardi di valore della produzione. Ed il settore è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni a un ritmo compreso tra il 4% e il 5% annuo, fino al 2020 con il picco dell’impiantistica innovativa (+47,7% complessivo). Per il 2015, in particolare, il Cresme stima un aumento del fatturato pari all’1,6%.
 
OCCUPAZIONE. In termini di occupati, fatturato, valore della produzione e capacità di resistere alla crisi, il settore dell’installazione degli impianti ha dimostrato una tenuta media migliore dell’economia in generale, infatti, tra il 2008 e il 2012 gli addetti sono diminuiti del 9% a fronte dei un calo del 28% nelle costruzioni. A ciò si aggiunge che i recenti dati ISTAT del secondo trimestre 2015, segnalano finalmente una ripresa dell’occupazione nel settore costruzioni, in cui dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati , segnando +2,3%.
 
Come ha sottolineato Diego Prati, responsabile di CNA Installazione e Impianti Forlì-Cesena : “l’impiantistica è un settore di grandissimo rilievo per l’economia, che è stato in grado di reagire alla crisi in modo dinamico raccogliendo le sfide più importanti dei prossimi anni: il risanamento urbano, la riqualificazione, in particolare delle periferie, il green. Interventi indispensabili perché gran parte del patrimonio edilizio italiano è obsoleto e inadeguato alle esigenze più moderne di qualità dell’abitare, ma anche di sostenibilità ambientale”.