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Nelle città si gioca la sfida della competitività

La riqualificazione del territorio urbano rappresenta la condizione trasversale e necessaria attraverso cui incidere sulla competitività del sistema Paese ed ottimizzare così le condizioni strutturali che determinano il livello dei prezzi interni. In un contesto di crescita demografica senza precedenti il 50% della popolazione mondiale vive nelle città e si prevede che nel 2030 tale quota salirà al 75%; nelle città post-industriali viene consumato circa il 90% delle risorse prodotte nel mondo e viene prodotto più del 50% del Pil mondiale, con un conseguenziale adattamento delle strutture urbane alle nuove esigenze di un’economia largamente basata sul terziario, su attività cioè di organizzazione dei processi produttivi, piuttosto che, come in passato, di trasformazione e di produzione. La globalizzazione economica e, dunque, l’allargamento della rete di società multinazionali ha investito anche l’Italia, se si pensa che Milano, Roma e Torino attirano più del 50% del totale delle aziende a partecipazione estera presenti nel territorio; eppure molti studi dimostrano come le nostre città manifestino in misura sempre maggiore la propria inadeguatezza ad assicurare i livelli minimi di qualità della vita e le condizioni per poter esercitare le attività economiche e produttive secondo gli standard di altri paesi nostri competitori. Le città italiane, infatti, sono ancora lontane dalle condizioni di efficienza idonee a renderle centri macroeconomici di sviluppo, perché nella maggior parte dei casi non si è riusciti ad avviare e realizzare progetti rilevanti di trasformazione fisica dello spazio urbano, di creazione di nuove infrastrutture nel rispetto dei sempre più moderni processi aziendali e di rilancio della città in chiave strategica.
Oggi vincono la sfida della competitività i centri urbani che possono vantare un alto grado di relazionalità, espressa dal ruolo delle attività dello sviluppo post-industriale: la finanza, le telecomunicazioni, la ricerca, il sistema dei trasporti, il turismo, le attività fieristiche e congressuali.
In alcune parti d’Europa, però, esistono esempi di “città globali” che hanno compreso la strategicità della priorità urbana ed hanno conseguentemente investito in tale direzione, diventando nodo attraverso cui circolano capitali, prodotti, informazioni: Londra al primo posto, e poi Parigi, Milano, Madrid, Bruxelles fino a Roma, Lisbona, Francoforte, Stoccolma e addirittura Varsavia (dati su i livelli delle “città globali” elaborati dal Dipartimento di geografia della Loughborough University del Regno Unito).
In questo processo di “riqualificazione” può svolgere un ruolo importante anche il nostro settore. L’impiego di calcestruzzi qualitativamente affidabili e performanti e le capacità professionali, tecnologiche e organizzative delle imprese, obiettivi principali di tutta l’attività dell’ATECAP, costituiscono pilastri fondamentali per le opere di riqualificazione infrastrutturale delle città.
Di questo e di altro si discuterà a giugno prossimo in occasione del Congresso dei produttori europei di calcestruzzo preconfezionato, di nuovo in Italia, a Verona, dopo venticinque anni, per la sua sedicesima edizione.
L'ATECAP è consapevole che la sfida della competitività è ancora tutta da giocare e che la priorità urbana rappresenta una condizione imprescindibile in un virtuoso impegno che deve coinvolgere tutti gli attori del sistema, compresi noi.