Restauro e Conservazione | Architettura
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Mura storiche: presto il documento di indirizzo per la conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio

Come conservare, manutenere, gestire e valorizzare le mura storiche delle nostre città? Sarà la “Carta delle Mura” di Santarcangelo di Romagna a dettare principi e buone pratiche per la tutela e la valorizzazione di queste importanti testimonianze storiche che hanno caratterizzano e influenzato l’evoluzione e la trasformazione urbana di molte città italiane. Gli intenti sanciti in occasione del convegno “Mura, limes e urbe. Tutela e valorizzazione delle mura urbiche”.

La campagna di Italia Nostra dedicata alle mura urbiche

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP2022), Italia Nostra (Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione) ha organizzato una campagna e un convegno dedicato alla conservazione, tutela e valorizzazione delle mura urbiche. La decisione di dedicare una riflessione a questa tematica è nata dalla constatazione che sono molti i siti italiani coinvolti da criticità più o meno gravi che affliggono questo patrimonio.

Lo stato di conservazione di queste imponenti e potenti architetture del passato è oggi monitorato dalle varie sezioni territoriali di Italia Nostra. Ogni sezione attua quotidianamente azioni di ricognizione sul territorio e raccoglie segnalazioni sui beni culturali a rischio, quest’ultimi censiti all’interno della cosiddetta Lista Rossa: un importante archivio che Italia Nostra vuole continuare ad ampliare e mettere a disposizione della Pubblica Amministrazione come strumento di monitoraggio e conoscenza dello stato di conservazione del nostro patrimonio culturale.

“Le minacce alle mura urbiche delle città italiane sono molteplici – denunciano le varie sezioni territoriali di Italia Nostra - Incuria, abbandono, puntellature e ponteggi che da temporanei divengono permanenti, mancata gestione delle aree di rispetto, mancata individuazione delle competenze amministrative e proprietà, mancato monitoraggio, scarsa manutenzione programmata, crolli, smottamenti, dissesti idrogeologici, interventi sbagliati, scarsa fruizione e valorizzazione sono solo alcune delle diverse criticità rilevate”.

Al centro del convegno “Mura, limes e urbe. Tutela e valorizzazione delle mura urbiche”, ospitato all’interno della splendida cornice del Castello Malatestiano di Santarcangelo di Romagna (RN) a inizio ottobre 2022, l’obiettivo comune è stato quello di arrivare, attraverso il confronto delle situazioni e il dibattito con gli esperti, alla redazione di una serie di raccomandazioni (cd. Carta della Mura) da consegnare alle istituzioni per facilitare la sostenibilità e tutela di questo patrimonio.

Una giornata densa di discussioni, con interventi e workshop a cura di esperti appartenenti a diversi ambiti del settore del restauro e conservazione del patrimonio costruito storico.

Tra i relatori: arch. Francesco Scoppola, già direttore generale del MiBAC; prof. arch. Pietro Matracchi, docente Restauro, Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze; prof. Mario Bencivenni, docente Scuola specializzazione restauro monumenti, giardini storici e paesaggio, Sapienza – Università di Roma; prof.ssa Marina Docci, Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura, Sapienza – Università di Roma; prof. ing. Antonio Borri, docente di Scienza delle Costruzioni, Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia; ing. Matteo Felitti, docente Calcolo Automatico delle Strutture, Università degli Studi di Napoli Federico II; ing. Lucia Rosaria Mecca, direttore tecnico Meccaingegneria; Matteo Casadei e Annalisa Pozzi, SABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; Prof. Ing. Arch. Enzo Siviero, Rettore “eCampus”, già docente di tecnica delle costruzioni allo IUAV di Venezia

In rappresentanza delle istituzioni: Edoardo Croci, Presidente ff. di Italia Nostra; Beatrice Fontaine, Presidente ADSI Emilia-Romagna e Consigliera nazionale; Luisella Pavan-Woolfe, Direttrice ufficio italiano Consiglio d’Europa; Federica Gonzato, Soprintendente ABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; Mauro Felicori, Assessore Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna; Conrad Mularoni, Consigliere Associazione Internazionale Città Murate Lions.

Sulla salvaguardia e conservazione delle mura urbiche: “E’ necessario arrivare a raccomandazioni condivise”

Ad aprire il convegno Edoardo Croci, facente funzioni di presidente di Italia Nostra a nome della presidente, la prof.ssa Antonella Caroli. Croci ha ricordato l’importanza del tema trattato in questa giornata di riflessione e di studio e di come questa prima azione debba coinvolgere non solo le singole realtà territoriali ma l’intero territorio nazionale. Come sottolinea Croci nel suo saluto iniziale, per operare al meglio è necessario arrivare a stilare delle raccomandazioni condivise a livello nazionale. Il modello a cui fare riferimento è la Carta di Gubbio, la dichiarazione che stabilì i principi per la salvaguardia e il risanamento dei centri storici.

“È importante riflettere sulla centralità di un tema qual è quello della tutela e conservazione di un bene culturale, sia esso pubblico o privato, che non può prescindere dalla sua corretta conservazione, manutenzione e conseguente fruizione – ha sottolineato nel suo intervento di apertura Beatrice Fontaine – Non possiamo oggi non ricordare Desideria Pasolini, anima di Italia Nostra, conosciuta e apprezzata per il suo impegno nella conservazione del patrimonio ambientale e artistico in Italia e che insieme al fratello Nicolò - socio fondatore di ADSI - contribuirono a creare una coscienza critica nell’opinione pubblica sull’ambiente e sulla conservazione del patrimonio culturale in tempi in cui la società civile non era pienamente cosciente della centralità di questo tema.”

Per Federica Gonzato, Soprintendente ABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, “Il titolo di questo convegno si pone degli obiettivi, a mio avviso, ambiziosi ma raggiungibili. Ragioniamo sui termini mura, limes, urbe e, soprattutto, tutela e valorizzazione. Parlare di limes significa parlare di confini ma dobbiamo anche allargare i nostri orizzonti. Cos’è allora questo limes?”. Per la Soprintendente il tema del cosiddetto “confine” dovrà in futuro essere esteso ad altre realtà – es. mura cimiteriali - siano essi confini fisiche o confini invisibili: “Per fare bene nella tutela e valorizzazione dobbiamo fare attenzione anche alla funzione delle strutture. Strutture che non sono sempre visibili. Abbiamo a che fare anche con un patrimonio invisibile, già scomparso di cui noi dobbiamo comunque portare la memoria”. Infine, circa il dogma che caratterizza le azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio la Soprintendente Gonzato ha precisato: “per tutelare bisogna conoscere, ce lo dice il nostro Codice. Non c’è tutela senza valorizzazione, come non c’è valorizzazione senza tutela. La sfida posta alle Soprintendenze, Enti Locali e proprietari è quella di far vivere il nostro patrimonio.”

L'arch. Francesco Scoppola, già direttore generale del MiBAC, ha aperto il suo intervento con una interessante riflessione sul concetto di “vincolo” sostenendo che non è corretto utilizzare questo termine quando si fa riferimento al patrimonio di pubblico interesse: «È una aberrazione parlare di qualcosa che è di pubblico interesse come di qualcosa che è incatenato, imprigionato. È corretto invece parlare di dichiarazioni di pubblico interesse, di declaratorie». Il Caso di Urbino - unica città italiana ad avere la doppia approvazione parlamentare di dichiarazione di pubblico interesse, che però ha avuto bisogno poi di 18 anni di battaglie legali per il decreto definitivo – è emblematico delle difficoltà.

Riflettendo sul concetto di limes, sul ruolo e sulla funzione delle mura urbiche e della loro tutela e valorizzazione l’architetto Scoppola ha affermato: «Una cosa è il perimetro, una cosa è una superficie. Una cosa è il contenuto, una cosa è il contenitore. Le mura devono essere intese in entrambi i modi. Sono un perimetro - dal punto di vista fisico - ma sono anche il contenitore di tutta la città e di tutta la cittadinanza. […] Le mura sono un limite mobile, permeabile. Sono un perimetro pulsante fra suoli ugualmente necessari, complementari l’uno con l’altro: l’agricolo, il selvatico e l’edificato. Se manca anche uno solo di questi tre elementi non c’è vita».

In chiusura del suo intervento, l’arch. Francesco Scoppola propone una bozza di indice, una lista di concetti su cui riflettere per arrivare a stilare i principi e raccomandazioni di questa futura Carta delle Mura.

  • Mitula etrusco - riflessione sul significato di confine
  • Coltura - cioè la coltivazione delle persone, dei suoli, dell’architettura, delle manutenzioni ovvero la cura dei beni comuni che si lega anche al concetto anche di culto
  • Cultura – far proprio il patrimonio di cui siamo ospiti e custodi.
  • Pomario - riflessione su ciò che è “zona libera”.
  • Diritto all’invisibile
  • Diritto all’affaccio

Patrimonio storico esistente e sicurezza strutturale: basta andare sempre in deroga, bisogna superare il paradosso imposto dalla normativa

Senza sicurezza strutturale non c’è conservazione. L’approccio alla tutela e alla conservazione del patrimonio storico costruito deve essere di tipo olistico. Vanno cambiate le normative vigenti, in materia di sicurezza strutturale, non possiamo rispettare regole nate per le nuove progettazioni e applicarle al patrimonio storico esistente. È questo, in sintesi, quanto viene affermato durante il convegno dagli esperti in consolidamento degli edifici.

Nel suo intervento il prof. ing. Antonio Borri ha affermato: “Ritengo utile questa idea di una Carta delle Mura finalizzata a stabilire dei principi e che possa fornire indicazioni sulle tipologie di approccio a queste problematiche. Per percorrere però questa strada in modo virtuoso, mi permetto di suggerire molto sommessamente, di cercare di ‘dare le gambe’ a questo documento. Se i principi rimangono a livello di carta servono a poco, se non a nulla. ‘Dare le gambe’ a queste idee significa preoccuparsi di chi poi deve applicare questi principi, come ad esempio le amministrazioni, le soprintendenze e il mondo professionale – in particolare, ingegneri e architetti. L'obiettivo deve essere quello di divulgare la conoscenza. Se parliamo di problematiche legate alle murature, oggi, oltre ai problemi di degrado, di mancanza di manutenzione e del problema sismico, si aggiungono anche nuove problematiche legate agli effetti del cambiamento climatico, immediati e devastanti.”

Dal punto di vista della ricerca applicata in cantiere, l’ing. Lucia Rosaria Mecca ha portato all’attenzione dei presenti un’importante riflessione legata alla normativa esistente: “Abbiamo esigenze di risposta differenti. Voi avete l’esigenza di tutelare il patrimonio, di valorizzarlo e di conservarlo. Io, che rappresento il mondo della diagnostica e della riabilitazione strutturale, devo tutelare la sicurezza. In sostanza, devo dire se un determinato patrimonio si può o meno utilizzare, tutto questo sulla base di uno schema normativo che è stato strutturato prescindendo dalla conoscenza e dalla valutazione esatta di ciò che è il patrimonio esistente. È vero che la vita di tutti, la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, vale molto di più della conservazione della bellezza però è anche pur vero che dobbiamo trovare un modo per non rinunziare a tanto patrimonio. Il modo a mio avviso esiste: oggi fortunatamente abbiamo a disposizione tecnologie e sperimentazioni molto innovative nel campo della conservazione. Quando vado in cantiere e mi spoglio delle vesti dell’ingegnere analista indossando quelle dell’ingegnere sperimentatore e misuro, posso rilevare che quel pilastro, che nelle mie valutazioni analitiche fatte a tavolino non funziona in realtà quell'elemento è 'ancora in piedi'. Il paradosso è questo: qualcosa non va se io sperimentalmente misuro quel patrimonio e autorizzo il suo uso ma per farlo devo andare in deroga alle leggi. Perché dobbiamo andare in deroga alle leggi? Vanno cambiate le normative, non possiamo rispettare regole nate per le nuove progettazioni e pretendere di applicarle al patrimonio storico esistente, perché avremmo tutto da perdere.

Il prof. Matteo Felitti nel suo intervento ha affrontato il tema dell’analisi dei collassi nelle costruzioni in muratura. Secondo il prof. Felitti è necessario porsi dinnanzi alle strutture esistenti con approccio olistico che deve coinvolgere necessariamente più figure “specialistiche”. «L’obiettivo - secondo Matteo Felitti - è quello di superare il particolarismo del singolo tecnico in favore di una visione complessiva che deve necessariamente coinvolgere gli esperti dei vari campi dell’ingegneria e dell’architettura, con l’obiettivo di restituire un quadro esaustivo delle prestazioni strutturali dell’opera in esame».

Buone pratiche per la tutela, conservazione e valorizzazione delle mura urbiche

Durante il convegno sono stati presentati importanti casi di studio sulle mura urbiche e alcune proposte di intervento volte alla loro valorizzazione. Tra questi i casi delle mura urbiche di Cortona, della città di Terni e di altri esempi localizzati tra Toscana e Umbria, nonché un intervento dedicato agli scavi archeologici oggi in corso a Santarcangelo di Romagna.

Il prof. Pietro Matracchi, professore associato di Restauro presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, nel suo intervento di presentazione del caso studio sulle mura cortonesi, ha sottolineato come oggi le mura urbiche possano essere considerate una grande infrastruttura su scala urbana dismessa. La dismissione è “una condizione che ha portato nel tempo le mura a subire diverse conseguenze: una caduta nell’oblio che ne ha provocato una distruzione più o meno estesa, in altri casi le mura sono state fagocitate dall’espansione urbana, oppure sono state oggetto di un uso e riuso al punto che gli addossamenti le hanno inglobate trasformandole in facciate di edifici”. Infine, per ciò che riguarda il progetto di valorizzazione il prof. Matracchi ha affermato: “il progetto di valorizzazione delle mura deve diventare elemento connettivo, deve creare percorsi a più livelli per raccontare la città in modo diverso.”

Marina Docci, professoressa associata di Restauro architettonico presso il Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura - Università di Roma “La Sapienza”, ha ricordato ai presenti una problematica molto importante sulla questione delle mura urbiche: “Ragionando sui diversi problemi che affliggono oggi le nostre mura, oltre ai crolli più o meno annunciati, si possono segnalare la questione dei rapporti e competenze tra pubblico e privato che si ripercuotono sulla mancanza o sulla lentezza degli interventi di manutenzione, ma anche le difficoltà a percepire le mura come un sistema complesso, composto di diversi elementi strettamente correlati tra loro, con l’ambito urbano e con il territorio circostante. […] Per tornare a vivere le Mura come elemento importante del nostro passato ma anche in grado di soddisfare le esigenze del nostro tempo, senza snaturare caratteri, significati e valori, è infatti necessario gestire equilibri complessi, tra necessità di conservazione e strategie di sviluppo: una sfida che occorre quindi vincere.”

Il prof. Mario Bencivenni, docente presso la Scuola specializzazione restauro monumenti, giardini storici e paesaggio dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha parlato dell’importanza dello stretto rapporto tra le mura storiche e il verde urbano. Nel suo intervento ha ricordato che è stato con la nascita della città contemporanea che attorno e sopra le mura sono state realizzate le prime passeggiate e i primi parchi lineari per “i piaceri del popolo”; sistemi di verde urbano che hanno portato alla successiva creazione di una rete sempre più fitta di giardini e parchi pubblici. Caso emblematico di riferimento sono gli interventi di trasformazione urbana avvenuti nella città di Firenze nell’Ottocento e alla sostituzione delle mura con il sistema dei viali alberati pensato dall’architetto Giuseppe Poggi per risarcire la città della perdita delle sue mura urbiche: un sistema di parchi e alberate a rischio oggi di manomissioni da parte delle amministrazioni locali.

Dal convegno di Santarcangelo è emerso chiaramente che le cinte murarie non solo un patrimonio storico fisico da tutelare e conservare ma costituiscono anche un importante patrimonio invisibile, simbolico e identitario, che racconta l’evoluzione delle nostre comunità e come tale deve essere in ogni modo valorizzato per essere trasmesso alle generazioni future. La stesura di un documento volto a definire i principi e raccomandazioni per la tutela, conservazione e valorizzazione delle mura urbiche è una condizione necessaria che Italia Nostra si impegna ad elaborare con il contributo e il supporto dei massimi esperti. Tra le proposte formulate nel corso del convegno anche la possibilità di istituire un Tavolo permanente dedicato.

"Concordemente si ritiene che per tutelare le mura si debba prevedere, ove necessario, la dichiarazione d’interesse pubblico. Quando le cinte murarie non sono vincolate, diventa molto difficile impedire che vengano modificate dai privati o dalle amministrazioni locali. I vincoli rappresentano un’opportunità, non una limitazione al diritto di proprietà: lo Stato riconosce finanziamenti a fronte della dichiarazione di interesse pubblico, questo facilita la conservazione del bene tutelato e ne aumenta il valore. La tutela non deve riguardare solo i manufatti ma anche le aree di rispetto. Si tratta di difendere aree che possono essere definite, di volta in volta, pomario, rocca, giardino, parco lineare, etc. La crescita delle periferie al di fuori delle mura ha teso a riempire i vuoti, senza rispettare quello che un tempo era considerato terreno sacro (perché vi si seppellivano i morti) o area strategica (perché totalmente sgombera consentiva di individuare l’assalitore da lontano). Il valore paesaggistico di queste aree là dove si sono conservate è, però, indiscutibile e indispensabile per comprendere la dimensione spaziale delle mura, non solo con lo sguardo ma anche nella fruizione dinamica dello spazio. Non si può pensare di tutelare le mura senza prevedere adeguata manutenzione, opportunamente finanziata con un fondo specifico. È un principio elementare ma quando si parla di mura non si riesce ad uscire dalla logica emergenziale. Eppure, l’intervento in emergenza costa sempre molto di più della normale manutenzione. La soluzione esiste: basterebbe redigere e poi rispettare rigorosamente un Piano di gestione e di manutenzione programmata."

Arch. Massimo Bottini, Presidente sezione Italia Nostra Valmarecchia ed organizzatore del convegno.


Il convegno di Italia Nostra è stato patrocinato dal Ministero della Cultura, Ministero del Turismo, Consiglio d’Europa, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Associazione Dimore Storiche Italiane - ASDI, Associazione internazionale Città Murate Lions, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Rimini, Comune di Santarcangelo di Romagna, sponsorizzato da Fibre Net SpA. e Gifar di Ghionno, Ingenio e Galileo tra i media partner dell’evento.


“Mura, lime e urbe. Tutela e valorizzazione delle mura urbiche”

Rivedi QUI la video registrazione della Giornata di Studio

Immagini

Federica Gonzato, Soprintendente ABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
Luisella Pavan-Woolfe, Direttrice ufficio italiano Consiglio d’Europa
Edoardo Croci, Presidente ff. Italia Nostra.
Al tavolo dei relatori l'arch. Massimo Bottini, Presidente Italia Nostra Valmarecchia, e il prof. ing. Antonio Borri, Università degli Studi di Perugia.
Al tavolo dei relatori l'arch. Massimo Bottini, Presidente Italia Nostra Valmarecchia, e il prof. ing. Matteo Felitti, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Al tavolo dei relatori l'arch. Massimo Bottini, Presidente Italia Nostra Valmarecchia, e il prof. arch. Pietro Matracchi, Università degli Studi di Firenze.
Al tavolo dei relatori l'arch. Massimo Bottini, Presidente Italia Nostra Valmarecchia, e Matteo Casadei e Annalisa Pozzi, SABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
"Mura, limes e urbe. Tutela e valorizzazione delle mura urbiche" - Workshop tematico Storia e Governance. Sala Porta Cervese, Santarcangelo di Romagna.
"Mura, limes e urbe. Tutela e valorizzazione delle mura urbiche" - Workshop tematico Rilievo e Restauro. Cella Zampeschi, Santarcangelo di Romagna.

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