Hey Mr. Trump, per salvare l'industria non serve la distruzione del Pianeta
L’Environmental Protection Agency (E.P.A.), nata per tutelare l’ambiente, viene trasformata in un’agenzia che favorisce l’inquinamento. Con la nuova amministrazione Trump, il cambiamento climatico è negato, le normative vengono smantellate e la realtà viene riscritta per assecondare le lobby industriali. Una deriva pericolosa che potrebbe cambiare per sempre il ruolo della scienza nella politica ambientale.
L'E.P.A. dovrebbe cambiare nome: agenzia per l'inquinamento e lo sfruttamento?
Quello che sta accadendo negli Stati Uniti con l'amministrazione Trump rappresenta un passaggio a dir poco inquietante nella politica contemporanea.
Non si tratta più semplicemente di dire bugie a scopi elettorali, ma di costruire una realtà alternativa, completamente falsa, in cui la Terra è trattata come una dispensa inesauribile da cui estrarre senza limiti, nel nome di un presunto progresso.
La prova sta nella decisione dell'Environmental Protection Agency (E.P.A.) di ridefinire la propria missione: Non è solo un tradimento del suo mandato originario, ma un pericoloso segnale di come il potere politico possa riscrivere la verità scientifica a proprio vantaggio.
Come riportato dal The New York Times nell'articolo "E.P.A. Targets Dozens of Environmental Rules as It Reframes Its Purpose", il nuovo amministratore Lee Zeldin ha dichiarato che l'obiettivo dell'agenzia non è più proteggere l'ambiente, ma ridurre i costi per l'industria.
Il tutto viene spacciato come un atto a favore dei cittadini, ma la realtà è che si stanno smantellando decenni di progressi per la salute pubblica e la sostenibilità ambientale.

Un'agenzia che promuove l'inquinamento
Le nuove direttive dell'E.P.A. trasformano l'agenzia in un'istituzione al servizio dell'inquinamento e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse.
Tra le misure più gravi annunciate:
- L'eliminazione delle restrizioni sulle emissioni di mercurio e particolato fine, con conseguenze dirette sulla salute pubblica.
- La cancellazione della "Good Neighbor Rule", che obbligava gli stati a ridurre l'inquinamento che si riversa nei territori confinanti.
- Il tentativo di abolire l'"endangerment finding", la base legale che permette di regolamentare le emissioni di gas serra, ignorando decenni di evidenze scientifiche.
Queste non sono semplici riforme, ma una dichiarazione esplicita: l'E.P.A. non vuole più proteggere l'ambiente e la salute pubblica. A questo punto, sarebbe più onesto cambiare il suo nome in "Environmental Pollution Agency".
Un tradimento della storia dell’E.P.A.
L’E.P.A. nacque nel 1970 sotto l’amministrazione Nixon con un mandato chiaro: proteggere l’ambiente e la salute pubblica. Da allora, ha giocato un ruolo cruciale nel ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorare la qualità delle acque e limitare l’esposizione a sostanze tossiche. Oggi, sotto la guida di Zeldin, quell’agenzia non solo sta rinunciando al suo compito, ma lo sta attivamente rovesciando, trasformandosi in un’arma al servizio delle lobby più inquinanti.
La grande menzogna del progresso senza regole
L'argomentazione a favore di questa deregulation si basa su un mito pericoloso: l'idea che eliminare le regole ambientali favorirà la crescita economica e il benessere dei cittadini. In realtà, a beneficiarne saranno solo le grandi industrie, mentre le conseguenze ricadranno su tutti. L'inquinamento atmosferico e idrico aumenterà, i costi sanitari esploderanno e la crisi climatica accelererà, con eventi estremi sempre più frequenti e distruttivi.
Gina McCarthy, ex amministratrice dell'E.P.A. sotto l'amministrazione Obama, ha definito questa giornata "la più disastrosa nella storia dell'E.P.A.". La senatrice democratica Sheldon Whitehouse ha parlato di "un regalo agli sponsor dell'industria petrolifera", un'affermazione difficile da smentire visto il plauso ricevuto dalle lobby del gas e del petrolio.
Questa non è solo una questione ambientale. È un segnale di un cambiamento più profondo nel modo in cui viene esercitato il potere. La nuova amministrazione americana non si limita a negare i problemi, ma li cancella dalla realtà ufficiale, costruendo un mondo parallelo in cui il riscaldamento globale non esiste, l'inquinamento non fa male e le risorse naturali sono infinite.
Ricordate 1984 di Orwell?
Nel suo romanzo 1984, George Orwell descrive un mondo in cui il potere si mantiene attraverso la riscrittura continua della storia. “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”, recita uno degli slogan del Partito. Ogni fatto scomodo viene eliminato, ogni evidenza scientifica che contraddice la narrazione dominante viene cancellata o ridicolizzata.
Oggi, assistiamo a un fenomeno inquietantemente simile. L’E.P.A., nata per proteggere l’ambiente, viene trasformata in un’agenzia che favorisce l’inquinamento. I dati sui cambiamenti climatici vengono ignorati, mentre la retorica ufficiale celebra un progresso che non esiste. Come nel romanzo di Orwell, la verità non è più un insieme di fatti, ma una costruzione politica. E chi osa mettere in discussione questa nuova realtà rischia di essere etichettato come nemico.
L’ambiente, però, non è un’idea che può essere manipolata con la propaganda: è un sistema fisico, fatto di aria, acqua e suolo. Possiamo fingere che il problema non esista, ma le tempeste, le ondate di calore e l’inquinamento non si lasciano riscrivere come una pagina di giornale.
Ma la scienza non si piega alla propaganda. Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato, gli Stati Uniti hanno subito 27 disastri climatici da oltre un miliardo di dollari ciascuno e le emissioni di CO2 continuano a crescere. Negare questi dati non li farà scomparire.
Se non si ferma questa deriva, il futuro dell'ambiente e della salute pubblica sarà compromesso.
La domanda è: quanti altri governi seguiranno questa strada? E quanto tempo ci vorrà per rimediare ai danni di oggi?
La sostenibilità non è semplicemente una questione legata all'energia o al clima
"La sostenibilità non è semplicemente una questione legata all'energia o al clima, risolvibile con interventi marginali o piccoli aggiustamenti nelle politiche pubbliche presentati come trasformazioni epocali, mentre sono spesso espedienti di green-washing e social-washing. La costruzione dello sviluppo sostenibile richiede una visione sistemica e la consapevolezza che ogni ritardo aumenta la portata delle crisi e i costi della transizione. Il titolo del Rapporto di quest’anno, ‘Coltivare ora il nostro futuro’, esprime l’urgenza di operare adesso, nonostante le difficoltà, per prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta di cui facciamo parte attraverso azioni concrete e trasformative, pubbliche e private, orientate ad uno sviluppo pienamente sostenibile." –
*Enrico Giovannini, Direttore scientifico ASviS, 15 Rapporto ASviS 2024
L’idea che meno regolamentazione significhi automaticamente più prosperità è un inganno venduto all’opinione pubblica con slogan accattivanti.
Mentre gli Stati Uniti abbandonano la lotta contro il cambiamento climatico, il resto del mondo non può restare a guardare. L’Unione Europea ha adottato normative sempre più stringenti sulla sostenibilità, e persino la Cina ha fissato obiettivi per la neutralità carbonica. Se l’America prosegue su questa strada, rischia di diventare un paria internazionale, con conseguenze anche sul piano commerciale e diplomatico.
Ma questa non è solo una battaglia sulle normative ambientali: è una battaglia sulla verità.
Se un governo può cancellare decenni di dati scientifici e riscrivere la missione di un’agenzia federale con un tweet o un video propagandistico, che cosa ci impedirà domani di dichiarare che il fumo fa bene alla salute o che l’amianto è innocuo? Il problema non è solo l’ambiente, ma il metodo con cui si sta destrutturando il legame tra politica, scienza e realtà.
Fonti:
- The New York Times, "E.P.A. Targets Dozens of Environmental Rules as It Reframes Its Purpose", 12 marzo 2025;
- Rapporto ASviS 2024
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