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Mostra fotografica di Francisco Salamone, l'architetto della pampa

Mostra fotografica di Francisco Salamone, l'architetto della pampa. Alla Casa dell'Architettura, Roma dal 10 al 28 febbraio 2014. La mostra è a cura di Stefano Nicolini

Alla Casa dell'Architettura, Roma dal 10 al 28 febbraio 2014. La mostra è a cura di Stefano Nicolini.

L'inaugurazione della mostra avverrà lunedì 10 febbraio 2014 alle ore 17.00.

Un'omaggio fotografico di Stefano Nicolini al vulcanico architetto Salamone di cui ne esalta le caratteristiche professionali.

Una metafora fotografica della metafora creativa del grande architetto italo argentino, riscoperto soltanto negli ultimi anni nel suo paese di adozione.

Casa dell’Architettura, Piazza M. Fanti 47 Roma - www.casadellarchitettura.it

CHI E' FRANCISCO SALAMONE

Tra il 1936 e il 1940 le pianure della pampa a sudovest di Buenos Aires videro sorgere decine di edifici pubblici che per molti dei 31 umili insediamenti che le ospitarono, ex fortini eretti contro gli assalti delle locali popolazioni indiane o abitati nati intorno alle stazioni ferroviarie, significarono l‘arrivo del progresso.
Artefice di questa rivoluzione civica e architettonica fu l’architetto ingegnere italo-argentino Francisco Salamone, nato in provincia di Catania nel 1897 e emigrato in Argentina a quattro anni.
I sistemi totalitari dello stalinismo, del nazismo, del fascismo, esportato nella regione iberoamericana, ma anche democrazie quali quella statunitense con il New Deal roosveltiano, videro nell‘impulso dell’ingegneria pubblica e nello sviluppo di centri urbani importanti strumenti di riattivazione economica dopo la Grande Crisi del 1929.
L‘opera pubblica divenne simbolo degli stati forti, che attraverso l’architettura consolidavano la propria immagine in una prospettiva storica. La trasformazione del linguaggio architettonico urbano divenne quindi dimostrazione di uno spirito rivoluzionario.
L‘immagine corporativa dello stato assolutista assecondata dalle opere di Salamone andò però ben oltre un piatto allineamento alle parole d’ ordine di verticismo, ordine e lavoro.
Il “grido nel paesaggio” che egli lanciò alla vastità delle pianure e dei cieli della pampa, che da sempre avevano plasmato un‘architettura “dismessa”, espressa in spazi minimi di linee orizzontali, si diffuse attraverso verticalità che se da un lato ne indicarono l’influenza futurista dall‘altro lo aiutarono a concretare la convergenza tra monumentalizzazione e rispetto per le linee classiche.
Il suo lavoro è stato inquadrato in un’“Art Dèco di Stato”, ibridata di classicismo e modernità, in cui immancabilmente la sua esuberanza espressiva coniuga l’elemento funzionale con quello strutturale, il simbolico con il decorativo.
Ecletticità e energia smisurate gli permisero di curare personalmente ogni aspetto delle settanta opere realizzate nella pampa: dalla progettazione alla direzione tecnica, al disegno, alla scelta dei materiali di ogni arredo di interni (dai battiporta al mobilio, agli articoli per l’illuminazione ideati in centinaia di modelli),
urbano (panchine, lampioni, pavimentazioni, fontane, basamenti per pennoni, colonnati, architettura dei giardini), fino alla riproduzione artistica ad olio e a tempera dei propri progetti.

In appena 40 mesi videro la luce: 11 municipi, 16 delegazioni municipali, 11 parchi pubblici e piazze, 17 mattatoi, 7 portali, 4 cimiteri, 1 scuola, 2 mercati.
Il lavoro fotografico di Stefano Nicolini esalta le caratteristiche professionali del vulcanico architetto italo argentino: astrattismo figurativo, gigantismo, uso della metafora, prospettiva dinamica, protagonismo delle linee verticali, magnificazione della tecnologia, tutte enfatizzate dall’utilizzo del cemento armato, la “pietra liquida” che si stava scoprendo proprio all’epoca e che permetteva di arricchire con innovative curvature le nuove architetture. La distorsione delle linee in varie delle 34 immagini in mostra ottenute dall’uso del grandangolare, una soluzione inusuale nella fotografia di architettura, è un omaggio dell’autore alla nuova e appassionata indagine di forme e volumi condotta da Salamone, una metafora fotografica della metafora creativa del grande architetto italo argentino, riscoperto soltanto negli ultimi anni nel suo paese di adozione.

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