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Monitoraggio sullo stato dell'open data in Italia dopo l'open by default

Monitoraggio sullo stato dell'open data in Italia dopo l'open by default

INGENIO ha deciso di sposare la battaglia per gli OPEN DATA, ritenendo la "liberalizzazione delle informazioni" pubbliche uno dei passaggi necessari per una modernizzazione del Paese, l'applicazione di software interoperativi, la riduzione dei costi e la fonte per la creazione di tante start up.

Su questo argomento apriremo una rubrica fissa, che presenteremo nei prossimi giorni, con la collaborazione di tanti esperti.

Nel frattempo qui pubblichiamo le informazioni che il governo da su questo argomento.

Andrea Dari

Monitoraggio sullo stato dell'open data in Italia dopo l'open by default

Con le recenti modifiche del quadro normativo sulla gestione del patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni ed in particolare l’assunzione del principio ‘open by default’, effetto della conversione in legge dell’Art. 9 del Decreto Legge 18 ottobre 2012 n. 179 che modifica l’art.52 del Codice dell’Amministrazione Digitale, sono opportune alcune considerazioni per l’attività di monitoraggio sullo stato dell’open data in Italia.

A partire dal 18 marzo 2013, scadenza dei novanta giorni previsti dalla Legge, dati e documenti pubblicati online dalle amministrazioni titolari - senza una esplicita licenza d’uso che ne definisca le possibilità e i limiti di riutilizzo – sono da intendersi come dati aperti, quindi dati che possono essere liberamente acquisiti da chiunque e riutilizzabili anche per fini commerciali. Il concetto di open data, inteso come subset del più ampio concetto di PSI (public sector information), nel contesto italiano assume un rilievo molto più evidente, i due concetti diventano per certi versi molto vicini tra loro.

Per quanto riguarda l’attività di monitoraggio sullo stato dell’open data in Italia - lavoro iniziato circa un anno fa dalla redazione di dati.gov.it - che ha fornito durante tutto questo periodo delle ‘istantanee’ sulla situazione italiana, quello che cambia davvero è la chiave di lettura delle informazioni messe a disposizione. Il monitoraggio da questo punto in poi vuole rappresentare, più che in passato, un riferimento su quali sono realmente le iniziative di open data strutturate e portate avanti con consapevolezza dalle amministrazioni italiane e far emergere tali esperienze come best practices trasferibili. A partire dal prossimo aggiornamento (marzo 2013) una nuova versione dell’infografica sostituirà l’attuale.

Da pochi giorni sono disponibili gli ultimi dati rilevati, diverse le nuove amministrazioni (anche del Sud, che comunque nel complesso risulta ancora in forte ritardo rispetto al Centro-Nord) che sono online con portali dedicati o sezioni di siti istituzionali: Comune di Bari, AdB del Fiume Arno, etc.