Modello Energiesprong per una riqualificazione energetica profonda, inclusiva e scalabile

Il Modello Energiesprong: cosa deve cambiare nel mondo delle costruzioni

Gli edifici residenziali consumano il 30% dell’energia, a causa della loro inefficienza. La maggior parte utilizza combustibili fossili, con costi ormai insostenibili per l’economia e l’ambiente. Per riqualificare 15 milioni di abitazioni in breve tempo è necessario un cambio di paradigma nel settore delle costruzioni, che abbatta la durata e i costi degli interventi e porti, anche in edilizia, i benefici del digitale. Il Modello Energiesprong lavora per questo, con risultati importanti.

La fine degli incentivi edilizi

La stagione dei super incentivi per l’edilizia sta volgendo al termine e fioccano i conteggi sullo stock di patrimonio abitativo che è stato possibile riqualificare a fronte di una spesa di oltre 100 miliardi di euro : poco più del 3% dell’ambiente costruito. Mentre tutti si interrogano sulla forma che prenderanno i nuovi bonus, alcuni fattori appaiono già chiari: da un lato questi importi non sono sostenibili per le finanze pubbliche, dall’altro non è possibile affrontare la riqualificazione di quasi 15 milioni di abitazioni senza ricorrere a qualche modello di finanziamento che li renda sostenibili e accessibili per tutte le fasce della popolazione italiana.

Che si debba intervenire sugli edifici è fuori di dubbio: l’Italia ha un patrimonio vetusto, energeticamente inefficiente e collocato in aree altamente sismiche. Non servono gli obblighi europei contenuti nella nuova bozza di direttiva sull’efficienza degli edifici, la cosiddetta Case Green, per spingerci a intervenire. Sono i costi della non azione a renderlo necessario e urgente. Costi di natura economica, dovuti sia all’aumento dei prezzi dell’energia che alla progressiva svalutazione del più grande patrimonio finanziario Italia, quello immobiliare.

Costi ambientali, provocati dalle emissioni inquinanti degli impianti di riscaldamento, in maggioranza alimentati con combustibili fossili, con impatti maggiori dell’intero settore dei trasporti. Costi sociali, per l’indisponibilità di abitazioni e posti letto accessibili, per la crescente povertà energetica e per i molti processi di rigenerazione delle periferie fermi a causa della mancanza di risorse.

Un nuovo modello per la riqualificazione

Ma se i conti per efficientare il nostro patrimonio abitativo non tornano, come possiamo affrontare l’ondata di riqualificazioni necessarie?

Dobbiamo guardare a nuovi modelli, che diminuiscano la dipendenza dell’edilizia dagli incentivi e che rendano il comparto in grado di decarbonizzare l’ambiente costruito con interventi capaci di generare maggiore valore e di ridurre sprechi e inefficienze.

Questo ci consentirebbe di fare più interventi, a costi minori e in minor tempo. In fondo, negli ultimi decenni, non è cambiato molto del modo in cui costruiamo e riqualifichiamo le case.

I margini sono ampi. Oggi il comparto edilizio è caratterizzato da un sistema di imprese frammentate, piccole (una media di 2 addetti per azienda), con una produttività costantemente bassa negli ultimi decenni e una difficoltà endemica a rispettare tempi, budget e prestazioni di progetto. Le inefficienze del settore, quindi, non solo sprecano tempo degli addetti e materiali, ma assorbono una parte considerevole degli incentivi necessari a rigenerare il nostro patrimonio.

È tempo che i vantaggi dell’innovazione, che hanno caratterizzato l’evoluzione della manifattura, diventino parte del processo edilizio, rendendolo all’altezza delle sfide ambientali e sociali cui siamo chiamati.

Energiesprong, il retrofit offsite inclusivo e scalabile

Questo è l’obiettivo dell’iniziativa internazionale Energiesprong (“Salto Energetico” in olandese), nata nei Paesi Bassi e oggi diffusa in tutta Europa e in nord America con migliaia di abitazioni già riqualificate.

Energiesprong intende unire l’approccio offsite alla riqualificazione con nuovi modelli sostenibili e inclusivi di finanziamento, basati su contratti a performance garantita (EPC) che consentono di valorizzare i risparmi energetici generati dall’efficientamento per ripagare i costi dei lavori.

Il processo offsite consente di spostare in fabbrica la produzione dei componenti, riducendo fino al 50% i tempi di realizzazione degli interventi e massimizzando produttività e sicurezza.

Il cantiere cambia volto, diventando il luogo di assemblaggio delle soluzioni prefinite. Scompaiono le impalcature, che in un intervento di tipo tradizionale possono impacchettare un edificio per mesi, fino a richiedere il trasferimento degli abitanti. Le soluzioni, sviluppate con un processo digitale, vengono prodotte appositamente per l’edificio e sono installate in pochi giorni, riducendo la quantità di scarti di lavorazione e i disagi per gli abitanti. Il lavoro si sposta in ambiente controllato e sicuro, non più esposto al freddo invernale, al caldo estivo e alle intemperie.

Anche l’integrazione degli elementi del retrofit avviene in fabbrica, dove è possibile predisporre soluzioni che uniscono l’isolamento termico, il consolidamento strutturale, l’adeguamento antisismico, la distribuzione impiantistica. Tutto nella nuova facciata.

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Nel pdf si continua parlando di:

• Decarbonizzare in modo sostenibile
• Edera e l’innovazione edilizia in Italia
• Riqualificare di più e più in fretta