Mobilità cittadina: gli italiani tornano ad usare sempre più l'auto e diminuisce la velocità media degli spostamenti

Al nord picchi di traffico nelle ore mattiniere e serali, al Sud più usata durante la pausa pranzo

Dopo la tregua forzata dalla pandemia e l'adozione massiccia dello smart working, l'Italia si trova nuovamente nella morsa del traffico. Le città, ormai di nuovo affollate, vedono le loro strade bloccarsi, con un aumento significativo degli spostamenti in auto per abitante e un conseguente rallentamento della velocità media.

A fornire una chiara fotografia della situazione è la terza edizione di Data Mobility, elaborata da Go-Mobility in collaborazione con Motion Analytica e con il supporto di Vodafone Business e Viasat, azienda di TargaTelematics. Questo studio, basato sui big data provenienti da dispositivi digitali delle auto e sim telefoniche, ha analizzato in modo anonimo e rispettoso della privacy i movimenti degli italiani.

I dati considerano 14 città metropolitane, 500.000 automobili, 80 milioni di viaggi, 23 milioni di sim e 200 mila celle telefoniche dislocate su tutto il territorio nazionale, raccogliendo 30 miliardi di posizioni giornaliere.

Lo studio evidenzia un aumento sia della dipendenza dall'auto, cioè l'uso frequente della propria vettura da parte dei cittadini, sia del numero di spostamenti in auto in rapporto agli abitanti. Milano guida questa tendenza con una crescita del 10% nell'uso dell'auto e dell'8,5% negli spostamenti. A livello generale, la velocità media degli spostamenti nelle città capoluogo è diminuita del 7%.

Bologna è la città che ha visto il maggiore calo della velocità media (-12,5%), probabilmente a causa dei nuovi limiti di velocità imposti. Questo fenomeno si riscontra anche a Palermo (-8,4%), Milano (-7,5%), Torino (-6,9%) e Roma (-6,2%), con cali più contenuti a Firenze (-5,7%), Napoli (-4,8%) e Bari (-5,5%).

Le abitudini automobilistiche mostrano un'Italia divisa: al Nord si registrano picchi di traffico durante le ore di punta del mattino e della sera, mentre al Sud l'uso dell'auto aumenta durante l'ora di pranzo. La carenza di trasporti pubblici efficienti e di infrastrutture adeguate aggrava ulteriormente la situazione.

Rispetto al periodo pre-pandemia, il numero totale di spostamenti è diminuito, ma quelli su lunghe distanze sono aumentati. Venezia vede una crescita dell'8,9% nella lunghezza media dei viaggi, Firenze del 3,7% e Milano dell'1,1%. Bologna registra invece una diminuzione del 3,6%. Al centro-sud, la distanza media dei viaggi è in calo: Roma (-6,2%), Messina (-6,6%), Napoli (-3,3%), Catania (-1,6%) e Cagliari (-2,8%).

Gli aumenti degli spostamenti in auto riguardano principalmente le periferie e le ore di punta mattutine, causando una congestione comparabile, se non superiore, a quella del 2019, complice anche la scarsa risposta del trasporto pubblico.

Il divario tra Nord e Sud persiste anche nelle nuove abitudini di mobilità. Alcune città del Sud, come Messina, Palermo e Catania, hanno visto una diminuzione significativa degli spostamenti in auto per abitante, mentre altre città sono rimaste stabili o hanno subito un aumento, come Milano, Bologna e Firenze.

Al Nord, la dipendenza dall'auto è cresciuta sia nelle città metropolitane che nei capoluoghi. Milano è seguita da Bologna e Firenze. Al contrario, nelle isole si registra una tendenza alla diminuzione, con Cagliari che segna i cali più significativi (-4% e -13%).

Una novità emersa dallo studio è la crescente presenza di stranieri non legata al turismo, con un aumento particolarmente significativo a Messina (+47%), Cagliari (+30%) e Bologna (+27%), e in misura minore a Torino (+12%), Napoli (+11%) e Genova (+9%).