Milano 2030: il nuovo Piano di Governo del Territorio per una crescita urbana equa, diffusa e sostenibile
Ecco cosa prevede il nuovo Piano di Governo del Territorio di Milano su ambiente, periferie, housing sociale e affitti calmierati.
Questa è una fase di crescita per Milano sotto il profilo demografico, economico e turistico e lo è ancora di più ora, a seguito dell’emergenza Covid-19. Una visione chiara del futuro urbanistico di questa città che ha reso necessario un aggiornamento delle norme e regole al fine di rendere la crescita più equa, diffusa e sostenibile.
Figura 1 – Milano oggi, vista dall’alto che guarda al suo futuro
I punti cardine del Piano di Governo del Territorio di Milano
Tre i punti centrali sui quali il nuovo Piano di Governo del Territorio incentra la visione della città di Milano:
- Ambiente e cambiamenti climatici;
- Periferie e quartieri;
- Diritto alla casa e affitti calmierati.
Figura 2 – 7 Piazze strategiche
Ambiente e cambiamenti climatici: un grande parco metropolitano
Negli ultimi 10 anni Milano ha affrontato i temi ambientali attraverso politiche di riduzione del traffico, di potenziamento del trasporto pubblico, di gestione dei rifiuti e incremento del verde che hanno notevolmente migliorato le performance della città in questi campi.
La situazione di emergenza climatica del pianeta però impone di accelerare ulteriormente su questi obiettivi e per tale motivo il nuovo piano fissa nuovi traguardi legati al verde e al consumo di suolo:
- riduzione dell’indice di consumo di suolo rispetto al PGT precedente;
- salvaguardia di future aree verdi a Bovisa, Piazza d’Armi, Bellarmino e Vaiano Valle.
Proprio la Piazza d’Armi sarà la porta di accesso al sistema dei parchi dell’ovest Milano correlata a una previsione di 20 nuovi parchi dentro la città legati a piani urbanistici, con manutenzione a carico del privato. È previsto anche un grande Parco Metropolitano intorno alla città, che congiunge i nuovi parchi a quelli esistenti, identificando una rete ecologica, con aree di depavimentazione, piantumazione e riforestazione per contribuire a ForestaMI, progetto che si propone di piantare 3 milioni di alberi nella città metropolitana.
Figura 3 – I tredici nodi di interscambio
PGT Milano: edifici a zero emissioni e tetti verdi
L'impronta ecologica del PGT passa anche per le nuove norme sulle modalità di costruzione dei nuovi edifici, degli interventi di demolizione con ricostruzione e di ristrutturazione dell'esistente. Tutti i nuovi edifici a partire dal 2020 dovranno essere carbon neutral, in anticipo con gli impegni di C40 per il 2030, inoltre è prevista una riduzione dell'impronta del suolo consumato di almeno il 10% nei casi di demolizione e ricostruzione.
A tutto questo si aggiunge l'introduzione dell'Indice di Riduzione Impatto Climatico, un nuovo parametro che calcola la dotazione minima d’integrazione del verde negli interventi urbanistici ed edilizi volto a favorire la realizzazione di tetti e pareti verdi sui nuovi edifici e a depavimentare aree anche fuori dal lotto d’intervento.
Per questo motivo è stata elaborata una mappa delle aree della città che s’intende depavimentare, piantumare o forestare, utilizzando anche tutte le monetizzazioni ambientali per la realizzazione del Parco Metropolitano e per il progetto ForestaMi.
Periferie e quartieri nel nuovo piano del PGT di Milano
Negli ultimi 20 anni il centro di Milano si è fortemente esteso, ma i benefici di questa crescita, sono stati meno visibili in alcuni quartieri spesso periferici, zone che oggi si è deciso di sostenere con interventi pubblici e privati. Da un lato il Piano Quartieri del nuovo PGT prevede stanziamenti per il valore di 1,6 miliardi di euro, in larga parte fuori dalla cerchia della linea dei filobus 90/91, dall'altro il PGT introduce misure volte a favorire gli investimenti privati ripartiti in questo modo:
- Reinvestimento di metà degli introiti comunali da interventi urbanistici nel Municipio 1 negli altri Municipi;
- Sconti e agevolazioni per chi interviene nei cosiddetti ambiti di Rigenerazione, come la riduzione del 50% delle monetizzazioni per il cambio di destinazione d’uso da produttivo a residenziale;
- Eliminazione dei costi e semplificazione delle procedure per i cambi d’uso tra funzioni economiche - direzionale, produttivo, ricettivo e servizi privati;
- Riduzione dell'indice edificatorio massimo per le aree meno accessibili al trasporto pubblico.
È stata inoltre definita una norma contro gli edifici abbandonati che prevede che entro 18 mesi i proprietari debbano procedere al recupero o all’abbattimento, pena una riduzione delle possibilità edificatorie.
Infine è prevista la riqualificazione di 7 Piazze strategiche e di 13 Nodi di interscambio per ricucire i quartieri e il comune con la città metropolitana, in continuità con il piano di riqualificazione in atto di 80 piazze milanesi.
Figura 4 – Volo d’uccello sul nuovo paesaggio verde proposto per una Milano del 2030
Diritto alla casa e affitti calmierati: più housing sociale a Milano
Attualmente a Milano ci sono 63mila alloggi di edilizia popolare di cui 35mila di Aler (Regione) e 28mila di MM (Comune).
Questo consistente patrimonio pubblico, è spesso in stato di degrado e non risponde alla nuova domanda abitativa. Se da un lato il Comune sta rigenerando 3mila alloggi popolari, dall'altro introduce norme volte a incrementare l'offerta di case in affitto a prezzi accessibili per lavoratori, studenti e famiglie che non hanno i requisiti per accedere all'edilizia popolare, ma non riescono ad affrontare il libero mercato.
Per far fronte a tutto questo è stata alzata la quota obbligatoria di housing sociale nei nuovi interventi dal 35 al 40%, con massimizzazione della quota di housing in affitto nella composizione dell’indice edificatorio.
A meno di 500 metri dalle metropolitane e stazioni ferroviarie e 250 metri dalle fermate tranviarie e filoviarie, è possibile superare l’indice massimo di edificabilità pari a 1 (mq/mq), nel rispetto delle caratteristiche morfologiche, purché tutta la quota eccedente sia in housing sociale in affitto.
Sono state individuate 9 aree per Housing Sociale ed edilizia popolare per circa 1.300 alloggi che si sommano ai 6.200 previsti nell'ambito della rigenerazione degli scali ferroviari e in altri piani già approvati. L’obiettivo prende il nome di “Zero Case Sfitte” negli immobili di edilizia residenziale pubblica MM entro il 2021, grazie intanto a un recupero di 3.000 alloggi, che è stato attualmente completato al 33%.
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