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Mauro Dolce e gli isolatori sismici de L'Aquila: innocente

“Sentenza di annullamento, senza rinvio, per non aver commesso il fatto. Questa la decisione della Sesta Sezione della Corte di Cassazione nei confronti della posizione del Professore Mauro Dolce che, nel processo sugli isolatori sismici all’Aquila, è stato l’unico ad aver chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Infatti, ben consapevole della totale correttezza del suo operato, ha scelto che venisse immediatamente giudicato piuttosto che seguire le più lunghe procedure del processo ordinario, attualmente ancora in fase di svolgimento in primo grado.
La sentenza della Cassazione pone fine alla vicenda che ha riguardato il professor Dolce giungendo a quanto il Dipartimento della Protezione Civile ha sempre auspicato: accertare quanto prima la verità dei fatti e, quindi, la totale estraneità del professore Dolce al reato di frode nelle pubbliche forniture per cui è stato imputato.”

E' questo il comunicato stampa della Protezione CIvile con cui si chiude una brutta pagina della nostra storia. A far partire l'inchiesta, dopo la costruzione e l'inaugurazione delle aree Case volute dal governo Berlusconi, fu Pietro Ciaravola, all'epoca dei fatti responsabile del servizio tecnico centrale del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Ciaravola denunciò che gli isolatori sismici, in corso d’installazione, non erano dotati dell’Attestato di Qualificazione. Tale situazione scaturiva dalla circostanza che al momento dell’installazione, giugno del 2009, non esisteva nessun dispositivo antisismico, di qualsiasi tipologia, che potesse esserne dotato, per il semplice fatto che l’Attestato di Qualificazione era una certificazione che veniva di fatto introdotta dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008) la cui entrata in vigore era stata anticipata all’1 luglio 2009, proprio dalla legge di conversione del Decreto Abruzzo con cui si era sancito di realizzare il Progetto CASE.

Mauro Dolce - consapevole della totale correttezza del suo operato - aveva chiesto il rito abbreviato. La procura generale della Repubblica aveva chiesto in sede dibattimentale l'annullamento della sentenza, con un ritorno in Appello. La corte di Cassazione, invece, ha ritenuto di annullare la sentenza senza neanche il rinvio in appello, ritenendo che Dolce non abbia commesso il fatto.