Mattoni fatti con il latte ? si può
Il latte è un prodotto di madre natura fantastico. E da oggi ci si possono costruire anche i mattoni. Scopriamo come.
I mattoni di latte di Giangavino Muresu presto sul mercato dopo un anno di studi con Italcementi
Giangavino Muresu aveva già dato il segnale di essere un inventore geniale nel 2019, quando nell'ambito del Gaetano Marzotto (oltre 5 mila progetti, con 384 finalisti selezionati) aveva vinto il premio Italcementi: la società che fa capo al gruppo tedesco HeidelbergCement aveva infatti riconosciuto al progetto Milk Brick, il Premio Speciale Italcementi | HeidelbergCement Group, per l’obiettivo di riduzione del consumo di acqua nella produzione di calcestruzzo grazie alla valorizzazione del latte di scarto dell’industria casearia attraverso la separazione e il successivo recupero della caseina e dell’acqua per sviluppare materiali per l’edilizia. (LINK alla pagina Italcementi del premio 2019).
«A marzo 2020 – racconta Muresu – ho firmato un contratto con Italcementi ed abbiamo avviato la prima fase di validazione dei prodotti nei loro laboratori. Le attività di validazione si sono dovute arrestare da aprile a settembre per il Covid, ma non ci siamo persi d’animo in quanto con i managers dell’Italcementi ci siamo dedicati alla validazione del Modello di business a cui abbiamo dedicato oltre 1.000 ore di lavoro. Da settembre sono riprese le attività di validazione dei prodotti e con i managers ed i tecnici del centro innovazione abbiamo accelerato sulle attività da svolgere e nonostante tutte le difficoltà del momento che stiamo attraversando in Italia causa Covid: siamo riusciti a portare a validazione i primi prodotti a impatto idrico zero che ora porteremo sul mercato». (FONTE LA NUOVA SARDEGNA)
E ora i mattoni di latte sono pronti a conquistare il mondo
Dopo un anno passato a lavorare nell’area ricerca e innovazione di Italcementi, che ha messo a disposizione del progetto le proprie competenze e conoscenze per effettuare una serie di ricerche e studi di fattibilità, ora l'innovazione è pronta per il mercato e per portare a validazione i primi prodotti a impatto idrico zero.
Il “calcestruzzo made in Sardegna” sfoggia ben due patenti di eccellenza:i milk brick sonoa impatto idrico zero, un risultato che permette di avviare un cambio di paradigma nel settore industriale edilizio attivando un nuovo modello di business basato sui criteri della Circular Economy. E inoltre dalla validazione è emerso fuori che tramite la tecnologia Milk Brick è possibile ottenere performance di prodotto superiori rispetto a tutto ciò che è già noto, qualità che sono state definite dai managers Italcementi eccezionali.
Tutto nasce in un piccolo laboratorio
Tutto opera di Giangavino Muresu, da un piccolo laboratorio della sua Ossi. «Lì ho elaborato progetti e miglioramenti di processo, brevettati e venduti alle aziende – racconta –. E lì ho sviluppato, in 5 anni di lavoro, l’idea che spero cambi la mia vita. E quella di tutto il pianeta. Talmente grossa che lo stesso ufficio brevetti, quando l’ho depositata nel 2016, mi ha avvisato: «occhio, con questa potresti conquistare il mondo». Giangavino non perde tempo, nel 2017 fonda una startup, coinvolge due soci, deposita il brevetto internazionale.
«Entreremo sul mercato – spiega -con una piattaforma di vendita online, che chiaramente avrà il suo cuore in Sardegna. In cui tuttii nostri clienti architetti, ingegneri, progettisti, grandi corporate , consumatore diretto potranno finalmente acquistare prodotti per l ‘edilizia a impatto idrico zero contribuendo a portare avanti la Mission milk brick: preservare miliardi di litri di acqua in tutto il Pianeta.E valorizzare la produzione di latte e i suoi scarti di lavorazione. Operazione strategica nell’lsola, ma anche in tante altre parti del mondo». Ma non solo: «Abbiamo un importante progetto europeo da realizzare in Sardegna che prevede la costruzione di un impianto di biopolimero e fibra di latte ottenibile sia dal latte puro e sia dal latte di scarto, che potrà generare valore ambientale, economico e sociale». Un prodotto con il cuore in Sardegna, ma con gli occhi rivolti al mondo: «Proprio in queste settimane siamo in trattativa con un fondo di investimento molto importante con il quale ci auspichiamo di poter definire il prossimo round di investimento necessario alla prossima fase di industrializzazione». (FONTE LA NUOVA SARDEGNA)
Italcementi, partner del premio Marzotto per l'innovazione
Italcementi aveva partecipato come partner del premio Marzotto anche nel 2018, in cui il premio dell’azienda era andato a Particulate Matter, per l'ideazione di un materiale innovativo capace di intrappolare il particolato atmosferico. Un progetto nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Brescia (Laboratorio di Chimica per le Tecnologie), INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali), Regione Lombardia, e Smart Solutions (Startup innovativa dell’ Università degli Studi di Brescia), Particulate Matter risponde a una precisa richiesta della Commissione Europea: sviluppare materiali innovativi e a basso costo per la riduzione del particolato a livello europeo.
Calcestruzzo Armato
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