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Massetti per pavimenti: test in laboratorio e prove in cantiere

I massetti vengono sottoposti a test di laboratorio e a prove in cantiere per valutarne prestazioni e idoneità. Questo articolo elenca le principali tipologie di prove eseguite su questa componente fondamentale del sistema pavimento, fornendo anche indicazioni sulle normative di riferimento.

Perché si eseguono test, o prove, sui massetti?

La valutazione delle prestazioni, non solo meccaniche, di un massetto è necessaria per due scopi essenziali:

  1. in fase di sviluppo della formula, per valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati;
  2. in cantiere, per verificarne l’idoneità nella stratigrafia prevista.

 

Test sui massetti in laboratorio

Il primo riferimento normativo è la norma europea armonizzata UNI EN 13813 che contiene tutte le prove caratteristiche ed opzionali per ottenere la marcatura CE.

Sono poi indicate una serie di norme su metodi di prova specifici, tutte riunite sotto al cappello della serie EN 13892:

  • EN 13892 - Parte 2 - Determinazione della resistenza a flessione e a compressione.
  • EN 13892 - Parte 3 - Determinazione della resistenza all'usura con il metodo Böhme.
  • EN 13892 - Parte 4 - Determinazione della resistenza all'usura BCA.
  • EN 13892 - Parte 5 – Determinazione della resistenza all'usura dovuta alle ruote orientabili dei materiali per massetti per lo strato di usura.
  • EN 13892 - Parte 6 - Determinazione della durezza superficiale.
  • EN 13892 - Parte 7 - Determinazione della resistenza all'usura dovuta alle ruote orientabili dei materiali per massetti con rivestimento.
  • EN 13892 - Parte 8 - Determinazione della forza di adesione.

Il gruppo normativo europeo sta lavorando anche su altri due metodi di prova:

  • Parte 9 - Dimensional stability, ovvero una misura del ritiro plastico ed igrometrico per valutare anche l’imbarcamento dei massetti.
  • Parte 10 – Determination of moisture content – Calcium Carbide method, ovvero la misura della umidità residua dei massetti. In Italia, questa caratteristica viene già misurata tramite la ben conosciuta norma UNI 10329

Nella UNI EN 13813 sono poi indicati molti altri riferimenti per valutare i massetti come, ad esempio, tempi di presa, consistenza, pH, modulo elastico, resistenza all’urto.

È chiaro che, oltre ai test obbligatori per la marcatura CE, l’esecuzione di prove aggiuntive è valutata da chi sviluppa il prodotto e, quindi, di quali saranno le destinazioni di uso dello stesso. Ad esempio, se si vuole progettare un massetto destinato a fungere da strato di usura, oltre alle prestazioni di flessione, compressione e resistenza all’abrasione richieste obbligatoriamente dalla marcatura, sarà utile valutare il comportamento all’urto.

Tutte queste prove sono però scritte e pensate per essere eseguite in laboratorio partendo da materiale che viene miscelato nel laboratorio stesso e non in cantiere. Tutti i metodi si rifanno a strumenti, condizioni o procedimenti che non sono attuabili in cantiere.

È vero, però, che con alcuni di questi stessi metodi potrebbero essere applicati in condizioni di posa reali tramite minimi adattamenti. Queste modifiche sono state fatte da diversi attori del mondo dei massetti. In primo luogo, dai posatori del rivestimento e del massetto stesso per valutare il proprio o altrui lavoro ed avere una convalida alle successive lavorazioni, in genere la posa di un rivestimento.

 

Esempio di test su massetto
Determinazione della resistenza del massetto alle tensioni perpendicolari al piano di posa. Dimostrazione pratica realizzata da Conpaviper in occasione del III° Forum Massetti e Pavimenti (SAIE Bologna 2022). (© ph. Dalila Cuoghi)

 

Prove sui massetti in cantiere

In attesa della imminente nuova norma UNI sui massetti (Massetti per pavimentazioni - Criteri di progettazione, posa in opera e metodi di verifica), che contiene alcuni di questi test di verifica in cantiere, il riferimento principale è il Codice di buona pratica CONPAVIPER (Progettazione e Controllo dei Massetti e dei Pavimenti). Essendo frutto di anni di esperienza di posatori, produttori e progettisti, risulta essere la migliore guida italiana disponibile.

Qual è il metodo più usato in cantiere ed al tempo stesso meno “scientifico”? Ovviamente il chiodo, o altro oggetto appuntito, usato per scalfire superficialmente il massetto indurito e valutarne la coesione.

È evidente che questo metodo è altamente soggettivo e viene usato solo a fronte di una lunga esperienza di cantiere. A discapito dell’approccio, il test restituisce una valutazione comunque efficace per tutti quei substrati che non richiedono prestazioni particolari o decisamente elevate. C’è chi ha tentato di rendere tale prova più oggettiva tramite il durometro ovvero uno strumento che possiede una punta simile a quella di un chiodo la cui pressione sulla superficie del massetto è esercitata tramite una molla. In questo modo, la forza esercitata risulta costante e ripetibile.

Quindi, quali sono le prove che si possono eseguire in cantiere? Ecco un elenco non esaustivo:

  • Verifica visiva della presenza o meno di crepe e fessurazioni. Se particolarmente evidenti, si possono misurarne le dimensioni tramite uno spessimetro.
     
  • Il chiodo, o con eventuale durometro, per valutare la coesione superficiale del massetto indurito.
     
  • Umidità residua del massetto. Questo è forse l’unico test descritto esattamente da una norma (UNI 10329) per essere eseguito in cantiere e del quale esistono limiti prescrittivi.
     
  • Misura dello spessore. Tale verifica può essere effettuata in cantiere avendo, precedentemente al getto, individuato punti di riscontro da usare per la misura.
     
  • Verifica della quota e delle pendenze, ovvero misurare se lo spessore realizzato raggiunge quelle altezze necessarie per raccordarsi agli altri elementi dell’edificio e poter ricevere il rivestimento.
     
  • Verifica della planarità e misura della sua tolleranza. Tramite l’uso di un regolo rigido e di cunei, è possibile verificare quanto il massetto posato rispetti un piano ideale.
     
  • Resistenza a flessione e compressione. Come già scritto, la norma EN 13892-1 descrive un metodo di preparazione che non può essere applicato in cantiere, quantomeno per la preparazione del provino. Per la prova in sé, la EN 13892-2 è invece applicabile. Il miglior compromesso è realizzare i provini in cantiere cercando di compattare il materiale e stagionarlo nel modo più simile possibile a quanto richiesto dalla norma. Ad esempio, si possono usare pestelli per schiacciare l’impasto all’interno dei casseri cercando di ripetere il medesimo grado di compattazione che viene raggiunto durante la lavorazione. Inoltre, per garantire umidità e temperatura, il cassero può essere posizionato all’interno di un sacchetto di plastica che eviti l’evaporazione eccessiva e successivamente riposto in un ambiente con temperatura tale da non subire eccessive variazioni.
     
  • Resistenza al carico dinamico. Il massetto viene sottoposto alla caduta di un grave ed in base alla sua resistenza alla scalfittura/indentazione, si può valutarne l’idoneità. Per tale prova, esiste uno specifico strumento con un riferimento normativo inglese.
     
  • Determinazione della resistenza alle tensioni perpendicolari al piano di posa. Questa prova riprende in parte quanto indicato dalla EN 13892-8 con opportuni adattamenti al cantiere. In primo luogo, si suggerisce di non carotare il massetto in quanto è operazione di difficile realizzazione ed inoltre si tende a stressare molto la superficie inficiando i risultati.

Esistono altre prove che possono essere eseguite in cantiere ma non sempre danno risultati attendibili e ripetibili. Infatti, è importante ricordare lo scopo per cui vengono eseguite.

 

Per approfondire leggi anche
Codice di Buona Pratica Massetti Conpaviper: le prestazioni meccaniche dei massetti

È possibile rilevare le varie prestazioni meccaniche del massetto direttamente, indirettamente, in cantiere e in laboratorio: quali considerare, come misurarle e con quali valori confrontarle.

 

Differenza tra test di laboratorio e prove in cantiere

Se i test di laboratorio servono per sviluppare una formula ideale da avviare poi in produzione, quelli eseguiti in cantiere devono essere strumenti validi per dare l’idoneità o meno alla posa delle successive stratigrafie/lavorazioni.

Durante la progettazione di un sistema pavimento, si dovranno individuare le potenziali criticità del massetto in relazione a tutta la stratigrafia e prevedere quei controlli idonei a verificarne la conformità.

Ad esempio, se si progetta un rivestimento in adesione, sarà fondamentale valutare la coesione superficiale del massetto. Se il rivestimento finale è particolarmente sensibile all’acqua, sarà opportuno prevedere una verifica della umidità residua. Ciò non toglie che la scelta iniziale della stratigrafia, in particolare del massetto, dovrà essere fatta verso materiali in grado di soddisfare le prestazioni necessarie.

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