Lotta ai cambiamenti climatici, progetto RETURN: ultimi giorni per bando dedicato a poli d'innovazione
L'obiettivo della selezione è quello di individuare 20 enti che poi possano individuare a loro volta start-up, spin off e piccole e medie imprese innovative in grado di svolgere specifiche attività di prevenzione, gestione e mitigazione dei rischi ambientali naturali e antropici. Per rispondere al bando c'è tempo fino a venerdì 14 luglio alle 12.
RETURN vuole contribuire a rafforzare le competenze nella gestione del rischio catastrofi ma anche la loro interrelazione con i cambiamenti climatici
Venerdì 14 luglio a mezzogiorno scadranno i termini per rispondere al primo avviso pubblico bandito dalla Fondazione RETURN, il partenariato esteso al quale partecipa anche il Dipartimento della Protezione Civile, formato da 25 partner tra Università enti pubblici di ricerca ed enti con finalità economiche – che, grazie a 115 milioni di euro assegnati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), vuole rafforzare le filiere della ricerca sui rischi ambientali, naturali e antropici a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene del valore strategiche europee e globali.
L'obiettivo della selezione è quello di individuare 20 enti che poi possano individuare a loro volta start-up, spin off e piccole e medie imprese innovative in grado di svolgere specifiche attività di prevenzione, gestione e mitigazione dei rischi ambientali naturali e antropici. Esse saranno scelte su base regionale e sull'intero territorio nazionale. Il finanziamento complessivo per questo avviso pubblico è di 400mila euro ed è destinato a incubatori, acceleratori, organismi di trasferimento tecnologico e di ricerca, parchi scientifici e tecnologici, hub e poli di innovazione, digital innovation hub, centri di competenza, distretti tecnologici e cluster e/o Reti Innovative Regionali (RIR).
Nello specifico, RETURN vuole contribuire a rafforzare le competenze chiave, il trasferimento tecnologico e di conoscenze, e la governance italiana nella gestione del rischio di catastrofi, una migliore comprensione dei rischi ambientali, naturali e antropici, nonché della loro interrelazione con gli effetti del cambiamento climatico, lo sviluppo di nuove metodologie/tecnologie di monitoraggio attraverso il potenziamento delle conoscenze di base verso l’applicazione e lo sfruttamento delle tecnologie, con il coinvolgimento di amministrazioni pubbliche, stakeholder e aziende private.
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