Locazioni: l'Iva sulle ristrutturazioni è detraibile

Le sezioni Unite della Cassazione, con la pronuncia n.11533-2018 dell'11 maggio, sono 'venute a capo' di una questione a lungo controversa dalla giurisprudenza, quella relativa alla possibilità - da parte dell'impresa/società - di detrarre l'Iva sulle spese di ristrutturazione dell'immobile che detiene in locazione ma che è di proprietà di terzi.

Secondo la suprema Corte, "deve riconoscersi il diritto alla detrazione Iva per lavori di ristrutturazione o manutenzione anche in ipotesi di immobili di proprietà di terzi, purché sia presente un nesso di strumentalità con l'attività d'impresa o professionale, anche se quest'ultima sia potenziale o di prospettiva. E ciò pur se, per cause estranee al contribuente, la predetta attività non abbia poi potuto concretamente esercitarsi". Secondo questo nuovo principio di diritto, l'unico paletto per la detrazione dell'imposta è che l'immobile in locazione sia strumentale all'attività dell'azienda.

La Cassazione evidenzia, in ogni caso, che l'impossibilità del conseguimento di ricavi presunti deve ex lege trovare luogo in situazioni straordinarie e del tutto oggettive. Deve trattarsi quindi di situazioni che non siano dipese da comportamenti commissivi, ovvero omissivi, della contribuente.

Nel caso di specie, una società aveva affittato e poi ristrutturato un immobile - di proprietà dell'azienda controllante - destinato a residence per vacanze. La società aveva goduto dei benefici fiscali Ires e Iva. L'ufficio aveva subito emesso il recupero a tassazione. Gli sono stati impugnati dall'azienda che ha incassato l'annullamento da parte della CTR di Firenze solo in relazione alle imposte sui redditi. In seguito, l'impresa ha presentato con successo ricorso alla Cassazione: ora, però, si attende la revisione da parte della CTR Firenze in base al nuovo principio emesso dalle Sez. Unite.

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