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Lo stadio Giovanni Celeste NON va demolito

ORDINE INGEGNERI DI MESSINA

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E’ bene premettere che chi scrive, prima di essere Ingegnere e diventare poi il Presidente dell’Ordine, è stato uno “sfegatato” Ultras iscritto all’appena nato Club dei NOCS (1983 - Nuclei Organizzati Curva Sud).

Senza vergogna, ma con orgoglio non ha mai tifato per nessun’altra squadra se non per il Messina.

Dopo la “messa” mattiniera e domenicale, era un “rito” attendere l’orario di apertura per entrare nel “tempio del calcio” … il GIOVANNI CELESTE.

Amore, passione, emozione erano i sentimenti che accomunavano tutti i presenti, per quello che era lo spettacolo del Calcio a Messina.

Scoglio, Caccia, Buonocore, Bellopede, Schillaci e Catalano gli eroi passati.

Mutti, Coppola, Parisi, Storari e Zampagna gli ultimi sopravvissuti.

Con la serie A fu inaugurato lo stadio San Filippo.

Bellissimo ma non paragonabile al Giovanni Celeste.

Nel “vecchio teatro calcistico”, ogni sospiro veniva amplificato.

L’urlo dei 20.000 appassionati corrispondeva a un piccolo terremoto percepibile fino in Provincia.

Il Celeste non è più uno stadio, ma è un MONUMENTO SOCIALE, un simbolo cittadino di una Messina che può rinascere.

E’ il luogo dove una squadra di dilettanti è riuscita ad arrivare fino alla massima serie.

E’ notizia attuale e leggibile sui social e nei giornali, che un gruppo di Consiglieri Comunali abbia proposto la demolizione.

Non me ne vogliano gli ideatori dell’iniziativa, ma l’idea NON E’ CONDIVISIBILE …

Per anni il Celeste è stato il punto d’incontro per tantissime persone con ceti, idee e personalità diverse, ma tutte unite da un grande amore chiamato “Messina”.

Non è solo il calcio, ma anche il contesto in cui si sviluppano rapporti sociali.

Il Giovanni Celeste ha sempre rappresentato “il salotto” dei messinesi e il punto di incontro di tante persone.

Chi è tifoso lo riesce a comprendere.

Lo stadio San Filippo sicuramente più grande e comodo, NON è il Giovanni Celeste.

Non distruggete la MEMORIA degli sportivi Messinesi!!!

Questo è il punto di vista di Francesco Triolo, tifoso e cittadino.

 

Da Ingegnere, pensare di “recuperare” la vecchia struttura, sicuramente presenta costi minori rispetto a una demolizione e fedele ricostruzione.

Anche se non più utilizzabile ai fini calcistici professionali, la stessa può essere sfruttata per attività dilettantistiche, amatoriali e a servizio della città (mancano delle strutture ricettive per chi non pratica sport a livello agonistico).

Cosa occorre far per ridare funzionalità al Giovanni Celeste ?

Da verifiche visive effettuate durante recenti sopralluoghi (si ringraziano gli Ingg. G. Sorrenti, G. Rando, D. Musiano, F. Geraci, G. Pracanica) per conto della Società Calcio “Città di Messina”, sono scaturite importanti informazioni tecniche che a seguire si espongono.

Le Strutture

Le strutture delle Curve “Nord” e “Sud”, così come la tribunetta “Valeria”, sono state realizzate in cemento armato mentre la Gradinata e la Tribuna (lato Viale Gazzi), (dotata anche di copertura), sono in acciaio.

Dal sopralluogo effettuato è disceso che le strutture in cemento armato non mostrano segni di cedimenti o lesioni di particolare importanza tecnica.

Buona parte di esse sono esposte alle intemperie e, pertanto, sono caratterizzate da un particolare degrado dovuto a fenomeni di carbonatazione del materiale e, in alcune zone, di ossidazione dei ferri d’armatura.

Le zone destinate al pubblico (gradonate) sono state create mediante il posizionamento di elementi prefabbricati sulle strutture portanti, per cui la presenza di piccoli spazi, dovuti alla tipologia strutturale adottata, ha consentito l’infiltrazione delle acque meteoriche (gli spazi sottostanti la Curva “Sud”).

Sarebbe necessario rimuovere l’intera pannellatura per poter valutare le condizioni delle strutture e decidere gli interventi necessari come ad esempio eseguire delle prove di carico sui solai interessati.

Le strutture in acciaio delle gradinate e della tribuna coperta sono state realizzate con elementi giuntati tra loro per mezzo di unioni bullonate.

Le porzioni interne di tali strutture sono in buono stato di conservazione.

Le porzioni esterne, quindi esposte agli agenti atmosferici, mostrano fenomeni di corrosione e parti arrugginite.

Si dovrà necessariamente provvedere alla verifica dell’integrità di tutti gli elementi in acciaio, della capacità delle unioni bullonate a trasmettere le sollecitazioni per le quali sono state dimensionate, nonché alla rimozione dei volumi di ruggine e al ripristino delle sezioni originarie.

I fenomeni corrosivi dovranno essere limitati mediante opportuni interventi conservativi, quali, ad esempio, la riverniciatura degli elementi interessati con materiali specifici.

La copertura in acciaio della tribuna principale è sostenuta da tralicci in acciaio ai quali è connessa tramite tiranti.

L’integrità di tali elementi andrà accuratamente verificata, prestando particolare attenzione alle sezioni dei tiranti ed alle connessioni tra gli elementi.

Inoltre, il fissaggio della copertura vera e propria agli elementi portanti andrà verificato, al fine di evitare fenomeni di “scoperchiamento” in caso di eccezionali eventi ventosi.

Le torri destinate a sostenere i fari per l’illuminazione sono state realizzate con tralicci in acciaio a sezione tubolare.

Per tali elementi si dovrà verificare l’integrità delle sezioni e delle giunzioni, nonché valutare i necessari interventi per il ripristino, ove necessario, ed il mantenimento delle caratteristiche geometriche (spessori) e meccaniche (resistenza) nel tempo.

Le condizioni di vincolo delle torri dovranno essere verificate, in modo da costatarne la rispondenza a quelle previste a suo tempo in fase progettuale.

La connessione di ciascun corpo illuminante dovrà essere accertata in funzione dei probabili eventi ventosi.

Impianti Elettrici

Per quanto riguarda gli impianti elettrici essi dovranno essere rifatti e adeguati alle attuali norme.

La cabina di trasformazione destinata all’alimentazione dell’intero complesso sportivo versa in totale stato di trascuratezza ed abbandono, il locale consegna ormai in disuso da diverso tempo non dispone dei requisiti previsti dalle normative Enel per la consegna in media tensione.

I trasformatori e le varie protezioni installati nel vano utente sono obsoleti e non rispondenti alle norme CEI 0-16 e CEI 0-21; la conduttura di media tensione (20.000 V) e la relativa canalizzazione che collegava il locale consegna con il locale utente è totalmente divelta e non rispetta le disposizioni attualmente in vigore per la relativa posa.

Il generatore di energia per l’alimentazione di riserva è obsoleto, privo di idonei sistemi di protezione e collocato in locale non adeguato.

Nella maggior parte dei circuiti la distribuzione è realizzata con conduttori non più rispondenti alle attuali norme, la loro posa è effettuata in modo non conforme e le relative protezioni contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti poste a monte non risultano correttamente dimensionate.

Le varie derivazioni, connessioni e comandi per l’alimentazione degli utilizzatori fissi e dei vari punti di prelievo energia sono eseguite in alloggiamenti che non garantiscono il grado di protezione IP richiesto dalle norme.

Nei bagni, spogliatoi e docce non sono adottati provvedimenti di sicurezza supplementari previsti dalla Norma CEI 64-8, ovvero protezioni contro i contatti indiretti ad alta sensibilità e collegamenti equipotenziali per le masse estranee situate nelle zone 1, 2, 3.

Gli apparecchi di illuminazione ordinaria posti nei vari locali sono obsoleti, il grado di illuminamento che riescono a fornire risulta insufficiente e non regolarmente distribuito.

L’illuminazione di emergenza, nonché la segnalazione delle vie di fuga e dei presidi di sicurezza, è totalmente non funzionante, il sistema di alimentazione e le varie apparecchiature risultano inadeguati ed insufficienti.

L’illuminazione dell’area di gioco avviene mediante riflettori dotati di lampade a scarica nei gas ad alto consumo energetico, le condutture ed i sistemi di sezionamento e protezione utilizzati per le 4 torri sono ormai obsolete e non rispondenti alle attuali norme.

Lo stato di efficienza degli impianti elettrici nei vari locali tecnici e nelle zone non accessibili al pubblico ed agli atleti è identico a quello delle altre parti della struttura e pertanto presentano le medesime anomalie.

L’impianto di riscaldamento e acqua calda sanitaria è risalente all’epoca di realizzazione della struttura, l’enorme generatore di vecchissima generazione non è funzionante e risulta collocato in locale tecnico non adeguato mentre l’intero sistema di distribuzione del vettore termico è obsoleto.

Prevenzione incendi

Ai fini antincendio l’utilizzo della struttura è subordinato al rispetto del D.M. 18 marzo 1996 “Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi” con le relative modifiche e le integrazioni introdotte dal D.M. 6 giugno 2005.

La compartimentazione di alcuni locali/zone e la resistenza al fuoco di alcune strutture separanti non risulta adeguata.

Dei contro soffitti e dei materiali di rivestimento posti non in aderenza agli elementi costruttivi, non si conosce la relativa classe di reazione al fuoco (massimo consentito classe 1) e se questi siano effettivamente omologati in base alle condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco.

L’impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi non risulta dotato di rivelatori all’interno dei controsoffitti.

I pulsanti di attivazione manuale ed i dispositivi per la segnalazione di allarme appaiono insufficienti; i dispositivi sonori non possiedono caratteristiche e sistemazione tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio mentre la centrale non è collocata in ambiente presidiato.

Gli estintori non sono ubicati in posizione facilmente accessibile, la loro distribuzione non è uniforme nell'area da proteggere e non sono presenti appositi cartelli segnalatori che ne facilitano l'individuazione, anche a distanza.

L’impianto di spegnimento fisso antincendio è totalmente in stato di abbandono, la quasi totalità delle cassette contenti gli idranti sono danneggiate e prive delle relative manichette, le relative valvole di intercettazione risultano bloccate e danneggiate; non vi è presenza di appositi cartelli che ne agevolino l'individuazione a distanza; la rete di tubazioni non risulta indipendente da quella dei servizi sanitari mentre il sistema di alimentazione della rete non è realizzato come previsto dalle norme UNI 12845.

Si rammenta che l'impianto deve avere caratteristiche idrauliche tali da garantire una portata minima di 360 l/min per ogni colonna montante e nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno due e deve essere in grado di garantire l'erogazione ai 3 idranti in posizione idraulica più sfavorita, assicurando a ciascuno di essi una portata non inferiore a 120 l/min con una pressione al bocchello di 2 bar.

Terreno di gioco e locali connessi all’attività sportiva

Il terreno di gioco, in erba naturale, ha le dimensioni di 105,15 per 64,20

È caratterizzato principalmente, a causa della mancata ed opportuna manutenzione, da vegetazione spontanea che mal si presta ad un utilizzo ai fini sportivi ed agonistici.

Si riscontra, in maniera evidente, una pessima planarità della superficie con presenza di numerosi avvallamenti e dossi.

Inoltre, il terreno è stato oggetto di interventi di livellamento e riempimento effettuati con terre non idonee che non favoriscono l’opportuno drenaggio e di conseguenza la crescita del manto erboso naturale.

Le dimensioni dell’area per destinazione vanno adeguate alle normative specifiche di settore e nella stessa vanno verificate ed opportunamente sistemate presenze di pali e/o di pozzetti.

Da revisionare l’intero impianto di irrigazione.

Le panchine interne al terreno di gioco devono essere totalmente ristrutturate o sostituite.

Per quanto riguarda gli ambienti interni dei locali a supporto dell’attività sportiva (spogliatoi, servizi, sala medica, ecc.), negli anni sono stati fatti oggetto di atti vandalici.

Per gli stessi è necessario effettuare interventi importanti di manutenzione ordinaria e un notevole ripristino e sostituzione degli arredi.

L’ANALISI SVOLTA PUO’ ESSERE CONDUCENTE A CONVINCERSI CHE NON OCCORRE NECESSARIAMENTE DEMOLIRE E DISTRUGGERE PER OTTENERE ANCHE A COSTI MINORI LO STESSO RISULTATO CON UNA BUONA RISTRUTTURAZIONE.

IL CELESTE RAPPRESENTA LA MEMORIA STORICA DI TUTTI GLI SPORTIVI MESSINESI E IL SIMBOLO DI UN LUOGO IN CUI IN TANTI SI SONO RITROVATI E CONDIVISO EMOZIONI E GIOIE.

TECNICAMENTE, IN CONSIDERAZIONE DELL’ESISTENZA DEL POLO SPORTIVO DI SAN FILIPPO, SAREBBE UN “DELITTO” NON PROVVEDERE A UN RIPRISTINO DELLA FUNZIONALITA’ DELL’ESISTENTE OPERA DA PORRE AL SERVIZIO DEL CITTADINO.