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Linee vita e dispositivi per interventi in sicurezza sulle coperture

Le cadute dall’alto rappresentano una delle principali cause di morte sul lavoro in Italia, specialmente nel settore edile. Garantire la sicurezza ai lavoratori che accedono alla copertura rappresenta il motivo primario per l’installazione di un sistema anticaduta.

Rischi dei lavori in copertura

Negli ultimi anni è emersa una particolare attenzione riguardo alle problematiche di sicurezza dei lavoratori che eseguono la propria attività sulle coperture. Attenzione che ha determinato l’entrata in vigore di regolamenti specifici, che definiscono le istruzioni tecniche per i progetti relativi ad attività inerenti le coperture di nuove costruzioni e di edifici esistenti, prevedendo l’applicazione di misure preventive e protettive atte a consentire l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza.
I lavori in copertura sono attività ad alto rischio infortuni
che rendono necessaria l’adozione di elevati standard di sicurezza indipendentemente dalla tipologia e dalla durata delle lavorazioni da svolgere.
Il rischio principale è quello relativo alla caduta dall’alto
che deve essere valutato e ridotto al minimo prima dell’inizio di qualsiasi attività. Gli altri rischi correlati da considerare sono l’accesso alla copertura, il transito e l’esecuzione dei lavori stessi.

 

Operai su copertura non in sicurezza.

La linea vita è un cavo o un binario rigido, orizzontale, inclinato o verticale , su cui scorre un elemento di connessione, come un moschettone, una navetta o un carrello collegato all’imbracatura indossata da un operatore. Non deve avere per forza un andamento rettilineo, ma può presentare delle curve, incrociarsi con altre linee, seguire l’andamento del colmo di un tetto o l’andamento articolato di una parete.
Progettare accuratamente una linea vita è indispensabile
per tutti i lavori di questa tipologia e, vista la sua importanza nella salvaguardia della salute dei lavoratori, deve essere fatta rispettando precise norme.
Le linee flessibili, ovvero le linee realizzate con un cavo, sono generalmente fabbricate in acciaio inox (i supporti di estremità o intermedi possono essere anche in acciaio zincato a caldo), esistono tuttavia linee temporanee e portatili realizzate con fettucce o funi di fibra tessile. Le linee rigide sono realizzate con profilati in alluminio o in acciaio.

 

Normativa

A livello nazionale, per i lavori in copertura si applicano le disposizioni del Titolo IV “Cantieri temporanei o mobili” del D.Lgs. 81/08 che definisce come lavori in quota quelle attività che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore ai 2 metri rispetto ad un piano stabile e prevede l’obbligo di misure di protezione collettiva e/o individuale a seconda del luogo e delle tipologie di rischio presenti.

In molte regioni italiane sono poi in vigore dei regolamenti che definiscono le istruzioni tecniche per i progetti relativi ad attività che riguardano le coperture di nuove costruzioni e di edifici esistenti.

La disposizione più recente è della regione Piemonte, attraverso il Decreto del Presidente della Giunta regionale 23 maggio 2016, n. 6/R - Regolamento regionale recante: “Norme in materia di sicurezza per l’esecuzione dei lavori in copertura (articolo 15, legge regionale 14 luglio 2009 n. 20). Il Decreto disciplina, per gli interventi in copertura, le specifiche misure di sicurezza nonché le misure preventive e protettive da predisporsi al fine di consentire, nella successiva fase di manutenzione della copertura stessa o di eventuali impianti tecnologici su di essa insistenti, l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza. Tali misure devono essere di tipo permanente, o nei casi in cui sia impossibile realizzarle, di tipo provvisorio (“non permanente”).

Un ulteriore utile supporto è costituito dalla norma UNI 11560: 2022 che stabilisce i criteri per la scelta, la configurazione, l’installazione e l’uso dei sistemi di ancoraggio in copertura e fornisce anche indicazioni per la progettazione, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi stessi. In particolare, introduce importanti novità che riguardano:

  • le figure coinvolte nei processi di installazione, ispezione e manutenzione;
  • la documentazione relativa al sistema di ancoraggio;
  • i controlli da eseguire in fase di ispezione.

La documentazione relativa al processo di progettazione, installazione e controllo dei sistemi di ancoraggio permanente prevede:

  • progetto di configurazione del sistema;
  • relazione tecnica generale;
  • relazione di calcolo strutturale;
  • documentazione fotografica del sistema;
  • dichiarazione di corretta posa del sistema;
  • manuali di installazione, uso e manutenzione degli ancoraggi;
  • dichiarazione di conformità/rispondenza degli ancoraggi;
  • indicazione d’uso dei DPI da utilizzare;
  • programma di manutenzione del sistema;
  • registro delle ispezioni/manutenzioni del sistema;
  • registro degli accessi al sistema.

  

Linee vita – Tipologie caratteristiche e controllo

La norma UNI EN 795 elenca e caratterizza invece le diverse specifiche tecniche delle linee vita, che possono essere rigide o flessibili, provvisorie o permanenti.
Viene effettuata una classificazione in 5 macrocategorie:

Tipo A: con uno o più punti di ancoraggio stazionari fissati alla struttura. L’utilizzo di questo dispositivo, generalmente, è limitato agli effetti pendolo o ai percorsi di accesso alla linea principale;

Tipo B: identificata come DPI, in quanto rimovibile, presenta molteplici punti di ancoraggio, gruette o tripodi provvisori portatili;

Tipo C: impiega una linea di ancoraggio flessibile che devia dall’orizzontale non più di 15 gradi. Soluzione che garantisce maggiore ergonomia rispetto ai punti singoli in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai doversi staccare dal dispositivo;

 

Esempio linea vita di Tipo C

  

Tipo D: impiega una linea di ancoraggio rigida, di solito un binario, lungo la quale può scorrere un carrello che funge da punto di ancoraggio mobile. Anche questa tipologia permette una buona ergonomia di utilizzo in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai staccarsi dal dispositivo;
Tipo E: sono ancoraggi a corpo morto utili su spazi piani, ossia tutti quei dispositivi la cui resistenza si basa esclusivamente sulla massa e sulla frizione tra il dispositivo stesso e la superficie.

Da febbraio 2023 la nuova Norma UNI 11900 definisce infine la figura professionale dell’installatore che effettua il montaggio, lo smontaggio e le ispezioni del sistema di ancoraggio, delineandone i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità.

I lavoratori vanno infatti formati sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale e sulle procedure di sicurezza in quota. È fondamentale che gli stessi siano consapevoli dei rischi associati al lavoro in altezza e di tutte le precauzioni necessarie per prevenire incidenti.

Oltre alla corretta installazione dei dispositivi di ritenuta e connessione è altresì indispensabile che sugli stessi venga effettuata una manutenzione regolare.

Le linee vita devono essere ispezionate periodicamente per verificare l’integrità dei punti di ancoraggio, delle linee stesse e dei dispositivi di aggancio e trattenuta. Eventuali segni di usura, danni o corrosione devono essere tempestivamente identificati e riparati per garantirne la continuità di funzionamento.
Le attività di ispezione e controllo dei dispositivi sono indispensabili e obbligatorie per garantire l’efficacia nel tempo dei sistemi di ancoraggio. A tal fine, la stessa norma UNI disciplina che i proprietari, i committenti e gli amministratori di condominio siano tenuti ad effettuare la revisione del sistema anticaduta almeno ogni 2 anni. Le verifiche dovranno poi essere annotate nel fascicolo dell’edificio con tutte le certificazioni allegate.

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