LIFE "EPBD.wise": caratteristiche e obiettivi del progetto a supporto degli Stati membri in ottica di Green Deal
Nell'articolo è presente l'intervista realizzata al ricercatore del Dipartimento di Efficienza Energetica di ENEA Fabio Zanghirella riguardo il progetto EPBD.wise, nato con l’avvio del processo di revisione, ancora in corso, della Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD). Vediamo anche il ruolo di ENEA all'interno del progetto.
Efficienza energetica: il progetto LIFE "EPBD.wise", caratteristiche, fasi e obiettivi
L'intervista realizzata al ricercatore del Dipartimento di Efficienza Energetica di ENEA Fabio Zanghirella riguardo il progetto LIFE "EPBD.wise".
Come ENEA fate parte di questo progetto EPBD.wise. può descriverci più dettagliatamente in cosa consiste questo progetto e che obiettivi ha?
Fabio Zanghirella
Il progetto LIFE “EPBD.wise” è partito lo scorso ottobre e si concluderà a giugno 2026. È stato pensato a seguito dell’avvio del processo di revisione, ancora in corso, della Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), disposizione che rappresenta il principale strumento legislativo dell'Unione per promuovere il miglioramento energetico degli edifici, la cui primissima versione risale al 2002.
Nell’attuale processo di revisione, iniziato nel 2021, sono stati introdotti nuovi elementi e strumenti di policy come, ad esempio, gli edifici a emissioni zero (Zero Emission Buildings - ZEB), i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici (National Building Renovation Plans - NBRP) e le norme minime di prestazione energetica degli edifici (Minimum Energy Performance Standards - MEPS). Altri strumenti sono stati rafforzati: i passaporti di ristrutturazione degli edifici (Building Renovation Passports - BRP) e gli attestati di prestazione energetica (Energy Performance Certificates - EPC).
Nello specifico il progetto LIFE “EPBD.wise” si propone di sostenere le autorità pubbliche di sei Stati membri nella progettazione, attuazione e valutazione degli strumenti definiti nella proposta di Direttiva EPBD (ZEB, NBRP, MEPS, BRP, EPC). I sei Stati saranno veri e propri “Paesi focus” e saranno selezionati nella fase iniziale del progetto tra Bulgaria, Cipro, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, cui si aggiunge l’Ucraina che, a giugno 2022, ha ottenuto lo status di Paese candidato all'adesione all'UE. La logica d’intervento del progetto seguirà quattro fasi.
- Durante la prima saranno individuate le specifiche esigenze di ciascuno dei Paesi focus. Per conseguire gli obiettivi a medio e lungo termine in materia di neutralità climatica, infatti, ogni Stato membro si trova ad affrontare sfide individuali, come la dipendenza da alcuni vettori energetici, la situazione economica generale o la disponibilità di lavoratori qualificati. Le specifiche esigenze di ciascuno dei sei Paesi selezionati saranno individuate svolgendo incontri bilaterali con i rappresentanti delle autorità pubbliche, organizzando tavole rotonde con gli stakeholder e considerando le strategie a lungo termine di riqualificazione già in uso. In questa fase saranno anche individuate e analizzate le buone pratiche esistenti a livello UE per ciascuno strumento.
- Nella seconda fase è previsto invece un primo ciclo di sostegno diretto alle politiche dei Paesi focus. Attraverso un processo di discussione con gli stakeholder locali, sarà fornita una prima bozza di raccomandazioni e saranno formulate linee guida per ciascuno strumento. In particolare, ogni documento includerà istruzioni per progettazione e implementazione dello strumento ma anche per monitoraggio e valutazione, puntando alla contestualizzazione dello strumento in un pacchetto di politiche coerente.
- La terza fase prevede un secondo ciclo di sostegno alle politiche dei Paesi focus e la predisposizione di standard per la replicabilità. Sarà realizzata la versione definitiva delle raccomandazioni e delle linee guida prodotte nella seconda fase del progetto e ne sarà predisposta la replicabilità per altri Paesi membri.
- Infine, nella quarta fase il progetto si dedicherà alla comunicazione e alla divulgazione dei risultati.
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ENEA partecipa al progetto europeo EPBD.wise con lo scopo di realizzare delle linee guida per incrementare le Direttive Europee in ambito di efficienza energetica attraverso certificazioni e piani di riqualificazione. Sono previsti, inoltre, piani nazionali di ristrutturazione degli edifici.
Il ruolo di ENEA nel progetto
All’interno di questo progetto ENEA si occuperà in particolare degli aspetti dell’APE e degli edifici ZEB. Può spiegarci in cosa consisterà esattamente la vostra attività?
Fabio Zanghirella
La proposta di direttiva EPBD introduce il nuovo concetto di edificio a emissioni zero (ZEB), che rappresenta l'obiettivo a cui il patrimonio edilizio di ogni Stato membro dell'UE dovrà conformarsi entro il 2050. Allo stato attuale della proposta, la definizione di ZEB non è stata specificata in modo univoco, e si prospetta la possibilità che gli Stati membri possano adattarla alle loro specificità territoriali. La definizione di ZEB andrà a influenzare alcuni strumenti di policy, come ad esempio le norme minime di prestazione energetica degli edifici, gli attestati di prestazione energetica (APE) e i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici.
Per tale motivo, ENEA, in qualità di leader di questa specifica task del progetto e in collaborazione con gli altri partner, condurrà una revisione delle definizioni degli edifici a energia quasi zero (nZEB) e a zero emissioni (ZEB) adottate nei Paesi focus e in altri Stati membri selezionati per analizzare similitudini e differenze tra gli standard nZEB e ZEB adottati, e valuterà le interazioni e le inferenze tra gli standard nZEB e ZEB e gli strumenti di policy per i quali il progetto dovrà realizzare le linee guida. Per quanto riguarda gli APE, invece, ENEA sarà un membro attivo del gruppo di lavoro che si occuperà di valutare le necessità dei Paesi focus di modificare i rispettivi APE per renderli una delle basi da cui partire per definire le rispettive norme minime di prestazione energetica degli edifici e i rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici. Saranno analizzati gli schemi di certificazione energetica più virtuosi a livello UE, e saranno elaborati scenari di modifica degli APE nei Paesi focus, con una valutazione dell’impatto (ad esempio in termini di tempi, costi, necessità di formazione dei professionisti, ecc.) che tali modifiche potranno avere.
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Analisi delle buone pratiche nazionali italiane
Lei ha spiegato che si partirà dall’analisi delle buone pratiche nazionali già esistenti nel contesto UE. Quali sono quelle italiane? E quali sono i paesi più maturi da questo punto di vista?
Fabio Zanghirella
L’individuazione delle buone pratiche a livello UE, incluse quelle italiane, è una delle attività previste nella prima fase del progetto. Una risposta esaustiva alla domanda non è quindi disponibile al momento: le attività condotte nel corso del progetto ci consentiranno di avere un quadro completo della situazione. Chiarito questo aspetto, ritengo che il catasto nazionale degli attestati di prestazione energetica degli edifici (SIAPE) rappresenti sicuramente uno strumento estremamente utile per avere informazioni sulla situazione del patrimonio edilizio.
Novità della certificazione energetica con la revisione della direttiva EPBD
Quali potrebbero essere le principali novità in tema di certificazione energetica degli edifici in seguito alla prossima revisione della direttiva EPBD?
Fabio Zanghirella
Secondo la proposta di revisione più recente delle Direttiva EPBD, cioè quella del Parlamento Europeo, l’APE dovrà contenere una serie di indicatori circa la prestazione energetica degli edifici e il potenziale di riscaldamento globale (GWP) del ciclo di vita dell’edificio. Rispetto ai numerosi indicatori già presenti negli APE, attualmente definiti dalla normativa nazionale, le novità maggiori sono costituite da una valutazione della prestazione energetica basata sul fabbisogno di energia totale dell’edificio e non più sull’energia non rinnovabile, e da una valutazione delle emissioni climalteranti dell’edificio basate sul suo intero ciclo di vita.
Inoltre, la revisione proposta dal Parlamento Europeo prevede che l'APE dovrà indicare la classe di prestazione energetica dell'edificio su una scala chiusa che utilizza solo le lettere da A a G, la cui lettera A corrisponderà agli edifici a emissioni zero (ZEB). La scala di classificazione attualmente definita dalla normativa nazionale, che va dalla classe A4 alla classe G, dovrebbe quindi essere modificata.
Modelli replicabili per l'attuazione della legislazione europea
L’obiettivo finale sarà quello di realizzare modelli replicabili che facilitino l’attuazione della legislazione europea in tutti i Paesi UE. Qual è il processo mediante il quale il progetto intende realizzare la loro replicabilità?
Fabio Zanghirella
I modelli saranno in una prima fase realizzati per soddisfare le esigenze dei Paesi focus, e l’identificazione di tali esigenze è parte integrante delle attività del progetto. Per la loro replicabilità, raggrupperemo gli Stati membri dell'UE in base alla loro somiglianza in termini di attuazione degli strumenti politici specifici (ad esempio, in base a disponibilità di dati, stato del patrimonio edilizio, ecc.).
In secondo luogo, per ognuno di questi cluster di Stati, discuteremo la possibile replicabilità delle soluzioni individuate a partire dallo status quo e dagli esempi di buone pratiche sviluppati per ciascuno strumento di policy. Questa fase sarà legata a una serie di eventi specifici: tavole rotonde e webinar rivolti a gruppi di stakeholder non appartenenti ai Paesi focus e incontri bilaterali con i responsabili politici dell'UE, dai quali riceveremo informazioni importanti per snellire e preparare il processo di replica.
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